Nella sua appassionata autodifesa consegnata alla Nuova Sardegna, il mio amico Antonello Cabras ha affermato oggi di non aver mai creduto alla “anomalia” sarda: “I sardi votano secondo gli schemi e i valori degli altri italiani”. Comprendo l’amarezza dell’ex segretario dei Pd sardo, ma trovo nella sua affermazione una frivolezza (i grandi partiti presenti in tutta la Repubblica sono votati anche in Sardegna) e una ammissione di estraneità ai sentimenti di identità che si diffondono nel popolo sardo. E insieme una non utile irritazione per il fatto che sia stato il centro destra a coalizzare la gran parte della coscienza identitaria che, del resto, è propria delle donne e degli uomini del Pdl e dell’Udc.
I partiti e i movimenti radicati esclusivamente in Sardegna hanno raccolto il consenso del 16,8 per cento degli elettori sardi, il 2,6 per cento è andato alla alleanza fra ex-sardisti e verdi, il 2,5 per cento alle liste indipendentiste. Nella presunzione, presente oggi in chi stenta a elaborare il lutto per la sconfitta del centrosinistra, che i sentimenti di autogoverno fossero necessariamente “di sinistra”, l’amico Cabras avrebbe ragione: il 2,6 per cento dei Rossomori non fanno “anomalia”.
Dovranno rassegnarsi, lui e chi pensa e scrive che “il sardismo è morto”: il cosiddetto sardismo diffuso ha preso coscienza che la sardità sparsa a piene mani dalla sinistra era e resta di facciata: solo insieme al Pdl e all’Udc è possibile governare i processi di autogoverno della Sardegna che da “anomali”, come furono durante i governi di centrosinistra (da Cabras a Soru), diventeranno normali.
1 commento:
cabras come lei pensa solo alla poltrona, siete mille anni in politica e non avete mai fatto nulla per la vostra terra. VERGOGNA
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