Ai lavoratori di Porto Torres, impegnati in queste ore in una difficile vertenza, va la mia totale solidarietà. Non è un atto di appoggio formale, ma contiene un forte impegno a procedere al loro fianco perché si chiarisca al più presto quale sarà la sorte del Petrolchimico e, di conseguenza, la loro.
Per questo, sarò di supporto alla iniziativa già presa dai deputati del Pdl, interessando alla questione il Governo della Repubblica. Ho già chiesto direttamente ai ministri competenti che sia presa in esame certo la questione oggi più impellente, quella di Porto Torres, ma anche quelle che in tutta la Sardegna si sono aperte con la crisi dell’insieme del comparto industriale sardo, da Assemini a Macomer, da Siniscola ad Ottana. È una situazione che potrebbe avere forti ripercussioni sull’ordine pubblico.
L’unità di tutte le forze sociali e politiche e culturali a difesa del Petrolchimico di Porto Torres e dell’insieme del martoriato sistema industriale sardo è necessaria e va ricercata con grande attenzione, ma nel riconoscimento delle responsabilità passate e presenti, per evitare un ipocrita e infruttuoso vogliamoci bene.
La partecipazione del governo regionale alla manifestazione dei lavoratori e dei cittadini di Porto Torres, in questo momento appare un disperato tentativo di scaricarsi a buon mercato di pesanti responsabilità. E perciò non solo non aiuta la necessaria coesione di cittadini, sindacati e lavoratori, ma è tale da togliere credibilità all’azione comune in difesa del lavoro, soprattutto perché il marasma interno alla maggioranza rende inattendibile il suo governo in crisi.
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