martedì 13 aprile 2010

La proposta di Statuto di A. Cabras: sparito il popolo sardo

L'amico Antonello Cabras, senatore del Pd, ha presentato qualche giorno fa sua proposta di revisione dello Statuto sardo. Una iniziativa di rilievo e coraggiosa, perché finalmente il Pd esce allo scoperto, con un testo articolato. Immagino che il documento sia l'espressione di quale concetto abbia, se non tutto il Pd almeno l'amico Cabras, dell'autonomia speciale alla vigilia dell'attuazione del federalismo fiscale e, soprattutto, quando si annuncia una più profonda riforma della Repubblica.
Ho letto con la dovuta attenzione la proposta e, pur apprezzando il fatto importante che essa comunque esista, devo confessare il mio sconcerto per la distanza che trovo tra il federalismo possibile e conquistabile e la qualità dell'autonomia richiesta con la proposta dell'amico Antonello. Sarà il caso di riparlarne e di esaminare nel dettaglio il disegno di legge che, comunque, è, allo stato delle cose, l'unica voce articolata che si confronta con il disegno di legge da me presentato l'anno scorso e che, ricordo, ha fatto propria la proposta del Comitato per lo Statuto.
Subito colpiscono sfavorevolmente alcune cose, la prima delle quali è l'arretramento rispetto allo Statuto vigente. Qui si riconosce l'esistenza del popolo sardo (articoli 15 e 28), dalla proposta di Cabras è del tutto sparito. Non siamo nel campo del nominalismo o della retorica, ma in quello delle norme internazionali che riconoscono ai popoli diritto di autodeterminazione. Questo significa che i popoli, come sanciscono trattati dell'Onu e dell'Europa, “hanno sempre il diritto, in piena libertà, di stabilire quando e come desiderano il loro regime politico interno ed esterno, senza ingerenza esterna, e di perseguire come desiderano il loro sviluppo politico, economico, sociale e culturale”.
Mi sembra palese che se sono proprio le carte fondamentali ad escludere la qualifica di popolo in chi le adotta, i diritti internazionali vanno a carte quarantotto, semplicemente non se ne può rivendicare l'esercizio. Una dimenticanza o una scelta precisa e preordinata? A leggere il resto del ddl ci sarebbe da optare per la seconda. Vi si leggono parole importanti come “sovranità”, ma poi questa rischia di essere un puro esercizio retorico, visto che lo Stato, ancora occhiuto come oggi, vi è descritto come titolare di poteri tali da rendere questa sovranità cosa assai poco praticabile.
L'amico Cabras, che pure estende il numero delle competenze assolute della Regione, ed è importante, insiste anche sulle potestà legislative concorrenti in ben 15 materie, quasi non siamo scottati dall'errore fatto con la riforma del Titolo V che, proprio a causa delle competenze concorrenti, ha dato la stura a un numero incredibile di conflitti di competenza davanti alla Corte costituzionale. Capisco la volontà di difendere quella riforma costituzionale approvata dal centrosinistra con uno scarto di appena 4 voti, ma nel momento in cui si pensa alla carta fondamentale della propria terra, un minimo di autocritica sarebbe opportuno. Tanto più che domani, con la riforma del Titolo V che è nelle idee del Governo, la Sardegna rischierebbe di rimanere indietro rispetto persino alle Regioni ordinarie.
Ripeto – e non lo dico a cuor leggero – plaudo al coraggio mostrato da Antonello Cabras nel voler far uscire il suo partito dalle fumisterie di un molto lungo periodo. Con il suo testo sarà necessario confrontarsi e lo farò con rispetto e stima. Ma vorrei consigliarli di gettare il cuore oltre l'ostacolo: la battaglia per il Nuovo Statuto non sarà facile e se uno pensa di cominciare dalla fine della discesa, commetterà lo stesso errore fatto dai consultori sardi che, secondo i più avvertiti di essi, proposero uno Statuto già vecchio al momento dell'approvazione.

7 commenti:

mario carboni ha detto...

Ho letto di volata la proposta Cabras.
Mi riservo di analizzarla puntiualmente ma sembra, a prima vista, non il gatto non leone dell'autonomia presente ma un prodotto francamente impresentabile.
Concordo con te nel valutare comunque positivamente la presentyazione di una proposta con la quale confrontarsi.
Non credo che sia farina del sacco del Senatore, del resto non e' obbligatorio che lo sia.
Sarebbe sufficiente che il Politico solleciti studiosi dell'argomento, partecipando o meno ai lavori finalizzati ad un a bozza di statuto piu' o meno definita.
Il Politico pero' ha la grande respopnsabilita' d'innescare il processo costituziomnale e parlamentare indispensabile affinche dalle idde si passi alla apprtovazione di un nuovo Statuto.
Cio' tui hai fatto sostenendo un gruppo di studiosi della materia e di buona volonta' ed hai poi presentato la loro proposta di Carta de Logu come tua proposta di legge nel Senato della Repubblica.
I loro nomi ed i rispettivi percorsi politici e culturali sono noti a tutti.
Essi si son presi una grande responsabilita' e si sono esposti pubblicamente.
Ma dietro la proposta di Cabras, chi c'e' ?
Sarebbe veramente utile e trasparente saperlo.
Sarebbe indispensabile inoltre affinche' venisse a galla il retroterra culturale di chi ha collaborato all-iniziativa per una valutazioone politica e culturale assieme.
Ci si potrebbe ulteriormente confrontare dato che nulla e nessuno e' perfetto e si possono' sempre modificare le proprie convinzioni.
Lanciare la pietra dell'autocolonialismo e della conferma centralistica .per poi nascondere le mani che scrivono i testi non e' pero' accettabile in una democrazia imperfetta ma che va verso il federalismo e la sovranita' piu' possibile della Sardegna

Gianfranco Pintore ha detto...

Ci sono indubbiamente cose interessanti nel ddl di Cabras come, per esempio, la non inclusione dei beni culturali nelle competenze esclusive dello Stato. Non so se Cabras e i suoi collaboratori si rendono conto di modificare così i principi fondamentali della Costituzione che invece si affrettano a dire altrove intangibili.
Ad una prima occhiata, anche a me come a Mario, sembra una proposta impresentabile, ma concordo con lui e con il sen. Massidda che, comunque, è importante (e perché no? anche coraggioso) il tentativo di Cabras di far uscire il Pd dal silenzio sullo Statuto.
Forse sarebbe il caso, non oggi ma nel futuro immediato, mettere a confronto gli unici due articolati esistenti. Il ddl di Massidda è già stato trasmesso al Consiglio regionale, quello di Cabras lo sarà presto. C'è di che discutere e confrontare e, soprattutto, di che coinvolgere i cittadini.

Anonimo ha detto...

Non ho ancora avuto occasione di leggere tutta la proposta Cabras, ma anchio trovo gravissima l'omissione sulla presenza del Popolo Sardo, e solo tale nodo contribuirebbe a renderla impresentabile. Se questo è la chiarezza di idee del PD Sardo allora siamo a cavallo...Speriamo almeno che quella del Comitato di qualche anno fa fornisca spunti costruttivi per il dibattito che si svilupperà. Nel frattempo attendiamo anche una posizione (e soprattutto, un testo) da parte dei partiti Sardi eletti in Consiglio Regionale, in primis PSD'AZ e Rossomori. Sperando che i primi non si limitino alle critiche ed i secondi non scadano in certa trita retorica ideologica. Trovo inoltre utile rimarcare il fatto che la storia Sarda debba entrare obbligatoriamente su tutti i livelli della Pubblica Istruzione regionale. La sua assenza è una vergogna a cui bisogna porre rimedio. - Bomboi Adriano

Daniele Addis ha detto...

Mah, secondo me siete stati anche fin troppo buoni.
È molto peggio di quanto mi potessi aspettare dal leggere i vostri commenti.

Gianfranco Pintore ha detto...

@ Addis e Bomboi

In realtà, accanto a cose irricevibili, c'è qualcosa di buono che potrebbe essere colto come segno di buona volontà. In particolare, la acquisizione alla Regione di tutta la potestà legislativa, salvo che in materie di competenza statale e concorrente. Concettualmente si avvicina alla proposta del Comitato per lo Statuto e al ddl di Massidda.
Tutto va in malora non solo con il non riconoscimento dell'esistenza di un popolo sardo ma anche - faccio per esemplificare - con la previsione che il Consiglio regionale possa essere sciolto per "ragioni di sicurezza nazionale". Anche nell'attuale Statuto è così, ma è chiaro che più crescono i poteri della Regione, maggiori sono le tentazioni di inventarsi "ragioni di sicurezza nazionale".
Eppure, da qui la mia personale prudenza, a me sembra meglio un testo su cui discutere che non il nulla precedente.

Anonimo ha detto...

Bomboi Adriano

Ho letto poc'anzi le 5 pagine di relazione di Cabras e le 14 del DDL, ci sarebbe un discorso lungo e articolato da fare e quì non è la sede. Comunque, è vero Gianfrà che ci sono diversi punti interessanti. Come c'erano nella vecchia proposta Catalanista di Cossiga. Ma è prematuro certamente vedere la possibilità di un centralismo "disinnescare" un Consiglio regionale per motivanti di "sicurezza nazionale" perché il "pericolo" in questo DDL è proprio mitigato dal fatto che il Popolo Sardo si è ridotto a mero strumento di retorica per relazioni di bottega politica... Nella proposta Cabras vedo l'eliminazione di un problema, anzi, l'assassinio di un problema: C'è un arretramento evidente rispetto all'articolo 28 del corrente statuto. Ed affrontare un simile problema significava far avanzare il concetto di Popolo Sardo verso quello di Nazione....Però nascondendo la patata bollente (come sembra fare la dottrina Cabras) si sputa in faccia ai padri costituzionalisti in quanto lo spirito delle Specialità era ed è la difesa (o presunta tale) delle peculiarità identitarie territoriali. Ci vedo insomma tendenze "Brunettiane" ridimensionate da uno spirito federalista all'insegna dell'italianità. Ma a differenza di Massidda non credo neppure che il PD con questo testo abbia coperto una falla in materia: Da qualche mese in Sardegna per ragioni elettorali si aggira il fantasma di Sardegna Democratica apertamente condito da temi quali sovranità, popolo Sardo, ecc...Io chiaramente propenderei per questi ultimi se i dibattiti si facessero senza la volontà di sedurre l'area Irsiana...Ma le proposte anche in questo caso latitano. Direi quindi che siamo messi male: Intenti più o meno buoni ce ne sono tanti, ma proposte su cui discutere veramente poche...Per chi volesse leggerlo, segnalo un mio scritto incentrato sull'articolo 28 e pubblicato anche su Sardegna e Libertà giusto l'aprile scorso: http://www.urn-indipendentzia.com/URN/URN%20Sardinnya%20-%20L%27opinione%3b%20Sardi%20e%20Autonomia%20di%20serie%20B.pdf

Daniele Addis ha detto...

Mah, a me non sembra che dica che la regione abbia tutta la potestà legislativa, anzi, ne parla in maniera piuttosto generica e mette un sacco di paletti… non capisco in concreto cosa cambi rispetto allo statuto attuale che, anzi, mi sembra almeno più specifico. Mi sembra appena accettabile la parte riguardante il patrimonio e il demanio (che ovviamente riconosce la legittimità delle servitù militari… mi verrebbe da dire che solo i servi riconoscono le servitù, non gli uomini liberi).
Poi, certo, è meglio un testo su cui discutere, almeno gli si può cercare di spiegare dove sbagliano.

P.S. Ma la parte dove voi dite che la Sardegna è l’isola più periferica del Mediterraneo non la potete eliminare? O almeno spiegatela perché io , rispetto al mediterraneo occidentale, la trovo proprio centrale… al massimo la si può definire periferica rispetto all’Italia… è proprio questa la differenza tra autonomia e indipendenza: con l’autonomia la Sardegna rimane sempre e comunque una periferia; con l’indipendenza diventa il centro.