Ho l'impressione che i dirigenti sardi del mio partito non abbiano ben metabolizzato quel che è successo domenica e lunedì in Sardegna. Così come, però, è del tutto infondata la speranza di quelli del centrosinistra di aver invertito il senso di marcia delle fortune elettorali. Questi ultimi fingono di dimenticare di aver perso la provincia di Gallura e Quartu, terza città della Sardegna e di aver goduto degli errori di arroganza commessi da una corrente del Pdl che hanno regalato al centrosinistra la provincia di Cagliari e altri enti. Posto rimedio a questi errori, commessi, lo ribadisco, non dal partito ma da un gruppo dirigente autoreferenziale, il centrodestra tornerà ad essere quel che è: lo schieramento maggioritario anche in Sardegna.
Ma m'interessa di più, in questo momento, ragionare sul primo aspetto: l'incomprensione, da parte della corrente responsabile della sconfitta, di quanto è successo. C'è chi invoca soluzioni alla Komintern, con l'espulsione dei dissidenti e chi, confondendo le cause con gli effetti, imputa la sconfitta all'assenteismo e allo scarso fascino delle Province. Entrambi sono, generalmente, effetti di disaffezione dei cittadini alla politica, ma il crollo verticale dei votanti nella provincia di Cagliari (ridottisi al 24,9% contro il 51,6% dell'Ogliastra) è effetto di una brutta politica, non la sua causa. E allora, vale la pena di ricordare come sono andate le cose.
Nell'autunno dello scorso anno, molti mesi prima che fossero indette le elezioni, un sondaggio dava vincente il candidato del centrosinistra Milia. E solo due persone, secondo quel campione, avrebbero avuto la possibilità di batterlo: il sindaco di Cagliari ed io. Fui naturalmente favorevole alla candidatura di Emilio Floris, ma egli si disse non disponibile a lasciare il Comune di Cagliari perché giustamente era deciso a mantenere il patto stretto con gli elettori. E fu così che centinaia di elettori di centrodestra, rappresentanti di associazioni di malati e di categorie mi invitarono a dare la mia disponibilità a candidarmi per la Presidenza della Provincia di Cagliari, richiesta che, naturalmente, mi ha fatto onore. Prima di dare questa disponibilità, ho ovviamente consultato i dirigenti del partito a vari livelli e da essi ricevetti un incoraggiamento a farlo. Annunciai la mia decisione durante il congresso dell'Ugl e questa mia comunicazione riscosse l'applauso generale, anche di quanti, poi, si sono rimangiati il consenso.
È successo poi che un ulteriore sondaggio desse il centrodestra vincente nella provincia di Cagliari e un gruppo di dirigenti sardi ancora furono d'accordo, ponendo una condizione inedita in Italia: avrei dovuto dimettermi dal Parlamento. La corrente di Salvatore Cicu vide nei risultati di quel sondaggio una forte opportunità di candidare un suo uomo, sicura di avere la strada spianata dalla volontà espressa dai cittadini in quella indagine demoscopica di mandare il centrosinistra all'opposizione. A questo si aggiunga la vittoria, contro ogni aspettativa, di Renata Polverini nel Lazio e la condanna in secondo grado di Graziano Milia: si era determinata la condizione ideale per eleggere chiunque fosse stato presentato agli elettori del centrodestra.
Senza un pronunciamento del partito e senza neppure dirmi una parola, la corrente di Cicu impose la candidura dell'amico Farris. E mise Berlusconi, per altro favorevole alla mia candidatura, davanti al fatto compiuto. Come si dice nel gergo calcistico, in zona Cesarini intervennero per convincere il presidente del partito l'intervento di Scaloja e Verdini, che assicurarono la vittoria di Farris, e la minaccia che non candidando l'uomo scelto da Cicu si sarebbe dimesso in massa l'intero gruppo dirigente del Pdl sardo. La certezza della vittoria e la minaccia indussero Berlusconi a chiedermi di ritirare la mia candidatura assicurandomi che il mio passo indietro avrebbe avuto come conseguenza la mia nomina a sottosegretario alla sanità, il coronamento di un sogno nella mia vita politica. Ringraziai ma dissi di no, come è noto.
Io avevo assunto l'impegno, oneroso e per niente facile, di raccogliere il pressante invito dei militanti di base, angustiati dalla loro esclusione dalla vita democratica del Partito della libertà. Avevo dato loro la mia parola e l'ho voluta mantenere, non a cuor leggero e non senza angustia, come chiunque può ben capire. Le liste che mi hanno appoggiato ed io abbiamo avuto il consenso di più del 9 per cento degli elettori, non il 2 o 3 per cento che, con derisione, la corrente di Cicu mi accreditava, con la certezza che quelle percentuali non avrebbero inficiato la “sicura vittoria” di Farris al primo turno.
Le cose, com'è noto, non sono andate così. Ma ancora la situazione era rimediabile. Sarebbe bastato un atto di umiltà, l'invito alle mie liste a discutere insieme un accordo politico, libero assolutamente da offerte o richieste di posti di potere che non interessavano i miei amici e, certo, non me. Con una arroganza che rasenta la prosopopea, quella corrente ha deciso di fare da sola, convinta che, tanto, donne e uomini di centrodestra avrebbero comunque votato il suo uomo. Sbagliarono sia perché a votare le mie liste furono anche molti elettori di sinistra, sia perché si trattava di gente dalla schiena dritta. Io e altri amici abbiamo votato Farris ma i nostri voti non sono bastati; l'arroganza di quella corrente, che oggi sogna essere il Partito comunista dell'Unione Sovietica e di poter radiare gli infedeli, ha compiuto un miracolo contro natura: donne e uomini di destra e di centrodestra hanno voluto punire la prepotenza votando Graziano Milia.
Nel comune di Cagliari, di cui l'amico Farris è da anni assessore, la batosta al ballottaggio è stata ancora più sonora. Così come è capitato in grandi comuni come Selargius, Quartucciu e Quartu, da sempre bacini di forti consensi per Salvatore Cicu. Il senatore Massidda in questo non c'entra alcunché. C'entra, invece, il fatto che gli elettori non ne potevano più di metodi politici e di sostanza dell'agire che hanno in Cicu un esempio assai poco commendevole. Mi ha chiesto, in questo blog, un amico angustiato dalla sconfitta perché mi fossi candidato. Lo ridico a tutti: ci sono due tipi di sardi, quelli che sono disposti a sopportare le angherie e quelli che si battono sempre e comunque contro l'arroganza. In me avete un parlamentare che appartiene a questo secondo tipo.
Aspetto, dagli uomini che ci hanno fatto perdere la Provincia di Cagliari una coraggiosa autocritica e azioni conseguenti.
8 commenti:
bravo Piergiorgio e vero la colpa e solo dell'arroganza di una classe politica malpensante, so di per certo che molti sardi non hanno votato volontariamente perchè stanchi di farsi comandare da gente che non ci appartiene"Cicu" siamo stanchi di essere l'ultima ruota del carro ora basta in sardegna non può comandare la sicilia e non è razzismo ma solo voglia di non essere la regione trainata dall'italia io vorrei che la sardegna la spingesse!!!!
Giusto, abbiamo votato Milia per dare una svolta al PDL per pulirlo da persone che si arrogano il diritto di decidere. Appropriamoci della nostra sovranità e chiediamo maggior pulizia ed un certificato pulito per chi si candida. Siamo stanchi dell'arroganza di chi vuol pensare per noi. Non siamo stupidi e nè popolo bue. Questa è la dimostrazione che TU HAI VINTO e loro perso, perchè è proprio vero che il coraggio ci rende liberi. Elettra
ho dovuto votare MILIA perchè Farris era un candidato improponibile. Cicu e Delogu adesso vorrebbero continuare a distruggere il PdL in Sardegna. Ma io guardo agli alleati del PdL. Possibile che Riformatori, UDS, Destra, Socialisti anche se 4 gatti, UDC, ecc. non conoscessero Farris ? Perchè hanno ingoiato in silenzio. Occorre dire basta anche a loro.
FISINU
Una chiara e onesta disamina, bravo Piergiorgio, non mi resta che sottolineare il mio rammarico per aver votato contro i miei ideali politici, ma non mi sentivo rappresentata da Giuseppe Farris e a mente fredda ritengo il mio un voto di protesta, nulla di più. Protesta a favore di chi per quasi vent’anni ha fatto la gavetta, si è sacrificato per il partito, ci ha rappresentati in Senato e nei mesi prima ci ha messo la faccia dimostrando una grande disponibilità alla candidatura e si è visto superato in extremis da qualcuno che è stato messo lì sappiamo bene da chi..
Questo NON VA BENE ! se vogliamo la meritrocrazia, se vogliamo che la gente creda ancora nella politica, che torni a votare, non si possono accettare scelte così lampanti, tutta la città è a conoscenza, per usare un eufemismo, dello stretto rapporto che lega Salvatore Cicu a Giuseppe Farris. In questa candidatura ho rivisto i concorsi pubblici a cui ho partecipato, i colloqui che ho sostenuto finiti con un “le faremo sapere”.. Insomma è stato l'esempio di come vanno le cose in Italia, uno si fa il "culo" per anni e poi arriva quello che è "l'amico di.." che gli prende il posto. Purtroppo ora Farris è politicamente bruciato per sempre, sarà ricordato nei comizi e nelle campagne elettorali che verranno quale viatico per infondere coraggio e fiducia a chi non parte con i favori del pronostico, e probabilmente è quello che in tutta questa vicenda ha meno colpe di tutti, ma penso sia giusto non bruciare le tappe, i grandi risultati si ottengono piano, piano, col sudore della fronte, gradino dopo gradino, è questo il modo di raggiungere i vertici più alti senza suscitare le antipatie della gente, e sono certo che Giuseppe con un altro paio d'anni di buon lavoro avrebbe avuto modo di farsi conoscere e apprezzare in città e da persona in gamba, quale credo in fondo sia, avrebbe avuto la sua grande chance.
Ciao a tutti
ora pensiamo al futuro.
Delogu, Cicu e la cricca deve andarsene dal PdL: questo deve essere il primo passaggio.
Il secondo è pensare alle prossime elezioni comunali di Cagliari. Sarà difficile perchè Floris in 10 anni ha reso cagliari anonima e priva di servizi moderni. Occorre essere onesti e dire quello che la gnete pensa e per Emilio Floris non è positivo. Occorre guardarci dal futuro candidato del centro sinistra che sicuramente sarà un nome forte.
Massidda sarebbe l'uomo giusta, se lui accettasse la candidatura. Ma sarà difficile pure per Massidda dopo il disastro Cicu-Delogu.
mi chiedo ancora oggi come un trombato che passerà alla storia abbia il coraggio di parlare. Dove ha lasciato la dignità se l'ha mai avuta ? Perchè non si dimette da assessore comunale di Cagliari visto che chiaramente Cagliari non lo vuole. Ma Floris che razza di sindaco è perchè conoglio Floris non mostra gli artigli e lo sbatte fuori. Farris caro senatore è malato è lui un caso patologico come il suo amico Cicu. Vadano a lavorare. Forse si fa sentire in Cicu la mancanza di chi con lui collaborava e ha portato un Ciuco ad essere politico. Vai avanti Senatore siamo con te per nuovi orizzonti di speranza.
mi chiedo ancora oggi come un trombato che passerà alla storia abbia il coraggio di parlare. Dove ha lasciato la dignità se l'ha mai avuta ? Perchè non si dimette da assessore comunale di Cagliari visto che chiaramente Cagliari non lo vuole. Ma Floris che razza di sindaco è perchè conoglio Floris non mostra gli artigli e lo sbatte fuori. Farris caro senatore è malato è lui un caso patologico come il suo amico Cicu. Vadano a lavorare. Forse si fa sentire in Cicu la mancanza di chi con lui collaborava e ha portato un Ciuco ad essere politico. Vai avanti Senatore siamo con te per nuovi orizzonti di speranza.
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