mercoledì 2 dicembre 2009

Un "fuori onda" inquietante: il caso e il disegno

La pubblicazione di frasi dette quando si pensa che i microfoni siano spenti suona – dice oggi un commentatore – un furto di buonafede. Sto parlando, si sarà capito, dell'ultimo “scandalo mediatico” che ha avuto come protagonisti il presidente della Camera Gianfranco Fini e il procuratore Nicola Trifuoggi, conosciuto ai più perché 25 anni fa tentò di bloccare le trasmissioni di Fininvest.
La vicenda può essere letta in diverse maniere: come “furto della buona fede” e quindi prendersela con la stampa che, invece, secondo me ha fatto il suo lavoro; come un normale ribadire da parte di Fini della persino banale considerazione che il governo deve rispetto agli altri poteri dello Stato; come presa di distanza da parte di Fini dal partito che ha contribuito a fondare; ed altro ancora. Tutte cose, comunque, che riguardano i rapporti politici fra il presidente della Camera, il governo, la maggioranza che lo ha eletto a quell'alta carica e il presidente del Consiglio.
Non sono cero indifferente a questo ingarbugliarsi della situazione e, per mio stile di vita, provo sconcerto per le frasi di Fini contro Berlusconi, così come per quelle pronunciate dal procuratore della Repubblica: Berlusconi "è nato con qualche millennio di ritardo, voleva fare l'imperatore romano". Sta parlando, sia pure “fuori onda”, del presidente del Consiglio scelto dalla maggioranza degli elettori con il presidente della Camera, senza che questi almeno prenda le distanze da un giudizio offensivo di un uomo e dimostrazione di quanto poco ci si curi del rispetto per altri poteri dello Stato.
Ma non è questo, o non è solo questo, che mi sconcerta. Fin qui si sta in uno scambio di opinioni, per inappropriate che siano dati i ruoli dei protagonisti, fra due che non sanno di essere registrati. Quel che sconcerta è lo scambio di informazioni giudiziarie su una torbida vicenda che vede al suo centro un pentito e le sue “rivelazioni” che dovrebbero essere coperte dal segreto. Nella trascrizione del video che da ieri circola in Internet, si legge, detto da Fini: “Il riscontro delle dichiarazioni di Spatuzza ... speriamo che lo facciano con uno scrupolo tale da... perché è una bomba atomica". Va ancora più in là il presidente della Camera: "Si perché non sarebbe solo un errore giudiziario, è una tale bomba che... lei lo saprà .. Spatuzza parla apertamente di Mancino, che è stato ministro degli Interni, e di ... (Berlusconi?)... uno è vice presidente del CSM e l'altro è il Presidente del Consiglio...". Il procuratore conferma quanto sa, non è dato sapere perché, Fini: "Pare che basti, no?".
Certo, è importante che Fini abbia richiamato la necessità che le dichiarazioni del pentito siano controllate con “scrupolo”. Ed è importante che questo scrupolo sia stato assicurato dal procuratore suo interlocutore. Così, immagino, sarà fatto sino a concludere, come lo stesso Fini si è premurato di dire telefondando a una rete televisiva, che “Berlusconi non c'entra con la mafia”. Ma un conto saranno le risultanze delle indagini, altro conto è il bailame politico che si è sollevato. Sarà un caso che ad autorizzare la diffusione del video sia stato il presidente del “Premio Paolo Borsellino” e a farsi carico di diffonderlo per prima sia stata La Repubblica?

Nessun commento: