mercoledì 9 dicembre 2009

Niente di nuovo sul nucleare, salvo un allarmismo interessato

Non c'è niente di nuovo sul fronte del nucleare in Sardegna. C'è una cartina del Cnen del 1979 in cui si piazzavano le aree idonee ad ospitare centrali nucleari; una dichiarazione dell'amministratore delegato dell'Enel in cui si afferma che l'Enel ha individuato i siti in cui questa azienda li costruirebbe; il fatto che il governo deciderà a febbraio quali saranno i siti. A tutto questo, ampiamente conosciuto, si aggiungono le solite indignazioni perché il governo, il quale ha detto che la scelta sarà fatta entro il 15 febbraio, tiene “ancora top secret” il suo dossier.
Di ieri due notizie: la prima è che il Veneto vorrebbe ospitare la prima centrale, la seconda consiste nell'allarme del presidente dei Verdi, Benelli, che avrebbe saputo come nell'elenco dell'Enel ci sono otto siti, fra i quali Oristano. Tralascio la considerazione, che dovrebbe essere scontata, secondo la quale, come non decise il Cnen 30 anni fa così oggi non decide l'Enel cui spettano compiti diversi da quello di decidere dove fare le centrali. Sembrano dettagli, soprattutto a chi pensa a quanto ci potrà guadagnare dalla propaganda, ma dettagli non sono.
Non c'è solo il fatto che sarà il governo a decidere quel che è sua competenza decidere, ma anche quello, sostanziale, che in Sardegna c'è una decisa ed unanime contrarietà. C'è un impegno del governo regionale ad opporsi alla istallazione di una o più centrali nucleari e c'è in atto un notevole movimento che, spogliato di ideologismi e di tentazioni sempre e comunque antigovernative, è una garanzia del fatto che l'unità è possibile e, anzi, decisiva. Io rispetto, e l'ho diverse volte detto, la decisione autonoma delle regioni, come il Veneto, di ospitare una centrale nucleare e mi auguro sarà rispettata la decisione della Sardegna di non farlo.
Per quanto mi riguarda, sarò al fianco della Regione e dei sardi che non vogliono la centrale nucleare nell'Isola. Non sarò affatto con i fondamentalismi di chi già dichiara di non volere il nucleare ovunque nel territorio della Repubblica. Come tutti i dogmatismi anche questo è infantile, ingiustificato, antiscientifico e, soprattutto, profondamente offensivo delle autonomie regionali.
Salvo scoprire, un giorno, che l'allarmismo, come già è successo in Sardegna, si crei a tavolino per poi ascriversi la vittoria contro un disegno che mai c'è stato.

3 commenti:

Torquemada ha detto...

Senatore Massidda, mi permetta di credere poco alle sue rassicurazioni sul fatto che in Sardegna il nucleare non arriverà. Sarà che ho ancora fresco in mente questo suo luminoso intervento a difesa dell'energia nucleare al Senato del 5 maggio 2009 alle ore 18, in risposta al senatore Garraffa, ma credo valido anche come ragionamento generale. Mi consenta di condividere le sue parole di appena 7 mesi con i suoi lettori ed elettori. C'è da imparare molto.

[...]Ora, il Governo e la maggioranza attuali, grazie a specifiche quanto previsioni intervengono a sostegno di una zona che vive una situazione di particolare sofferenza e che dovrà fare i conti con una perdita di migliaia di posti di lavoro se non si interviene immediatamente sul fronte dell'energia. Vorrei ricordare che un provvedimento votato nel 1994, all'unanimità, è stato poi bloccato dalla Comunità europea che non ha ritenuto di intervenire a sostegno di realtà industriali, presenti in Sardegna e in Sicilia e che per un pauroso gap organizzativo vivono situazioni di particolare difficoltà, con un abbattimento dei costi legati alla produzione di energia. Se si pensa alla quantità di energia che consumano le industrie che si occupano dell'estrazione di alluminio, zinco o zolfo e al costo dell'energia, che in Italia è superiore del 40 per cento rispetto ad altri Paesi, come si può non intervenire?

Noi siamo intervenuti prevedendo la realizzazione di una struttura che, grazie ad un processo integrato, consenta di produrre direttamente dal carbone energia pulita, senza dispersione di anidride carbonica in atmosfera. È la prima volta che si immagina un'attività di dimensione industriale capace di produrre energia senza emissioni di sostanze tossiche in atmosfera. L'energia prodotta non solo sarà sufficiente per quella zona, ma garantirà anche 1.500 posti di lavoro in più. Forse per voi sono pochi, ma per la Sardegna rappresentano oro, considerate le decine di migliaia di posti di lavoro che si stanno perdendo. Grazie a quei posti di lavoro, si garantirà una produzione di energia mediante la quale si potranno salvare altri posti di lavoro. Questa è stata l'azione svolta dall'attuale Governo ed è in questo senso che ci siamo mossi in Commissione.

Del resto, in questo provvedimento sono contenute molte altre norme che consentiranno di mettere ordine ed aiutare le nostre imprese ad uscire dall'attuale crisi. Certamente l'azione svolta dalla Fiat è stata splendida e ci deve inorgoglire, ma non è sufficiente, non esiste solo la Fiat. Bisogna, infatti, tener conto anche del piccolo artigiano che quando accende la luce ed usa energia spende il 40 per cento in più del corrispettivo in Francia. Ormai anche l'ultimo dei cittadini ha capito che non bisogna più avere paura del nucleare e delle conseguenze che possono derivare dal suo utilizzo, come è accaduto per Chernobyl.

È inutile continuare a fare il sacrificio di non aprire centrali nucleari in Italia, tra l'altro di ultima generazione e dunque particolarmente sicure, per paura del nucleare, quando molti Paesi confinanti, quali Francia e Svizzera le hanno già costruite. Voi fate riferimento ai danni conseguenti a Chernobyl, ma avete paura di impianti molto più moderni. Sostenete che vi è un problema di scorie, ma dimenticate un fatto. È vero che bisogna risolvere il programma delle scorie, ma certo non si può neanche risolverlo come sosteneva qualcuno dei vostri governanti della scorsa legislatura, che proponeva di mandare le scorie nel deserto del Maghreb. Se volete posso anche dirvi il nome e il cognome.

Certo, il problema dei rifiuti tossici va risolto, ma non è legato solo alle centrali nucleari. Ad esempio, anche per un semplice esame della tiroide si usa materiale radioattivo, che produce scorie. Quindi, anche per scopi estremamente importanti, noi già produciamo delle scorie radioattive e abbiamo delle centrali bloccate, che continuano a perdere danaro, perchè dobbiamo mantenerle in sicurezza.
[...]

piergiorgio massidda ha detto...

@ Torquemada
Naturalmente le ha tutto il diritto di non credermi; del resto con lo pseudonimo che ha scelto, mi supirei del contrario. Mi permetta, però, di ribadire qualcosa brevemente: Io non sono affatto contrario al nucleare in sé, sono decisamente contrario all'impianto di una centrale in Sardegna. Partecipo con la gran parte del popolo sardo e delle sue forze politiche, sociali e culturali al moto di contrasto deciso all'energia nucleare nell'isola. Non sento di aver alcun diritto a dire di no alle regioni che, invece, ritengono utile e indispensabile questo tipo di energia.
In Sardegna pensiamo, credo a buon titolo, di poter sviluppare un modello economico e di civiltà diverso da quello di altre regioni e di stati con noi confinanti. Tutto qui: nessuna fobia irrazionale e ideologica contro la produzione di energia nucleare assai meno inquinante delle fabbriche che, in Sardegna, siamo impegnati a mantenere per salvare i posti di lavoro.

Luca ha detto...

Onorevole lei è senz'altro una brava persona, ma mi permetta di riprenderla sulla “questione ambientale”, non se la prenda, ma secondo me non la tratta con la dovuta attenzione, cadendo nella tentazione di dare del "fondamentalista talebano" a chi la pensa diversamente da lei, questa sua posizione sul nucleare la ritengo inadeguata e profondamente errata.

Se ha seguito le vicende energetiche a livello europeo saprà che a luglio 2009 è stato costituito il consorzio d’imprese “Desertec” a guida tedesca, con la missione di realizzare Centrali Solari nella sponda sud dell'Unione per il Mediterraneo, si prevede, entro il 2040, un investimento di 400 miliardi di euro capaci di produrre energia elettrica per circa 650 Twhe annue, oltre il doppio del consumo attuale dell’Italia, quello di origine fossile è circa 280 Twhe annue.
E’ notizia recentissima che la super nuclearizzata Francia con in testa il suo Presidente Nicolas Sakozy ha fortemente contribuito alla creazione del consorzio d'imprese "Transgreen", la nascita verrà ufficializzata il 25 maggio al Cairo durante il summit dei 43 ministri dell’Unione per il Mediterraneo ed avrà il compito di avviare lo studio per la posa nel fondale del Mediterraneo dei cavi sottomarini che consentano il trasporto dell'Energia Elettrica Nord Africana in Europa e quindi realizzare le "Linee di Corrente Continua ad Alta Tensione (High Voltage Direct Current, HVDC)" tra le due sponde del mediterraneo, questo consorzio d’imprese sarà capitanato dalla società statale francese EDF, quella che dovrebbe affiancare Enel nella realizzazione delle Centrali Nucleari italiane.
Di positivo sul versante italiano c’è da notare che in entrambi consorzi, ora, è finalmente presente anche Enel.

Una riflessione su questi sviluppi la dovrebbero portare quantomeno a rivedere la sua "totale non ostilità al nucleare".
Pensi tra l’altro agli “Asteroidi” sempre caduti sulla Terra e che purtroppo continueranno a farlo.
Non le sfugga, il fatto che tra una superficie terrestre ricoperta di centrali nucleari ed un Pianeta “senza pericoli nucleari” c'è veramente una gran bella differenza.
Non cada nella trappola di chi dice che se ci colpisce un asteroide esso stesso equivale a non so quante migliaia di bombe nucleari, infatti capita che si prendano lucciole per lanterne, quando si citano tali equivalenze esse sono riferite "esclusivamente" alla quantità di “potenza Termica” sprigionata dall’impatto e non certo alle emissioni Radioattive rilasciate dall'asteroide che in genere sono nulle.

Buon lavoro Senatore e non abdichi la questione ambientale alla sinistra.
Cordiali saluti, Luca.

PS: le cito gli ultimi dati sulle installazioni di Pannelli fotovoltaici e Pannelli Termici(acqua calda) mettendo a confronto la Germania, con l’Italia. La prima 30% di energia elettrica da nucleare con piano d’uscita sempre attivo(è stato solo rallentato, non certo eliminato come i soliti parolai dicono) nei primi anni di questo secolo sono state spente 2 centrali; noi apparentemente ad energia nucleare “zero” in realtà ne utilizziamo il 15% di origine nucleare, prodotta all'estero.

Fotovoltaico anno 2009:
Germania 3.800 Mwp installati, per complessivi 9.000 Mwp;
Italia 600 Mwp installati, per complessivi 900 Mwp.

Pannelli Termici anno 2008:
Germania 2.000.000 di mq, per complessivi 12.000.000 mq;
Italia 400.000 mq, per complessivi 1.600.000 mq.

Notare che 9.000 Mwp di fotovoltaico non rappresentano briciole, come gli antisolari continuano a sbraitare, ma in Italia sarebbero pari al 4,5% del consumo elettrico di origine fossile.