giovedì 7 gennaio 2010

Cari sardi, ma che Statuto vi potete aspettare da gente così?

Basterebbe porsi una domanda e darle una risposta onesta e non isterica per capire quanti strumentalismi si annidino nell'allarmismo provocato intorno alla riforma della Costituzione italiana. La domanda è: “In un sistema dell'alternanza qual è quello vigente in tutta l'Europa comunitaria, quale schieramento sarebbe tanto folle da consegnare una Costituzione autoritaria allo schieramento che prima o poi gli si avvicenderà?”. In altre parole: si può pensare che il centrodestra si accinga a introdurre nella Costituzione strumenti autoritari che domani saranno usati dal centrosinistra contro di esso?
Naturalmente un ragionamento del genere può esser fatto fra forze politiche responsabili e riflessive, non inquinate dall'odio e dal preconcetto. Non ha senso farlo con chi, pashdaran dell'opposizione sempre e comunque, ha deciso che la maggioranza si accinge a fare un golpe. Con quella vicesindachessa dipietrista di Reggio Emilia che ha deciso di non accogliere la seconda carica della Repubblica, il presidente del Senato Schifani, in visita nella città. Di non accoglierlo e di neppure presenziare alla celebrazione dell'anniversario del Tricolore della Repubblica cisalpina.
Né ha senso pensar di dialogare con gli epigoni del dipietrismo che su Facebook scrivono: “C'è puzza di Argentina e Cile anni 70-80. Prima che inizino a far scomparire le persone che si espongono: io ci sono!”. Il sindaco Pd di Reggio Emilia ha naturalmente preso le distanze dall'esagitata sua vice, tanto presa nel vortice di odio da non rendersi conto del gesto eversivo. Ma basta prendere le distanze? Basta, voglio dire, che con sempre maggiore frequenza il Pd mostri il suo imbarazzo per la spiacevole contiguità con il dipietrismo? Una ricerca demoscopica della Ipsos dello scorso dicembre segnalava che fra gli elettori del Pd e dell'Idv, l'83% è contrario alla modifica della Costituzione contro il 28% che ha espresso la stessa opinione fra i votanti Pdl e Lega. Un risultato che può essere variamente interpretato, ma anche che gli isterismi dipietristi hanno fatto breccia nell'elettorato del Pd.
La disponibilità del partito di Bersani di contribuire, con le sue proposte, le sue idee, le sue contrarietà, certo, alle idee del governo è una buona cosa. Ma ha bisogno di una campagna di disintossicazione interna dalla propaganda dipietrista alla quale si accoda l'estremismo di sinistra. In Sardegna si è accodato il movimento che si riconosce in Andrea Pubusa che, per penna di Antonello Murgia, “Coordinatore del Comitato in difesa della Costituzione di Cagliari”, invita ad aderire alla campagna che su Facebook ha prodotto la frase che ho riportato, quella che affianca l'Italia alle dittature argentina e cilena.
Questo per dire che cosa il popolo sardo si può aspettare da quegli ambienti, quando si tratterà di modificare la Costituzione con il nuovo Statuto speciale. La difesa della Costituzione, un'ottima Carta che però sente addosso i suoi 60 anni, può essere attuata solo con un suo aggiornamento alle necessità dell'oggi, alle esigenze di una società completamente diversa da quella che 60 anni fa interpretò. Imbalsamarla avrebbe il solo risultato, per quanto riguarda i sardi, per esempio, di bloccare la spinta largamente condivisa ad una soggettività nuova della nazione sarda.
Non so se è questo che la sinistra estrema e i diprietristi sardi vogliono, ma a questo conduce la campagna ideologica di pura mistificazione lanciata in Italia.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

E come mai la macchina burocratica regionale è ancora(a distanza di un anno dalle elezioni)in mano alle sinistre? A cosa serve votare per il cambiamento? Adesso hanno inventato persino il nuovo istituto della proroga perpetua;non fanno le nuove nomine ma prorogano le precedenti(fatte dalla sinistra),che nella sostanza consente loro di gestire a piene mani quanto gestivano prima.Vorrei una sua opinione in merito.

Da un vostro elettore e sostenitore, e che apprezza e condivide i commenti da lei proposti in questo pregevole blog.

P.S.
Ma non sarebbe il caso di pensare a qualche forma di partecipazione,con modalità se vuole limitate ma possibilmente concrete,per esempio ad operatori dei vari settori,degli uffici regionali nel caso specifico?
Altrimenti su che base si decidono riforme o controriforme,come quelle del settore agricolo?
Decidono gli stessi di sempre forse?
Un dipendente regionale

piergiorgio massidda ha detto...

Caro “dipendente regionale”
Il problema che lei pone è reale e, a volte, è fonte di rallentamento della macchina del governo. Del resto ne ho scritto anche su questo blog. Ma può essere risolto solo fidando nella lealtà alle istituzioni che ogni dipendente deve avere, quale che sia il suo pensiero politico. Uno spoil system generalizzato, non limitato, cioè, alle figure apicali dell'amministrazione creerebbe più danni di quelli che si vorrebbero evitare. Vero è che, a volte, il centrodestra ha consentito il riciclaggio di camaleonti a scapito di tecnici di sicura lealtà istituzionale, per non dare adito a critiche da parte di chi, però, ha applicato lo spoil system a man bassa. Ripeto: la questione fondamentale è però quella della lealtà.

Anonimo ha detto...

No, mi perdoni, non sono d'accordo con lei Onorevole Massidda. La perenne dialettica volta a demonizzare Di Pietro e le persone che rappresenta (perchè, comunque, rappresenta dei cittadini-elettori-persone), ed ad esortare il PD a prendere le distanze da questi, non contribuisce affatto a "smorzare i toni", appare piuttosto come "buttare benzina nel fuoco".
Per smantellare "l'atmosfera da vigilia di guerra civile" sarebbe necessaria obbiettività, tolleranza, moderazione ......... e chi più ne ha più ne metta, da parte di tutti. Incondizionatamente. Senza pretendere che siano prima gli altri ad abassare i toni.
Non faccio paragoni, ma ciò che accade in Iran mi preoccupa (sopratutto per gli Iraniani). Molto.

MP

Davide Corda ha detto...

I dipietristi non sono certo avversi alle modifiche costituzionali per ciò che concerne lo statuto della Regione Sardegna.
Mettere tutto nello stesso calderone non mi pare un' operazione intellettualmente onesta.

piergiorgio massidda ha detto...

@ Davide Corda
Prendo atto con piacere che i dipietristi sardi non sono contrari alle modifiche costituzionali che riguardano lo Statuto della Regione sarda. E le altre? Quelle che riguardano il resto dei cittadini italiani? A quel che si legge – e che io sento dire in Parlamento – non mi pare che questa sua buona disposizione sia molto condivisa nell'Idv. Nessun calderone, l'assicuro, ma semplici constatazioni che io per primo vorrei infondate.

@ MP
Sono d'accordo con lei che non è importante sapere chi comincia ad abbassare i toni, importante è abbassarli, anche se – per stare ad una famosa favola – mi pare singolare chiedere all'agnello di smettere di sporcare l'acqua che il lupo ha già abbondantemente bevuto. D'accordo, però: si abbassino i toni. È curioso, mi permetterà, che nel momento in cui lei lancia questo appello, si lasci scappare che l'Italia è come l'Iran. E omette il piccolo particolare che in quello sfortunato Paese c'è una sanguinaria dittatura e che qui Di Pietro e i suoi sono liberi di assalire il premier ogni santo giorno senza altra conseguenza che una crescente perdita di credibilità democratica.

Anonimo ha detto...

Apprezzo molto lo spirito liberale del Senatore e il suo approccio alle diverse problematiche con metodo assai lontano da un falso ed ipocrita moderatismo.
Lo spazio del blog non consente per ovvie ragioni di approfondire la tematica,nè di dilungarsi in dettagli circostanziati,insomma di andare oltre le valutazioni di principio,sulle quali sono pienamente d'accordo.
Penso che lo spoil system vada fatto nel rispetto dei diritti e della professionalità di ciascun dipendente;se un funzionario è bravo,qualunque siano le sue idee anche alternative alla maggioranza che amministra,nessun ostacolo dovrebbe frapporsi alla sua nomina discrezionale,anche nei ruoli apicali.
Cosa diversa è se il funzionario,in qualità di rappresentante in pectore,quasi portabandiera zonale(e....d'Ufficio!) di quella politica che gli elettori hanno democraticamente manifestato di non accettare e di voler quanto prima cambiare,ha confuso spesso e volentieri la propria appartenenza politica con l'attività dell'ufficio a cui è preposto ed è stato arrogante e prepotente coi propri subalterni,oltrechè con gli avversari politici.
Semplicemente considerare questo stato di cose e possibilmente modificarlo,se non altro per migliorare i servizi dell'amministrazione e per una maggiore credibilità della politica stessa agli occhi degi elettori,oltre che per l'etica che dovrebbe essere alla base della vita pubblica.

P.S.Mantengo l'anonimato solo per ragioni di opportunità contingente,ma non ho alcuna difficoltà se Lei me ne da l'occasione a manifestare la mia identità.
Dipendente regionale

Anonimo ha detto...

Onorevole Massidda, aprofitto di questo spazio e della sua disponibilità, sperando di non essere molesto.
Nel mio commento avevo premesso che non intendevo fare paragoni e non lo ho fatto. Non ho affermato che l'italia è come l'Iran. Non ho menzionato la dittatura che opprime quel paese, ma ho espresso la mia preoccupazione per cio che sta accadendo in questi ultimi mesi. Ho sintetizzato esprimendo preoccupazione per i cittadini di quel paese, sopratutto per quelli che protestando e manifestano il loro dissenso al regime. Cio che intendevo è: ci serva da monito.
Non vedo agnelli nello scenario politico italiano ma, mi permetta la metafora, "branchi di lupi" aggredirsi reciprocamente per il controllo del territorio.

MP