martedì 22 settembre 2009

Il nucleare e il pensiero unico

Prima che gli amici antinuclearisti mi accusino di non aver rimproverato il governo sardo perché non si è unito a quattro regioni di centrosinistra nella battaglia contro il nucleare, vorrei dire la mia. Il fatto è, credo, noto: Calabria, Emilia, Piemonte e Toscana hanno impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge che prevede il ritorno al nucleare in Italia. Secondo le quattro regioni, la legge va contro la Costituzione perché la norma assegna al governo centrale la facoltà di individuare i siti di centrali e di depositi di scorie nucleari senza avere l’intesa con le Regioni.
Secondo me, l'iniziativa molto mediatica e molto ideologizzata delle quattro regioni presenta il grave rischio che la Consulta possa ritenere prevalente l'interesse generale rispetto all'interesse delle singole regioni. Ciò che, come si può facilmente capire, complicherebbe di molto la legittime aspirazioni di alcune regioni a non ospitare centrali nucleari. Insomma, legittimo il ricorso, per carità, ma senza dubbio imprudente e segno anche che i governi di centrosinistra delle quattro regioni non sono poi così sicuri dell'atteggiamento antinuclearista delle proprie pololazioni.
Qui in Sardegna, c'è un'ostilità bipartisan che va dal presidente della Regione, ai parlamentari come me, a, credo, alla maggioranza della politica e della società. Ed è questo che ci garantisce la forza necessaria a dire di no alla installazione di centrali nucleari e di depositi di scorie radioattive.
Non so che cosa ne pensi il presidente Cappellacci, se cioè ritenga di seguire l'esempio dei suoi colleghi di centrosinistra o di far forza sulla sua condivisa decisione di opporre un no a una, del resto sempre negata, decisione di piazzare nell'Isola una centrale. Quel che so è che la pretesa del Pd, espressa oggi da Francesca Barracciu, di fare del nostro presidente un caudatario dell'iniziativa presa dai quattro presidenti è davvero bizzarra. Sempre che sia permesso dal pensiero unico gradito al Pd, ogni regione ha il diritto di scegliere una sua politica, nel nostro caso di contestazione del nucleare in Sardegna, in altri casi di adesione alla politica energetica decisa democraticamente dal Parlamento.
Per quanto mi riguarda ripeto ancora che sono contrario al nucleare in Sardegna, ma indisponibile a tentare di imporre questa mia visione delle cose al resto dei cittadini della Repubblica che, come succede in alcune regioni, sono invece favorevoli ad ospitarlo. So che al club degli illuministi, deputati a stare dalla parte della Ragione, la cosa può apparire un tradimento della Ragione di cui sono tenutari. Ma non so che cosa farci: la democrazia è in antitesi col pensiero unico.

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