venerdì 11 giugno 2010

Una legge per la civiltà

Sono felice di aver contribuito alla approvazione di una legge che renderà la nostra società più civile e più libera dall'incubo opprimente di un Grande fratello che tutto ascolta. Per i mafiosi, gli autori di trame terroriste, i delinquenti, i corruttori e i corrotti non cambia alcunché. I magistrati che vorranno usare le intercettazioni per fini di giustizia continueranno a poterlo fare, con la garanzia che gli onesti non finiranno nei tritacarne mediatici che hanno violentano in questi anni migliaia di cittadini, spesso distrutti nelle loro carriere e negli affetti familiari, senza neppure ricevere, alla fine della loro odissea, le scuse di chi aveva gettato fango sulla loro onorabilità.
L'opposizione (parlo, sia chiaro, di quella costituzionale, non di quella eversiva e giustizialista) ha perso un'occasione unica per mostrare la sua volontà di contribuire alla fuoriuscita dal clima di imbarbarimento che tendeva a erodere alle fondamenta lo Stato di diritto. In esso si sanzionano i delitti non i comportamenti sessuali degli individui, e poiché così deve essere, non si può consentire che un pm o un funzionario di una Procura trasmetta ai giornali quintali di intercettazioni telefoniche perché si possa fare strame della onorabilità di chicchessia. Sia il gruppo di pastori orunesi di cui non si capisce la lingua, sia il presidente del Consiglio.
Una società in cui i cittadini temono di parlare al telefono o all'aria aperta o in casa per timore del Grande fratello non è una società libera. So benissimo che intercettando decine di migliaia di persone, centoquaranta mila in un anno, c'è la possibilità di avere notizie di qualche reato commesso, così come so che alla fine dell'Ottocento, rastrellando un intero paese, si aveva la probabilità di arrestare qualche delinquente. Ma uno Stato di diritto può consentire rastrellamenti virtuali o fisici?
Non ho dubbi, insomma, che il Senato abbia fatto la cosa giusta e che cosa giusta farà la Camera. Non è perfetta, avendo dovuto scontare una quantità di compromessi, suggeriti da oppoizione e mondo della stampa. Del resto, una legge non è per sempre e il legislatore saprà modularla mano a mano che i suoi effetti saranno monitorati e verificati. Resta la questione dei limiti posti alla pubblicazione delle intercettazioni. Con un atteggiamento corporativo, da vera Casta, i sindacati dei giornalisti insorgono gridando all'imbavagliamento della stampa. Ho profondo rispetto di chi non la pensa come me, ma chiedo ai giornalisti con i quali ho rapporti di amicizia, forse erano meno liberi i giornali quando non dovevano attendere qualche compiacente elargitore di interi fascicoli di intercettazioni? Erano, voglio dire, meno liberi i vostri colleghi che scoprivano le notizie con le loro inchieste, con la faticosa ricerca fatta di interviste, di voci da verificare? Forse che questa legge impedisce di continuare a scavare alla ricerca di notizie?
No, questa legge impedisce di continuare un andazzo che moltissimi giornalisti hanno sottoposto a dura critica, e a volte ad autocritica, senza alcuna modifica di comportamento. Un piccolo, forse sincero, mea culpa per il tanto che era necessario a pubblicare intere paginate di intercettazioni in cui venivano travolti presunti colpevoli e sicuri innocenti. Bene, questo ora non sarà più possibile: il bene prezioso della libertà di stampa dovrà convivere con quello altrettanto prezioso del diritto di ogni cittadino alla riservatezza. Sono convinto che ne guadagnerà la qualità dei giornali, oggi in drammatica crisi di credibilità e di diffusione, e, soprattutto, la libertà della stampa.

4 commenti:

Agostino Sanna ha detto...

Bravi. Ora però quando ve li abbassate gli stipendi? e quando abrogherete la norma che vi da la possibilità di andare in pensione dopo solo due anni di "lavoro"?
Siete centinaia nel parlamento a fare leggi che proteggono il vostro padrone e voi stessi noi qui fuori che non arriviamo a fine mese.

Maralai ha detto...

adesso sarà ancora più felice che ha determinato la sconfitta del candidato del centrodestra con la sua sconsiderata discesa in campo di contrasto a Farris. sinceramente le chiedo: ma non si vergogna di restare nel pdl?
Maralai
(mario nanni)

Grazia Pintore ha detto...

Onorevole Massidda,pur non essendo per niente favorevole a questa legge bavaglio,che lei appoggia (ma quando si renderà conto che Silvio vuole imbavagliare tutti per fare quello che gli pare,come se non lo facesse abbastanza)io continuo a stimarla tanto,infatti i suoi capi hanno perso perchè hanno preferito a lei un altro e i votanti del PDL si sono ribellati e ha vinto la sinistra.questo è l'errore che fanno i capi sia del PDL che del PD,mi auguro che imparino ad essere meno prepotenti ma ho grossi dubbi.

piergiorgio massidda ha detto...

Caro Austinu, capirà che è molto difficile rispondere a chi parla con in mano il breviario della propria setta. Articoli un pensiero suo e ne potremo parlare.

Caro Nanni, non sono affatto felice, anzi sono dispiaciuto. Ma lei a quale tipo di sardo appartiene, a quello che subisce le prepotenze o a quello che sente di avere non solo il diritto ma soprattutto il dovere di resistere all'arroganza? Io sono di questo secondo tipo. Forse lei non conosce bene la vicenda che pure ha avuto un certo rilievo. Ne parlerò diffusamente su questo blog per chiarire una volta per sempre. Potevo scegliere se fare il sottosegretario alla sanità o mantener fede all'impegno assunto con migliaia di persone. Ho fatto quest'ultima scelta.