È legittimo che il governo dello Stato impugni leggi regionali che a suo parere travalichino le competenze attribuite dagli statuti e dalla Costituzione. Lo prevede proprio quest'ultima. Ciò non toglie che provo profondo dispiacere quando questo capita perché, di qualsiasi colore sia il governo, così prevale una cultura accentratrice, poco consona con il processo in atto di creazione di una repubblica federale. È il rammarico che ho provato davanti alla decisione di impugnare la legge del Consiglio regionale sulla stabilizzazione dei precari.
Pur contando che la Consulta dia ragione al Consiglio regionale, se e quando l'impugnazione governativa arrivi, credo sia opportuno che gli enti locali, e fra questi la Provincia di Cagliari, si servano di questa decisione del Governo per riflettere su due aspetti della questione.
Il primo è che è necessario utilizzare al meglio le competenze di alta qualità che esistono e che oggi, se penso alla Provincia di Cagliari, sono mortificate per la non nascosta urgenza di utilizzare la questione dei precari per fini elettorali.
Il secondo aspetto è che la selezione dei precari da stabilizzare deve abbandonare il costume clientelare che ha largamente caratterizzato i primi passi fatti da molti enti locali e imboccare la strada della scelta sulla base del merito e delle capacità. Sono caratteristiche, queste, che, anche nella Provincia di Cagliari , sono presenti nella generalità dei candidati alla stabilizzazione e non solo nei prescelti per merito di partito.
1 commento:
Un tempo si chiamava GAVETTA oggi si chiama PRECARIATO.... A chi non piacerebbe essere assunto da subito con contratto a tempo indeterminato.
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