giovedì 27 agosto 2009

I cafoni di mezza estate

Fossi un lettore esclusivamente della stampa di sinistra (dal moderato Liberazione all'estremista La Repubblica) e fossi in partenza per le vacanze in Sardegna, non avrei dubbi. L'isola che mi aspetta è una landa del Far West, dove tutto è possibile dopo che a governarla sono entrati “quelli della destra distruttrice dell'ambiente”. Per mesi, prima, durante e dopo le elezioni di febbraio, i lettori delle diverse “Pravda” (Verità, in russo) sono stati, per così dire, informati che con il nuovo governo sardo: a) l'assalto dei mattonari alle coste sarà incoraggiato; b) le spiagge saranno privatizzate; c) la tutela dell'ambiente sarà l'ultima delle preoccupazioni.
Insomma, i cafoni di mezzo mondo troveranno pane per i loro denti. Si potrà scorrazzare con auto anfibie fin nelle spiagge ambientalmente più sensibili come Budelli (nella foto), si potrà sbarcare da una barca di lusso e cacciare i bagnanti, si potrà far provvista della sabbia più fine, gli albergatori potranno chiudere tutti gli arenili che vogliono e così via nefandezze commettendo. In più, niente timore: i cafoni saranno padroni del terreno, perché la catastrofe economica è incombente e in Sardegna arriverà pochissima gente. Immagino la delusione: l'isola straccolma di turisti, le finte concessioni e quelle truffaldine prontamente denunciate, gli arenili controllati e gli abusi denunciati. Il sognato Far West non c'è.
Quel che l'anonima cafoni fa o lo compie con favore delle tenebre, scaricando la spazzatura lungo le strade e in vicinanza di pregevoli beni ambientali, o è costretta a risponderne. Quando, fra qualche settimana, faremo i conti, ci accorgeremo che il catastrofismo economico ha fatto un buco nell'acqua e che, semmai, i problemi all'ambiente sono creati dal troppo affollamento. E ci accorgeremo anche che, forse, il supplemento di problemi risponde alla logica perversa del guastare l'immagine della nostra Isola.
Ma c'è chi non si rassegna alla sconfitta della propaganda politica e mediatica. E anzi rilancia, come fa oggi in un'intervista alla Nuova Sardegna l'ex assessore dell'ambiente Cicitto Morittu, corresponsabile dei disastri che i sardi dovranno pagare chi sa per quanto tempo. Adesso se la prende con la politica dei Parchi che il centrodestra vorrebbe mettere a rischio. Figlia del talebanismo ambientalista degli anni Novanta, la legge sui Parchi, voluta e votata dalla sinistra, sta mostrando tutte le sue pecche di accentramento, di ministerialismo, di messa ai margini delle comunità interessate.
Rimpiange, l'on Morittu, i tempi in cui c'era lui a governare e senza un minimo di pudore dimentica che dal suo governo “sono stati stralciati oltre un milione di euro destinati al Parco” della Maddalena. Non lo dico io, lo dice l'attuale direttore, Bonanno, nominato dal ministro Pecoraro Scanio d'intesa con l'ex presidente della Giunta, oggi deciso a far valere l'impostazione vincolista e accentratrice della legge voluta dai suoi patron politici: chiudere, vincolare, scremare le visite.
Ma c'è anche chi, oltre a Morittu e Bonanno, accettate senza colpo ferire ed ha anzi esaltate le magnifiche sorti e progressive dei parchi come L'Asinara e La Maddalena, adesso ha da obiettare contro il centralismo della Legge 394 (istitutrice dei parchi) che prima hanno accolto come salvifica dell'ambiente. Naturalmente, chiunque ha il sacrosanto diritto di cambiare idea: purché abbia il pudore di dirlo e, soprattutto, di non addossare ad altri i gravissimi errori fatti in nome di una vecchia e fallimentare politica di tutela ambientale.
Credo che tutti noi dobbiamo essere riconoscenti alle popolazioni montane del centro della Sardegna che hanno capito gli inganni nascosti dietro la legge sui parchi voluta da una sinistra giacobina nemica dei diritti di autodeterminazione delle comunità.

1 commento:

solo sardo ha detto...

i parchi son sempre serviti per dar soldi ai consulenti di sx, che pur di aver prebende son pronti alla cacciata dell'uomo, senza considerare che senza l'uomo non esiste rispetto ambientale, la politica dovrebbe dare più ruolo ai pastori che con la loro testardaggine riescono a tramandare ciò che i loro padri gli hanno consegnato. ciao Carmelo Cicalò