Fa una certa impressione vedere Walter Veltroni indossare le vesti di Gran Guardiano della Costituzione ed ergere un baluardo completamente inutile, posto che nessuno la minaccia. Di memoria corta, il segretario pro tempore del Pd, tanto corta da aver rimosso le modifiche costituzionali fatte dai governi di centro sinistra nel 2001 a dimostrazione che anche da quelle parti c’è chi considera la Costituzione il prodotto storico di un’epoca e non una verità rivelata.
Con una maggioranza di soli 4 voti, fu approvata la riforma del Titolo V, una riforma raffazzonata che io e molti colleghi tentammo di migliorare trovando di fonte un muro di indicibile arroganza. Ne sortì una legge tanto improvvisata da aver aumentato a dismisura i conflitti fra le Regioni e lo Stato. Quel che gli amici di Veltroni fecero (e malamente) è naturalmente giusto e rispettoso della Costituzione. Ciò che altri pensano di proporre all’intero Parlamento è, solo per il fatto che a farlo non siano i portatori del Verbo, di per sé un attacco alla Carta fondamentale. Siamo alla schizofrenia allo stato puro, madre, per di più, di una annunciata manifestazione di piazza a difesa di qualcosa che nessuno offende e alla vigilia di elezioni importanti come quelle sarde.
Questo arroccarsi del Pd e del suo segretario suona, fra l’altro, come avvertimento intimidatorio nei confronti del centrodestra che, vincendo queste elezioni, porrà mano ad un nuovo Statuto speciale della Sardegna e, quindi, proporrà una modifica della Costituzione. Ma è un’avvertenza anche al centrosinistra sardo, all’interno del quale si avvertono timidi farfuglii in questa direzione.
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