Stupisce la sorpresa con cui gran parte del centrosinistra in Sardegna e non solo ha accolto la semplice constatazione di Berlusconi sul fallimento politico e professionale di Renato Soru. Rassomiglia allo sbigottimento di chi si augura che nessuno si accorga delle sue mani ancora appiccicose di miele.
Che cosa sono se non un fallimento i ritardi con cui si sono presentate le leggi finanziarie, la incapacità di mantenere coesa la sua maggioranza e infine la fuga davanti alle responsabilità con le sue dimissioni?
Si possono chiamare altrimenti che un fallimento i frutti della sua corsa alla net-economy che ha lasciato con l’amaro in bocca e le tasche vuote tante brave persone che hanno acquistato azioni precipitate quasi nel nulla? E che altro se non la confessione di un fallimento sono i licenziamenti a Tiscali mascherati per ora da prepensionamento e domani magari da mobilità e licenziamento?
L’ex presidente e ora candidato di Veltroni alla Presidenza avrebbe fatto cosa più saggia suggerendo ai suoi supporter (e a se stesso) di far finta di nulla. Ma la presunzione è sempre pessima consigliera.
Questa dichiarazione sulla stampa
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