venerdì 18 dicembre 2009

La Sassari-Olbia in dirittura d'arrivo. Continuiamo a vigilare

La questione della Sassari-Olbia ha dunque avuto una importante svolta con la messa a disposizione dei primi 162 milioni di euro e con la conseguente decisione di usare per la sua costruzione le modalità accelerate previste per il G8 ed impiegate nella ricostruzione in Abruzzo. Gli altri 470 milioni, stanziati, seguiranno per il completamento, dice una persona attendibile come Bertolaso, entro il 2014. Si tratta di un primo successo – non totale – di una grande mobilitazione popolare unitaria e della determinazione con cui, senza inutili strilli e agitazioni, il governo sardo ha seguito la vicenda.
L'opposizione, politica e mediatica (spesso interdipendenti, e questo non fa bene ai media), dopo aver allarmato l'opinione pubblica con toni esasperati, oggi è costretta a cimentarsi in quel in cui riesce meglio: cercare il pelo nell'uovo, rispolverare gli slogan sessantottini del “tutto e subito”. L'importante primo successo di una battaglia in cui istituzioni e cittadini si sono trovati uniti e in cui l'opposizione è stata non domina ma comprimaria è, così, svilito sull'altare degli stereotipi: le battaglie sono vinte solo se a guidarle sono i migliori, l'opposizione si deve opporre sempre e comunque. Che peccato, intaccare il grande clima di unità per piccoli calcoli.
Più interessante, e da me pienamente condiviso, è l'atteggiamento vigile del movimento che intorno alla Sassari-Olbia si è creato e sviluppato: un misto di soddisfazione per il primo risultato raggiunto e di richiamo a non abbassare la guardia. Il presidio a Enas, dove per diciotto giorni ha stazionato il camper dei due consiglieri del Pdl, Gigi Carbini e Pietro Luciano, e dove per tredici giorni hanno fatto lo sciopero della fame, è stato smantellato. Contemporaneamente si è deciso che la mobilitazione continuerà. È giusto che così sia.
Si è sentito ieri qualcuno lamentarsi perché la Sicilia ha ottenuto di più nella riunione del Cipe. A parte che va considerato che altre regioni hanno ottenuto meno della Sardegna, hanno idea, i critici, dell'unità che i siciliani riescono a raggiungere quando sono in gioco gli interessi della loro terra? E hanno, soprattutto, idea di quale immagine dia la politica sarda quando, di fronte a un risultato ottenuto grazie anche all'unità popolare, c'è ci si agita per distruggere l'unità raggiunta? Per piccoli calcoli di bottega, si sono chieste le dimissioni del presidente della Regione. Pensano, costoro, che una classe politica che in viaggio si comporta come i capponi di Renzo sia credibile nelle giuste rivendicazioni del popolo sardo?

3 commenti:

p.atzori ha detto...

Occorrerebbe un’informazione storica più puntuale e attenta per dare battaglia al Senato della Repubblica, ma questo non è mestiere mio, essendo un autodidatta in Storia.
La Storia della Sardegna dovrebbe essere insegnata fin dalle elementari. Se lo fosse stato, se i nostri rappresentanti l’avessero imparata a dovere la Storia della nostra isola non saremmo qui a chiedere la sollecita restituzione del maltolto, intendo dire dei denari della Sassari-Olbia. Semplicemente nessuno avrebbe osato fare il gioco delle tre carte con i nostri soldi.
I nostri rappresentanti, a prescindere dai partiti, possono partire dalla parola Padania che significa per noi tasse e vite umane a iosa. Tasse, perché già prima dell’unità italiana, i piemontesi tassavano i nostri terreni sassosi alla stregua dei fertili e produttivi terreni padani. Il regime delle tasse sui nostri terreni è stato sempre iniquo e il drenaggio intollerabile di soldi è durato fino a non molti decenni fa. E’ nella coscienza collettiva del nostro popolo. Questa analisi l’aveva già fatta Carlo Cattaneo, buon conoscitore di cose sarde, a cui la Lega s’ispira. Cattaneo suggeriva anche come uscire dall’ingiustizia a danno dell’isola. La lega invece ha preteso e ottenuto lo storno dei nostri denari della Sassari-Olbia per le quote latte padane. Quelli della lega e il loro governo dovrebbe grandemente vergognarsi per questa operazione. Il federalismo di Cattaneo è un’altra cosa!
Alitalia. Il governo ha voluto salvare Alitalia, e, aggiunge il sen. Massidda, alcune migliaia di posti di lavoro. Anche a me era sembrata un’operazione logica e necessaria, vista da italiano. Ma che a garantire i denari dovessimo essere noi per primi mi pare sommamente ingiusto.
Anche qui occorre assolutamente riferirsi alla Storia dei trasporti da e per l’isola. I sardi da sempre pagano più degli altri italiani per chilometro di spostamento. Solo da pochi anni è stata introdotta la continuità territoriale. Noi sardi sappiamo cosa evoca la parola Tirrenia. L’Alitalia idem, evoca iniquità e isolamento giacché pochi potevano pagare le cifre dei biglietti aerei. L’Italia con Alitalia ha continuato a mantenerci in gabbia. Nel 2001, Alghero-Roma e ritorno Lire 500.000. Siamo venuti a sapere che parte di queste 500.000 servivano per privilegi e cattiva politica. Dunque stornare i nostri denari della Sassari-Olbia per sanare Alitalia è stata un’operazione vergognosa.
Piero

p.atzori ha detto...

Padania uguale vite umane a iosa. Alludo al contributo di vite umane dato dalla Sardegna contro gli austraci nella prima guerra mondiale.

Anonimo ha detto...

@p.atzori
La storia .....sono pienamente d'accordo con lei, bisognerebbe conoscerla. Conoscere il passato per capire il presente e ..........pensare, progettare un futuro migliore. Ma se proprio la storia non la si vuole insegnare, si potrebbe far ricorso alla geografia. La "padania", area geografica delimitata dallo spartiacque dei rilievi che delimitano il bacino idrografico del fiume po, il fiume sacro al popolo della lega che segna un solco lungo la "padania", che rivendica con decisione la propria identità. Be , senza ombra di dubbio la nostra "sardinnia" ha confini ben più chiari. I confini netti tra terra, mare e cielo. Ma il popolo che la abita, non si accorge di ciò.

MP