C'è gente che considera il garantismo una pelle di zigrino che si può deformare secondo le convenzienze. In questo, il Partito democratico è un maestro: ha in casa persone condannate, altre sotto processo per bagattelle come una gara truccata per l'assegnazione di sessanta milioni di euro e osa fare la morale agli altri. Si può essere più impudenti? Io che ho come imperativo culturale un assoluto e fermo garantismo, che per l'ex presidente Soru ho sospeso il giudizio in attesa che la magistratura lo assolva o condanni, che ritengo il mio avversario Milia innocente fino a sentenza definitiva, resto allibito.
A volte mi chiedo se, tutto sommato, non sia più lineare la costante voglia di forca dei dipietristi. Ma resto convinto che non basta essere coerenti nel giustizialismo per essere presentabili in una società democratica e in uno stato di diritto e, allora, mi dico che è più decoroso continuare a credere nella prevalenza del garantismo. Sempre, anche quando, come in questi giorni, verrebbe voglia di rendere pan per focaccia a chi si lancia in un moralismo d'accatto e con le dita ancora sporche di marmellata, pretende di guardare le mani altrui. Questione di stile? Forse. Ma soprattutto ferma convinzione che la barbarie conduca a barbarie.
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