Va da sé che sono e resto contrario alla reintroduzione di un carcere speciale nell'Isola dell'Asinara. Capisco le difficoltà del ministro Maroni che si trova a gestire gravi problemi di ordine pubblico, ma la sua idea non va. Per questo ha trovato oppositori quasi unanimi in Sardegna (all'appello manca un sindacato della polizia penitenziaria) e in ministri colleghi di quello dell'Interno. Sarà, quindi, probabilmente catalogata fra le proposte inopportune.
Più interessante è capire con quale legitimità gridino oggi alla “autonomia” e alla “sovranità sarda” offese, coloro che accettarono senza batter ciglio la istituzione nell'Asinara del “Parco nazionale”, fortemente voluto dalla giunta di sinistra guidata dal mio amico Federico Palomba. La legge che ne prevedeva l'istituzione, la famigerata 394 del dicembre '91, è una delle leggi più centraliste e accentratrici che si possa immaginare. La volle con tutte le sue forze la sinistra ambientalista, che però non potè fare a meno, data la specialità dello Statuto sardo, di prevedere che “il Parco Nazionale del Golfo di Orosei, Gennargentu e dell'isola dell'Asinara” (così doveva essere il parco secondo l'idea originaria ed originale) si potesse fare solo d'intesa con la Regione sarda.
Nessuna imposizione governativa, quindi: stava alla Regione dire di sì o di no, sapendo – come più volte sottolinearono i critici – che dicendo di sì, la Regione si spogliava della sua “sovranità” sull'isola, consegnandola alla gestione dello Stato. Un atto volontario, cioè, di rinuncia alle prerogative della Sardegna. Volendo, vi si poteva istituire un Parco regionale, ottenendo la stessa salvaguardia e tutelando così la titolarità della gestione in capo alla Regione. Fu la sinistra a volere che fosse lo Stato a gestire tutto, lasciando alla Sardegna solo alcune briciole di rappresentanza.
I ministri competenti di questo governo hanno detto di no al loro collega Maroni. Ma se avessero detto di sì, noi sardi avremmo avuto una bella battaglia da combattere affinché l'Asinara (teoricamente regalata dalla sinistra alla gestione diretta dello Stato) non diventasse nuovamente carcere speciale.
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