venerdì 20 novembre 2009

D'Alema vittima dei suoi

L'Europa – è commento condiviso sui quotidiani italiani – ha scelto “un basso profilo” nel darsi un commissario permanente e un ministro degli esteri. A parte un sentore non proprio gradevole di provincialismo (fra l'italiano D'Alema e la inglese signora Nessuno, si è scelta questa), è pur vero che si è teso a non scegliere personalità di alta caratura per la difficoltà di trovarrne una condivisa. È già successo nella storia e non solo nella politica, salvo poi rendersi conto che persone appartentemente oscure e sconosciute avevano in serbo grandi capacità. Non darei, perciò, per scontato che Herman Van Rompuy e Catherine Ashton si rivelino, nel futuro, di “basso profilo”.
Quel che sconcerta, pur comprendendo che la nomina dei due abbia dovuto rispondere ad equilibri politici internazionali, è che ad affondare Massimo D'Alema siano stati i suoi compagni di schieramento e che lo abbiano fatto anche con motivazioni allucinanti. “D'Alema” ha detto Martin Schulz, capo gruppo dei socialisti europei “è un eccellente candidato, ma ha un problema, è il candidato di un governo non socialista”. Se questa è la visione che a sinistra si ha dell'Unione europea, c'è ben poco da sperare: pur di offendere il governo italiano non si bada a spese, neppure a bocciare un uomo del proprio schieramento.
Il Pd e la sua stampa hanno diffuso in Europa un'immagine disastrosa del governo Berlusconi e soprattutto del presidente del Consiglio, un'immagine fondata su gossip, su pettegolezzi ininfluenti, su pregiudizi tratti dagli atti di accanimento giudiziario di magistrati politicizzati e su altro ciarpame diffuso a piene mani. È persino comprensibile, anche se non giustificabile in politici europei che dovrebbero ragionare con la testa e non con i visceri, che questa campagna antiberlusconiana abbia prodotto effetti come quello di ieri. Verrebbe da dire che chi è causa del proprio male...
Ma non c'è di che gioire: anche per responsabilità dei suoi compagni di partito italiani, D'Alema non sarà ministro degli esteri europeo e l'Europa non si avvarrà dell'esperienza di un uomo cui tutti, me compreso, riconoscono competenza non comune.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Incredibile quello che leggo: la colpa della cattiva immagine dell'Italia all'estero non è della vita privata altamente discutibile di Berlusconi, denunciata in primis dalla moglie, ma della sinistra e della stampa che le hanno rese note.
Il problema non è mai farle le cose, è sempre dirle. Accidenti, che acrobazia.

Gigi