sabato 5 giugno 2010

Un paio di considerazioni prima del secondo turno

In questi ultimi anni, migliaia di persone militanti di base del Pdl, hanno assistito con imbarazzo e delusione al fatto che in certi gruppi dirigenti fosse ignorata la meritocrazia e premiati, invece, il trasformismo e l'opportunismo, senza il rispetto dovuto alle capacità individuali. La sollecitazione di molte migliaia di persone mi ha indotto ad assumere un impegno politico, culturale e morale che nessuno può sospettare di fame di poltrone. Io ne ho già una e prestigiosa nel Senato della Repubblica e per mantenere il mio impegno ho rinunciato ad un incarico che avrebbe coronato il mio sogno di occuparmi, nel governo, di sanità.
Chiarito questo, sento di dover fare un paio di considerazioni sulle ultime vicende elettorali. La prima è che Farris, con il suo 46,5 per cento personale e il 48,7 delle liste, non ha perso; ha perso un metodo politico nel quale anche il candidato del Pdl si è lasciato coinvolgere nella vana illusione che qualsiasi uomo di corrente abbia la vittoria in tasca in un clima favorevole al centrodestra. La seconda considerazione è che il centrodestra continua ad essere il primo schieramento nella provincia di Cagliari, posto che i voti per Massidda e i voti per Farris, sommati insieme danno il 57,7 per cento. Più di quanto i sondaggisti avessero previsto.
C'è anche una terza considerazione da fare: più del 2 per cento degli elettori delle liste del Pdl e degli alleati non ha dato la propria preferenza a Farris; di contro, per me ha votato quasi l'1 per cento in più di quanti abbiano votato le mie liste. Piccoli numeri, si dirà, ma importanti segnali. Seimila elettori hanno votato Pdl ma non Farris; quattromila elettori non hanno votato le mie liste, ma me sì. Comunque si guardino i risultati, quel che ne esce fuori con chiarezza è che la mala piaga del correntismo, aperta nel corpo sano del Pdl da Salvatore Cicu, non paga. Finito il ballottaggio, dirigenti responsabili dovrebbero trarne le conseguenze.
Pur essendo vietata la diffusione dei sondaggi, gli autori della candidatura dell'amico Farris – nei confronti del quale, sia ben chiaro, non nutro alcun tipo di ostilità – sono andati spargendo la voce che io non sarei andato oltre il due per cento, autorizzando il candidato ad annunciare ad elettori e media che aveva già vinto e che non ci sarebbe stato alcun ballottaggio. La realtà è che ho ottenuto quasi cinque volte di più e che il ballottaggio ci sarà. Il diavolo del correntismo sa fare le pentole, ma non ha ancora imparato a fare i coperchi.
Adesso mi si chiede, soprattutto in maniera implicita e quasi mai esplicita, di far convergere su Farris i consensi che ho avuto. So, o credo di sapere, che la grandissima parte di chi mi ha votato ha sentimenti e passioni di centrodestra. Ma non tutti lo sono: ho avuto consensi da elettori che, pur provenendo da altre culture politiche, hanno apprezzato il coraggio e la determinazione con cui ho teso a vanificare la prepotenza della nomenklatura. Detto questo, io non sono e non mi sento padrone di voti, concetto estraneo alla mia concezione della politica; tanto meno sono in grado di orientare voti verso chi non ritiene i miei elettori e me degni di partecipare alla condivisione di un progetto per amministrare la Provincia di Cagliari.
Io sono fondatore, dirigente e militante del Popolo della libertà e conosco quale è il mio dovere, una volta raggiunto l'obiettivo di mettere in mora la metastasi delle correnti. Chi mi ha onorato del suo consenso, no, non ha lo stesso mio dovere morale. Da donne e uomini di centrodestra sapranno scegliere. Ma non mi si chieda, per di più per vie traverse, di far finta che un apparato abbia deciso, nel chiuso delle sue stanze, di candidare un proprio uomo senza alcun confronto con altre possibilità sicuramente vincenti. E vincenti al primo turno, come – e questo è imperdonabile – segnalavano i sondaggi ben conosciuti.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Egregio Senatore Massidda,
leggo con interesse l’ultimo post del suo blog e, tra le righe della sua analisi politica sull’ultima tornata elettorale per le provinciali, mi soffermo in particolare su alcuni passaggi numerici da Lei proposti, sui quali, a un’attenta rilettura del voto, mi consenta di non trovarmi in accordo con quanto Lei scrive.
Mi spiego meglio. Mi riferisco esattamente a quella che lei indica nel suo post come la “terza considerazione”. Nello specifico, Lei scrive: “più del 2 per cento degli elettori delle liste del Pdl e degli alleati non ha dato la propria preferenza a Farris; di contro, per me ha votato quasi l'1 per cento in più di quanti abbiano votato le mie liste”.
Questo il Suo virgolettato. Tuttavia, stando ai fatti, la realtà appare alquanto differente. Per inteso: i numeri sono i numeri e da lì non si sfugge. Il candidato Giuseppe Farris ha ottenuto un risultato di 99.053, la coalizione di centrodestra si è attestata a 93.487 preferenze. Risultato? Farris conta, rispetto alla coalizione di centrodestra, oltre 5000 voti in più. Come Lei mi insegna, sono i valori assoluti che in questi casi vanno considerati. Più esattamente dunque: il dato percentuale del 48,68 %, è misurato sulla somma di preferenze date a tutte le liste. Il dato del 46,53 % è la percentuale rispetto al valore assoluto delle preferenze dirette di tutti i candidati alla Presidenza. Come Lei saprà è un errore paragonare percentuali che si attestano su una base numerica differente. Se Lei quindi si soffermasse su questo punto scoprirebbe per assurdo che Farris non solo non è sotto come Lei indica, ma addirittura sopra le preferenze della sua stessa coalizione. E di oltre 5000 voti.

piergiorgio massidda ha detto...

Caro Carlo, ha ragione: i numeri sono numeri. Ma, mi perdoni, bisogna saperli leggere. Leggiamoli insieme. In provincia di Cagliari hanno votato per le liste 192.032 elettori e solo per i candidati presidenti 212.864 elettori, 20.832 in più. Di questi, Giuseppe Farris ha intercettato 5.566 voti, pari al 5,9 per cento dei voti di lista; io ho avuto come persona 3.576 voti, pari al 22,9% dei voti di lista. Persino Graziano Milia ha fatto meglio, ottenendo 8.109 voti personali, pari al 12,7% dei voti di lista. Se però lei è contento del risultato, non voglio deluderla. Ma i numeri, come dice, sono numeri.
Del resto, come ho più volte detto, io voterò Farris e le mie erano valutazioni oggettive.

elettra ha detto...

Se vogliamo far valere i nostri voti, dobbiamo tapparci il naso e votare Milia. Tra 18 mesi si ritornerà a votare e si vedrà poi chi ha più voti....! E' giusto che tu voti il PDL, ma io non ho tessera e sono uno spirito ribelle - mi piacciono gli onesti - sono libera di rivotarti nel nome di Milia. Basta con le imposizioni, con l'arroganza e con la spegiudicatezza di chi ha in mano la vittoria...... questa non è ancora certa e come me altri la pensano in simil modo. Staremo a vedere! Elettra