mercoledì 19 maggio 2010

Bossi e la mobilitazione degli stereotipi. E delle sciocchezze

La campagna elettorale, con il suo bagaglio di ovvi contrasti, non può mettere in secondo ordine la positiva conclusione della vicenda Alcoa ma, soprattutto, la straordinaria mobilitazione di popolo che l'ha resa possibile. Dico popolo per indicare tutte le sue componenti, dai lavoratori e le loro famiglie ai sindacati, dalle istituzioni ai partiti e ai parlamentari eletti in Sardegna. Sono felice ed orgoglioso di aver messo a disposizione di questa grande battaglia la mia passione di sardo scelto da migliaia di sardi a rappresentarli in Parlamento.
Sembra singolare evocare oggi, nel mezzo di una temperie elettorale, l'unità raggiunta per difendere una occasione di lavoro che sembrava perdersi negli interessi di una multinazionale abituata a ragionare di numeri e non di persone. Eppure sono ancora più di ieri convinto che sia possibile e necessario badare all'interesse comune più che a quello di parte. Del resto, è proprio da quella convinzione che nasce la mia candidatura alla Presidenza della Provincia di Cagliari, dal pensare che i giochi di potere, la prepotenza del correntismo in un partito e le scelte autoreferenziali col bene comune hanno nulla a che fare. E vanno combattuti sia con la testimonianza sia con la raccolta dei consensi di chi così pensa intorno ad un progetto di rinnovamento della politica.
Chi non pensa a rinnovare la politica, ma anzi a replicare gli stereotipi e le sciocchezze orecchiate qua e là su media e al Bar dello Sport, sono i raccoglitori di firme per impedire ad Umberto Bossi di parlare a Cagliari. Capirei fossero le bande di giacobini che confondono l'unità della Repubblica con l'imbalsamazione del centralismo statale, capirei persino chi teme dal federalismo un colpo alle proprie rendite di posizione, ma non riesco a capire che a scatenare la bagarre siano anche coloro che si dichiarano federalisti o anche indipendentisti. So che, per taluni, campagna elettorale significa messa a risposo dell'intelligenza, della capacità, voglio dire, di ragionare e capire.
Ma, irritarsi e mobilitarsi contro il leader del partito che con più forza e coraggio ha posto il federalismo all'ordine del giorno della politica italiana (e di quella sonnacchiosa della Sardegna) mi sembra più una sciocchezza che una cosa incomprensibile. Non battono ciglio (e in questo sono ammirevolmente democratici) all'arrivo in Sardegna di Di Pietro, Bersani, Casini, Vendola, ministri del Governo e sbraitano contro Bossi? Valli a capire. O meglio, li capisco: Bossi e la Lega, con la loro battaglia per il federalismo, per la responsabilizzazione delle classi dirigenti, per la diffusione delle lingue regionali, rappresentano per i nostri federalisti e i nostri indipendentisti una cattiva coscienza e la dimostrazione provata che il modo migliore per fare è fare.

5 commenti:

Fisino ha detto...

bella democrazia quella di non far ascoltare alla gente chi la pensa diversamente. Che pena mi fanno quelli che premono su Berlusconi affinchè Bossi non venga in Sardegna.Farris, Delogu e Cicu sono poveri di democrazia ma ricchi di ville con piscina.

Daniele Addis ha detto...

"Non battono ciglio (e in questo sono ammirevolmente democratici) all'arrivo in Sardegna di Di Pietro, Bersani, Casini, Vendola, ministri del Governo e sbraitano contro Bossi? Valli a capire."

La penso esattamente come Lei. I sardi dovrebbero protestare contro lo sbarco di tutti questi clandestini politici, da Bersani a Berlusconi, passando per Bossi, Di Pietro, Casini e compagnia cantante.

Daniele Addis

Adriano ha detto...

Pienamente d'accordo. Assolutamente ridicola questa foga contro Bossi quando puntualmente arrivano i soliti "soloni" romani a spalleggiare questo o quell'altro candidato locale. - Bomboi Adriano

Grazia Pintore ha detto...

Signor Massidda,non ho voglia di fare commenti politici,ma voglio complimentarmi anche con Lei per la soluzione positiva per i dipendenti dell'Alcoa.I Sardi,quando vogliono,sono imbattibili,sono rimasta entusiasta quando ascoltavo le interviste,così dignitose,di queste persone disperate ma ,nello stesso tempo,decise ad andare avanti nella protesta.Volere è potere.

Unknown ha detto...

BOSSI non viene più a Cagliari. Meglio la sconfitta di farris sarà ancora più ecclatante.
Caro Senatore, CHIEDIAMO A GRAN VOCE quanto è stato dichiarato da farri per l'acquisto della sua casa e a CICU per la villa megagalatica. Non vogliamo pensare che abbiano evaso le tasse o qualcuno gli ha fatto un regalo come a Scajola.
VIVA MASSIDDA