Con l'Assemblea costituente (sulla cui idea sono d'accordo da tempo, troppo tempo) temo che le classi dirigenti diano al popolo sardo l'adito al sospetto che esse vogliano rimandare ad altre classi dirigenti del futuro una questione non facile da affrontare e risolvere: la scrittura di un nuovo Statuto sardo adeguato alla modernità. So che così non è per quanti la propongono. Certo non per gli amici Rifondatori che hanno fatto da garanti, insieme agli altri partiti di centrodestra, del Comitato che ha redatto la coraggiosa e responsabile proposta di Carta de Logu noa. Anche io l'ho condivisa e presentata come disegno di legge al Senato, appoggiando, in più, l'idea di fondo di portarla alla discussione, modifica e approvazione del popolo sardo, mediante la sottoscrizione di una legge di iniziativa popolare.
Si vuole, giustamente, che il nuovo stare della Sardegna dentro la Repubblica sia il risultato di un grande dibattito che coinvolga il nostro popolo. Anche l'Assemblea costituente va in quella direzione e, perciò, sarebbe uno strumento del tutto adatto, se non fosse che intorno alla questione dello strumento per raggiungere l'autonomia di cui abbiamo bisogno, rischia di arenarsi il ragionamento su quale autonomia vogliamo. Capita, per dire, che nel parlare di Costituente, l'amico Maninchedda dimentichi di citare la lingua sarda come asse portante della identità sarda e, egli dice, dell'indipendenza che così diventata una catena di provvedimenti economici e fiscali. È il rischio che si corre, concentrandosi sul come fare anziché sul che cosa fare.
La proposta di nuovo Statuto è naturalmente tale, una proposta cioè, così come lo è il disegno di legge che ho presentato al Senato. Documenti che godono dell'appoggio del centrodestra, come si sa, compresi gli amici Riformatori. Se tutti insieme provassimo a coinvolgere il popolo sardo nella discussione intorno a questa idea di autogoverno della Sardegna, otterremmo il duplice scopo di coinvolgere i cittadini nel disegno della Sardegna del prossimo futuro e di avere, alla fine, una proposta condivisa dal popolo sardo. Ciò che si vorrebbe attraverso il complicato e certo non di immediata fruizione strumento della Assemblea costituente.
4 commenti:
All'inizio c'è sicuramente un errore di battuta " gli amici Rifondatori" garanti del nuovo Statuto.Forse si tratta come si legge in fondo degli amici Riformatori..Da quella parte c'è solo centralismo e assimilazione culturale..
Credo che siano almeno trascorsi 30 anni da quando sostenni la necessità della Costituente..Oggi però la stessa proposta a fronte del'unica vera proposta in campo, quella redatta dal Comitato firma per la tua Sardegna che hai presentato al Senato, significa il non voler fare proprio nulla e buttare un'intera legislatura.
Mentre c'è una grande urgenza, visto il veloce evolversi degli eventi legati al federalismo, quello vero.. Ce ne accorgeremo fra sette mesi quando le elezioni regionali e amministrative sanciranno una nuova avanzata della Lega ed entrerà in crisi la stessa organizzazione "nazionale" dei maggiori partiti.Allora noi sardi che siamo sempre stati i pesci pilota del federalismo ci troveremo indietro ad accettare modifiche decise da altri. Si tratta di trovare la maniera di portare una proposta di nuovo Statuto alla valutazione del Consiglio regionale che poi lo dovrà inviare al Parlamento per, mi sembra, seguire il lungo iter delle leggi costituzionali. Allora perchè perdere tempo? Forse sarà il momento, di fronte a tattiche attendiste degli eletti nel Consiglio regionale, sopratutto del PSdAz e Riformatori,che non entrano nel merito dei contenuti, ma si preoccupano di proporre nuovi organismi pletorici e costosi,di ritornare al popolo e far sottoscrivere la proposta di Nuovo Statuto/ Carta de Logu con una iniziativa di legge popolare. Con gli adeguati consensi e adesioni, se si ha coraggio politico e visione prospettica, in pochi mesi il Nuovo Statuto sarebbe già all'attenzione della Commissione competente del Consiglio regionale.
Mario Carboni
Condivido la prospettiva di Carboni. Cosa si sta aspettando? - Bomboi Adriano
Caro senatore, da vecchio sostenitore, insieme a Mario Carboni, della opportunità di una Costituente del popolo sardo, temo anche io che lei abbia ragione. La questione del nuovo Statuto speciale è una brutta gatta da pelare. Con il Comitato firma per la tua Sardegna, in quasi due anni di lavoro, abbiamo cercato di "pelarla" e di avanzare una proposta insieme coraggiosa e responsabile, come giustamente lei dice. Del resto l'ha per così dire adottata nel suo disegno di legge, mostrando di condividerla.
Credo che nessuno nel Comitato creda si aver scritto una Bibbia, e che tutti siamo disposti a discuterla con tutti i cittadini interessati al futuro della Sardegna.
Altri sposta la questione - come, è onesto dirlo, noi, ma venti anni e più orsono - dalla sostanza del fare alla forma del fare. Capisco che ci sia, in parti delle classi dirigenti, la tentazione di non prendere di petto la mia metaforica gatta e che preferiscano delegare al futuro il compito di pelarla.
Ma il nostro Comitato era nato e cresciuto nell'idea di sottoporre il nostro lavoro al giudizio, alla critica, alla capacità di modifica del popolo sardo. Quale migliore "strumento" del popolo per far sì che la carta fondamentale della Sardegna non nasca nella testa di Minerva? Altro che Assemblea costituente.
PS - Devo dire che quel lapsus de "gli amici Rifondatori" non è poi così male, salva la riconoscenza che tutto il Comitato deve al capo gruppo di allora dei Riformatori, Vargiu, per il sostegno dato al nostro lavoro.
Cosa si sta aspettando? Bho, nessuno lo ha capito. Fino ad ora pare solo una riedizione meno piacevole di "Aspettando Godot".
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