sabato 1 agosto 2009

Giustizialisti sull'orlo di una crisi di nervi

Non mi pare di aver visto sui giornali grandi servizi sull’inchiesta che a Bari sta mettendo in crisi la sinistra e il centrosinistra. Per un garantista quale io sono è un tuffo nella civiltà, le cui acque sono state per mesi agitate da pettegolezzi, gossip, sventolio di slip. Gli indagati di Bari sono persone innocenti fino a quando la magistratura non sarà di parere contrario fin all’ultima sentenza. Tutti, che si trattino di privati cittadini e che si tratti di influenti uomini politici e checché ne pensino i giustizialisti, oggi un po’ imbarazzati perché la magistratura sta dirigendo le sue attenzioni in ambienti che del giustizialismo ha fatto una sua bandiera.
Naturalmente non mi illudo che la moderazione con cui certi giornali parlano dell’inchiesta barese sia da ascrivere ad una improvvisa folgorazione garantista: è semplicemente perché i guai familiari (per lo più delitti economici, secondo i pm) sono in fondo perdonabili. Basta, per convincersene, dar uno sguardo al quotidiano-partito che, forse presagendo quanto stava per accadere ai partiti della sinistra barese, ha tentato la strada del pettegolezzo contro Berlusconi. Un modo come un altro per distrarre l’opinione pubblica dall’imminente scandalo della sanità.
Miserie umane e professionali. Che però fanno sollevare la pelle d’oca. Quel giornale-partito che ha tentato di sporcare il G8, di delegittimare il presidente del consiglio alla vigilia, addirittura montando un clima di suspense intorno ad una bomba mediatica pronta a scoppiare nei giorni dell’assise internazionale; quel giornale che ha inventato (insieme a un settimanale suo confratello) tombe fenice del IV secolo aC a Villa Certosa; quel quotidiano-partito non è, per fortuna, al potere. Immaginate solo per un attimo che ne sarebbe della Repubblica italiana se quelli di La Repubblica fossero i metodi della lotta politica. Da rimpiangere la Stasi di Ulbricht.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Onorevole, perchè se la prende così tanto con l'unica voce fuori dal coro? Lasci che la gente possa ascoltare anche una versione diversa da libero, il giornale, l'unione sarda, tg1, tg2, rete4, canale5, italia1 e sicuramente ne dimentico qualcuno. Poi chi vuole può trarre le proprie conclusioni. O forse il suo leader è stato più signore nella recente campagna elettorale sarda (http://www.youtube.com/watch?v=ANUEb-7AtoM), dove, a parte le solite barzellette, non ha fatto altro che gettare... fango su Soru come imprenditore e come uomo, al pari, appunto, della Repubblica. Preciso che non intendo difendere Soru, non ne ho il titolo nè mi interessa farlo, però quando Berlusconi diceva che un ottimo motivo per votare Cappellacci fosse il fatto che avesse una splendida famiglia, mi sembrava ingenuo non pensare che così facendo puntava ad evidenziare il fatto che Soru è divorziato. Sappiamo bene quanto questo aspetto possa garantire voti provenienti da una certa area.
Ora che anche la signora Veronica ha letto La Repubblica e ha deciso di lasciare il marito, questi non potrà più usare il valore della famiglia per ottenere quei voti. Tutta colpa della Repubblica, mannaggia a loro!
Mi scusi, ma mi pare che la trave che un lettore ha recentemente visto nel suo occhio stia crescendo e impedendo sempre di più la vista.
Cordiali saluti,
Piero Fancello

piergiorgio massidda ha detto...

Gentile signor Fancello.
Io temo che lei prenda come “voce fuori dal coro” un organo di stampa solo perché capace di solleticare e confermare le sue convinzioni. Mi conferma in questo, il suo elenco di organi di stampa che, perciò, non rappresentano le sue idee e fanno della realtà una rappresentazione che non la rassicura. Lei crede al giornale-partito (nel senso che pretende, spesso riuscendoci, a dettare la linea al “partito di riferimento), lo pensa fuori dal coro, ed è naturale che pensi servili gli altri giornali. Certo, neppure io sono soddisfatto del complesso del giornalismo odierno, in Sardegna, in Italia e fuori, che troppo spesso induce a trasformare i giornalisti da raccontatori di fatti in commentatori di fatti, a volte poco citati. Ma c’è un limite a tutto.
Certo non per lei, ma questo rapporto di molte persone con La Repubblica è per alcuni come la rassicurante coperta dietro cui Linus si nasconde per succhiarsi il dito. Pensano all’avversario come ad un Orco ed è naturale che propendano per chi quotidianamente e in modo rassicurante le mostrano l’Orco. Chi non lo fa, è semplicemente un servo dell’Orco. Per me, ma lei è assolutamente legittimato a pensarla diversamente, la libertà di stampa è cosa diversa.
Quanto al fatto che l’on. Soru sia divorziato, non credo che la notizia sia tanto di dominio pubblico (io, per dire, non lo sapevo) da suggerire a Berlusconi, sulla soglia del terzo divorzio, di contrapporre Cappellacci, che pure ha davvero una famiglia splendida, a Soru su questo piano. Si tratta di ben altro e non c’entra affatto il moralismo giustizialista che non appartiene a Berlusconi né a chi lo accompagna nella sua azione politica.

Anonimo ha detto...

Onorevole,
Voce fuori dal coro sta ad indicare qualcuno che, da solo, si comporta in maniera diversa da un insieme di altre entità che costituiscono, appunto, il coro. Rigirando le mie parole per raggiungere il suo scopo, è lei a dire che io credo alla Repubblica; io ho solo parlato di versione diversa, e del fatto che ognuno dovrebbe trarre le proprie conclusioni. E' ciò che cerco di fare nel mio piccolo, proprio perchè tutti gli organi di stampa, Repubblica compresa, tendono a soddisfare lo schieramento politico per cui parteggiano o cui più o meno appartengono. Lungi dal volerla offendere, ma parlare di rappresentazione della realtà da parte di tali organi mi pare un pò ingenuo. Le assicuro che mi trovo in una posizione equidistante nei confronti dei due schieramenti e delle relative testate, e la distanza è davvero tanta visto che per me stiamo parlando di politica estera. Ciò che mi premeva evidenziare era il fatto che lamentarsi dell'atteggiamento di Repubblica è un pò come il bue che dice cornuto all'asino, visto che Berlusconi ha non poche responsabilità circa il clima di (falso) scontro che contraddistingue la politica italiana. Per questo le ho indicato il link del comizio di Tempio dove non fa altro che parlare dell'avversario. Poi mi attribuisce pruriti che non ho, tantomeno ho convinzioni su fatti che non conosco, come le eventuali frequentazioni del premier. Aspetto, leggo e vedo, ma certo non posso basarmi esclusivamente su quello che dicono gli organi che le ho elencato, nè esclusivamente sulla Repubblica. Guarda caso oggi ci si mette pure il senatore Guzzanti, un altro che vede Berlusconi come un Orco. Un motivo in più per cui non posso fidarmi neanche del fatto che il suo leader definisce menzogne le rivelazione del "giornale-partito". Se parliamo di credibilità, la mia opinione è che ancora una volta il bue stia dicendo cornuto all'asino.
Saluti,
Piero Fancello