domenica 20 settembre 2009

Da Di Pietro un invito all'eversione

Con quale faccia il Pd pensa di proporsi, fra quattro anni, alla guida dello Stato avendo come alleato un personaggio come Antonio Di Pietro? L'ex pm ha ieri paragonato il presidente del Consiglio italiano, eletto in democrazia, con l'ex dittatore irakeno Saddam Hussein. Insomma un avversario politico, esponente di una delle democrazie europee più consolidate, è messo sullo stesso piano di un satrapo orientale, leader di uno stato che ancora oggi, dopo anni di guerra, stenta a essere considerato democratico. L'offesa, con tutta evidenza, non è rivolta solo a Berlusconi ma, nella irresponsabile e incontrollata logorrea di Di Pietro, ai milioni di elettori che democraticamente l'hanno scelto.
Quest'ultima esternazione, a differenza di altre, ha avuto poco rilievo sui giornali di ieri, segno evidente dell'imbarazzo della stampa di fronte all'ingombrante personaggio che persino un moderato e parco di aggettivi come Bondi, ha definito “bandito”. Un imbarazzo che, credo, segnala all'opinione pubblica l'insostenibile leggerezza e labilità comportamentale dell'individuo. Capisco l'atteggiamento prudente dei giornali, ma non lo condivido. In quel paragone c'è qualcosa di più di una incontinenza, temo ci sia un progetto eversivo. Se non siamo all'annuncio di colpo di stato come paventa il ministro Brunetta, poco ci manca.
Ci sono élite irresponsabili che stanno preparando un vero e proprio colpo di stato” ha denunciato il ministro riferendosi alla parte elitaria e parassitaria della sinistra. Io non so, naturalmente, su quali basi Brunetta fonda questo suo convincimento né se si tratti di una iperbole preoccupata. Ma certo affermare che Berlusconi cadrà così come Saddam Hussein è lo stesso che suggerire atti violenti per far cadere il governo, l'uso della forza al posto della forza del voto democratico. Con quel paragone Di Pietro invoca un “regicidio” non più solo metaforico e incita all'eversione.
Il segretario uscente del Pd, Franceschini, ha detto a un giornalista sardo che con Di Pietro “deve prevalere l’impegno comune”. Dubito che si riferisca ad un impegno comune per i propositi eversivi e, tutto sommato, immagino che Franceschini voglia così titillare l'estremismo presente nel suo partito per resistere alla battosta che si appresta a ricevere dal suo concorrente Bersani. Ma chiedo a Federico Palomba, rappresentante di Di Pietro in Sardegna e parlamentare, mio amico e galantuomo, se non prova almeno fastidio nell'essere associato ad un irresponsabile fomentatore di odio e di violenza eversiva. Qui non si tratta più di pur accesi dibattiti fra garantismo e giustizialismo. Con il capo del suo partito sono in gioco la democrazia occidentale e i suoi principi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questo infamante paragone di di pietro(lo scrivo volutamente minuscolo) tra l'altro è una scopiazzatura di quello spettacolo comico di qualche anno fa,se non erro era zelig o comunque un programma mediaset,dove un signore,di cui non ricordo il nome...mi sembra fosse un europarlamentare tedesco...veniva paragonato ad un kapò nazista interpretato da ficarra e picone!!!...Ma questo di pietro senza idee si ritrova a scopiazzare i programmi tv altrui,offendendo chi è stato eletto democraticamente senza mezzi economici di rilievo,semplicemente con i fatti,le riforme e le leggi che ha attuato in questi anni.Portando il paese ad un livello economico e sociale ben speriore a quello dell'iraq.Ad un pretigio internazionale di primo ordine,tanto che milioni di persone ogni anno rischiando pure la vita tentano di venire nel vostro paese,l'italia!Il paese dove gli stipendi sono altissimi,tanto che nessuno e sfido io a trovarne,dico nessuno ha stipendi alti come i parlamentari,eh!Di pietro si vergogni di quanto dichiarato, e rispetti tutti gli itagliani che hanno scelto Berlusconi per le sue scelte,e non perchè ha il potere mediatico che aveva saddam.
Grazie.
Dead opera.