La questione se intitolare una via o una piazza a Bettino Craxi sbarca nella mia città, Cagliari, per merito di un consigliere regionale socialista, Mondo Perra. Sarà un modo di discutere, fra cagliaritani e sardi in genere, di un insieme di problemi: che cosa sia uno statista, che riflessi abbia avuto in città e nell'intera Sardegna la soluzione giudiziaria di questioni prettamente politiche, che cosa sia rimasto qui da noi dello scontro fra giustizialisti e garantisti e altro ancora.
Fra le prime reazioni alla proposta, credo la più condivisibile sia quella dello storico Francesco Cesare Casula: “Sono favorevole, faccio lo storico e non il moralista. A me compete dire se quella di Craxi sia stata una figura meritevole di essere ricordata. Credo che, a questo proposito, non ci possano essere dubbi. E poi sono contrario alla dannatio memoriae”. Se tutti avessimo la capacità di mettere in sottordine le passioni politiche e le pulsioni ideologiche, non ho dubbi che l'impostazione data al problema da Casula sarebbe la più logica. E mi auguro che i miei concittadini, dai rappresentanti ai rappresentati, seguano nel dibattere quella indicazione.
Se si dovesse seguire la logica dei giustizialisti, e non un complessivo giudizio storico, quante vie dovrebbero essere “sbattezzate” e intitolate diversamente? A Elmas esiste una via Bogino, considerato dagli storici un riformatore ma entrato nell'immaginario collettivo dei sardi come crudele impiccatore sia di malviventi sia dei povera gente. E Carlo Felice fu lo statista che gli storici riconoscono essere stato o quel “Carlo feroce” che è rimasto nella memoria dei sardi? E ancora, può Cagliari intitolare uno dei suoi viali più importanti a Cristoforo Colombo, scopritore è vero dell'America, ma anche feroce sterminatore dei nativi di Hispaniola? E Nino Bixio può meritare una via, sapendo della strage che compì fra i contadini di Bronte?
Altrove, a San Sperate come a Maracalagonis, Selargius e in altri paesi della Provincia, vie sono state dedicate a Palmiro Togliatti, sicuramente uno statista, ma anche sicuramente ricettore di finanziamenti da parte di uno stato straniero come l'Unione sovietica
Come si può notare, non cito solo personaggi dalla dubbia moralità pubblica, pur essendo riconosciute persone degne di essere ricordate: sto citando personaggi che si sono macchiati di assassinii. Nel ricordarli come statisti, condottieri, uomini politici, nessuno storico tace dei loro misfatti, ma, nell'indicarli alle commissioni per la toponomastica, non vestono i panni dei moralisti o dei giudici: vestono quelli di chi è chiamato a dare un giudizio complessivo, storico appunto.
Quello su Craxi dovrà essere proprio questo: un giudizio complessivo. Da questo e solo da questo deriva (o non deriva) la caratura di statista meritevole di una piazza o di una via. Tutto il resto è una paccottiglia ideologica.
4 commenti:
Concordo… perché Craxi no e Carlo Felice, Bogino, Bixio, Garibaldi, Vittorio Emanuele, Togliatti e altri si? Eliminiamo i nomi di tutti questi personaggi dalle nostre vie. ;)
Perchè Craxi risulterebbe condannato con sentenza passata in giudicato. Perchè Craxi ha ritenuto preferibile andare via dall'Italia (esilio o latitanza vedete un pò voi) mostrando sprezzo per quelle istituzioni alle quali aveva giurato fedeltà. Perchè di personaggi che si devono ricordare è piena la storia, ma non per questo è necessario intitolargli delle vie. Perchè la sua vicenda è un pò troppo vicina nel tempo per consentire un giudizio sereno sul suo operato politico. Perchè questa questione odora un pò di opportunismo e propaganda. Perchè forse non è questo il problema più urgente per l'Italia, la Sardegna e per Cagliari. E per moltri altri motivi. Ah, nel caso a qualcuno venisse il dubbio, non sono di sinistra e tu, Piergiorgio, lo sai bene.
Saluti
Carissimo Giacomo
Come tu ben sai, la mia storia politica e umana è diversa da quella di Craxi, ma nel momento in cui si è posta la questione di intitolargli una via ho dato il mio parere: la statura politica di Craxi lo merita. Certo che c'è altro a cui pensare, ma si può pensare anche a questo.
L'unica ragione che potrebbe metterci a riflettere è che “la sua vicenda è un po' troppo vicina nel tempo per consentire un giudizio sereno sul suo operato politico”. Ma non è una ragione senza precedenti; a quanti personaggi discussi e discutibili sul piano dell'etica si sono intitolate vie e piazze? Sai quante vie sono state intitolate a Togliatti, quando ancora non era possibile il giudizio sereno che tu dici? Eppure non mi pare sia moralmente ineccepibile prendere denari da uno stato straniero, fra l'altro avverso alle civiltà occidentali.
Nelle poche righe di una risposta non posso certo ripercorrere tutti i motivi di questa mia opinione ma, senza urtare la tua buona fede di cui sono certo, vorrei che tu considerassi le ragioni che ho esposto nel mio articolo.
Caro Piergiorgio,
Come prima cosa vorrei precisare che quando ho scritto di opportunismo e propaganda non mi riferivo a te personalmente ma a all'ambiente, non solo politico, che sta girando intorno alla questione. Nel caso avessi dato l'impressione di avercela con te, me ne scuso, non era mia intenzione.
Quanto al merito, rimango della mia opinione.
Aggiungo solo che da vecchio "destrorso" ho sempre pensato che chi infrange la legge dovrebbe accettarne le conseguenze. E che ciò sia massimamente auspicabile per chi fa della legalità la propria battaglia. Vedere, come vedo, la destra che compattamente si schiera pro Craxi mi mette un pò di tristezza.
Il fatto che una certa deriva intelletualistica di sinistra sia riuscita a far passare Togliatti e altri personaggi del genere quasi come una sorta di benefattori non dovrebbe portarci a fare lo stesso. Sennò alla fine non ci sono differenze e l'una parte politica finisce per valere l'altra.
Chiudo osservando che anche se posso essere in parte d'accordo con le tue valutazioni sulla statura politica di Craxi, continuo a pensare che la storia di questo personaggio, come di tutto il periodo in cui visse ed operò, ancora non sia il momento per scriverla e che, in ogni caso, sia compito degli storici. Altrimenti si corre il rischio di dar vita a polemiche ed accuse incrociate, che è poi quanto sta accadendo.
Saluti
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