lunedì 7 giugno 2010

Non diano nulla per scontato

Un liberaldemocratico parla con tutti e soprattutto con coloro che dissentono, senza mai ritenerli dei traditori. Un vetero comunista pensa che chi dissente non ha diritto al dialogo, se non per sentirsi accusare. Culturalmente un liberaldemocratico pensa che i dissenzienti siano persone in disaccordo. Un vetero comunista pensa che i dissenzienti siano persone eretiche da mettere fuori dal partito. Tutti dovrebbero ricordarsi che la liberlademocrazia difende la libertà di espressione e valorizza come una risorsa posizioni differenti. Il veterocomunismo, che abbiamo sempre combattuto, impone un pensiero unico deciso tra pochi: chi non è daccordo è un eretico, un traditore.
Sono due culture politiche in antitesi, per la prima quel che conta è l'individuo e il suo diritto alla libertà; per la seconda vale il principio secondo cui ha sempre ragione il partito e tutti si devono uniformare. A Cagliari, questa seconda scuola di pensiero ha fatto adepti importanti anche nel mio partito; fintanto che comanderanno tenteranno di imporre questa linea ai militanti e alla base. In pochi hanno sancito che con Massidda non si collabora, tanto il voto suo e dei suoi sostenitori è scontato, “ci viene gratis”.
Su una cosa, naturalmente, hanno ragione: sono fra i fondatori del Popolo della libertà, suo dirigente e lo rappresento nel Senato della Repubblica, il mio voto andrà al Pdl. I miei sostenitori, donne e uomini di centrodestra e di centrosinistra, gente che si è avvicinata alla politica perché si è riconosciuta in una comune battaglia per la democrazia contro la metastasi del correntismo, non sono miei fedeli scudieri, sono persone libere a cui mai mi sognerei di imporre una indicazione di voto. Dimostrerei loro che hanno mal riposto la loro fiducia in me.
Questo dico e ribadisco perché del risultato del ballottaggio, io e i mei amici non portiamo alcuna responsabilità.

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