martedì 29 giugno 2010

Quattro domande alle Soprintendenze sarde

Ho fatto mie quattro domande che la petizione di un migliaio di firmatari sottopone alle soprintendenze archeologiche della Sardegna. E le ho trasformate in una interrogazione al ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, perché dia una risposta in Commissione. Il testo della petizione, accompagnato da due fotografie di altrettanti reperti e dall'elenco dei firmatari, è stato spedito a tutti i parlamentari eletti in Sardegna, ai capigruppo in Consiglio regionale e ai due soprintendenti archeologici dell'Isola.
Naturalmente non conosco la fondatezza degli elementi che stanno alla base della petizione, ma credo mio dovere di rappresentante del popolo sardo fare in modo che a queste domande si dia risposta.
Questo il testo dell'interrogazione:

Premesso che:
Nei giorni scorsi i parlamentari sardi hanno ricevuto il testo della petizione "Abbiamo diritto a sapere: la Soprintendenza parli" sottoscritta da 1044 firmatari;
In detta petizione vengono illustrate le problematiche relative a:
Il rinvenimento di un coccio nei pressi di Villanovafranca o di Senorbì, in provincia di Cagliari, risalente al XV - XIV secolo avanti Cristo con iscrizioni indicate come cuneiformi da un noto assiriologo;
Il rinvenimento nei pressi di Teti, di una navicella nuragica fittile con evidenti segni di scrittura;
Il rinvenimento avvenuto, secondo l'emittente Videolina, lo scorso febbraio, di una ceramica con una misteriosa scrittura;
Il rinvenimento nei pressi di Pozzomaggiore in data imprecisata di un coccio di ceramica con evidenti segni di scrittura;
considerato che:
La petizione citata è corredata da adeguata rassegna fotografica riferita ai reperti citati;
l'interrogante chiede di sapere se risulti al Ministro in indirizzo tutto quanto sopra riportato e, in caso affermativo:
Se i ritrovamenti sopra citati siano corrispondenti al vero e quale sia lo stato dei reperti;
Se detti reperti rinvenuti siano allo stato custoditi e da chi;
Se sia a conoscenza di ulteriori scavi o studi effettuati su detti reperti al fine di verificarne l'autenticità e la eventuale datazione;
Se sia a conoscenza delle procedure poste in essere dalle Soprintendenze competenti per procedere alle necessarie operazioni di catalogazione ed esame dei reperti in oggetto.


Sen. Piergiorgio Massidda

Nella foto: una delle immagini inviate a parlamentari e consiglieri regionali. Si tratta della navicella fittile di Teti

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