Lontano come sono per qualche giorno dalla Sardegna (e dall'Italia) non ho potuto seguire con tempestività quanto è successo a Venezia, dove la sinistra radical-chic ha levato peana a quel campione di democrazia che è Ugo Chavez. Ne ho letto stamattina e, come per una folgorazione, ho capito che cosa questa sinistra intenda per libertà di stampa, quella per cui si appresta a manifestare tra qualche giorno. La libertà di stampa è quella che protegge in Venezuela Ugo Chavez chiudendo le televisioni d'opposizione e occupandone altre per trasmettere i suoi monologhi di otto ore.
Curioso strabismo, quello dei radical-chic convenuti a Venezia per osannare il loro campione di democrazia: gridano alla libertà di stampa in pericolo perché il cittadino Silvio Berlusconi chiede alla magistratura se è nel giusto ritenendo di esser stato diffamato da due quotidiani, applaudono a un dittatore se le stampa la massacra. Sbraitano se il governo italiano, in atto di riparazione degli incredibili danni fatti dagli italiani in Libia, riceve Gheddafi e, in segno di amicizia, manda a Tripoli una pattuglia acrobatica. Si prostrano ai piedi di chi, appena qualche ora prima, ha stretto amicizia con Mahmud Ahmadinejad, un gentiluomo anch'egli strenuo difensore della democrazia e dei diritti umani.
Insorgono quando sentono Berlusconi constatare che la stampa italiana è per lo più in mano alla sinistra e ai catto-comunisti e si prende del fascista dal segretario del Pd, anch'egli sempre meno popolare e sempre più elitario. Pendono dalle labbra di Chavez che denuncia un complotto della stampa mondiale teso, pensate un po', a descriverlo come un dittatore. Quando mai, che sarà poi la chiusura di qualche organo di stampa che lo ha criticato?
Non dico un minimo di coerenza fra quel che questa sinistra dice e predica e quel che fa. Ma almeno un po' di pudore non farebbe male, soprattutto alla sua credibilità, mai a livello infimo come davanti al dittatore venezuelano. Conosco piuttosto bene il Venezuela e so che quanto ci arriva della prepotenza e dell'arroganza di Chavez è una pallida ombra della realtà. Del resto, basterebbe chiederlo ai tanti sardi che vi hanno trovato lavoro.
1 commento:
Chavez è solo l'ennesimo populista latinoamericano in cerca di autoritarismo, è questo fa di lui il balocco ideale del ciarpame radical-chic italiano. Piuttosto, in Sardegna abbiamo problemi ben più gravi, come ad esempio il risultato emerso dall'ultimo vertice Italo-Iberico a La Maddalena: Della Sardegna nelle rotte commerciali non se ne ha notizia....I nostri rappresentanti politici come intendono trattare la questione? grazie. - Bomboi Adriano
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