venerdì 20 febbraio 2009

In due a Strasburgo. Ma ci vuole concordia

Una legge renderà possibile già dalle prossime elezioni europee che la Sardegna elegga due suoi rappresentanti al Parlamento di Strasburgo. È l’impegno che il ministro Calderoni ha preso davanti al presidente della Regione sarda Ugo Cappellacci e ad una delegazione che oltre a me comprendeva molti parlamentari sardi del Pdl.
Va da sé che, dati i tempi assai ristretti, il buon esito della iniziativa del ministro Calderoli e del presidente Cappellacci dipende molto dall’unità d’intenti che i parlamentari sardi sapranno raggiungere nel cammino del disegno di legge governativo nelle due Camere.
Il governo propone al Parlamento di riparare ad una grande ingiustizia nei confronti dei sardi, vittime di quella ideologia meridionalista che, assemblando Mezzogiorno ed Isole, ha sempre guardato con sospetto alla peculiarità e unicità della Sardegna da un lato e della Sicilia dall’altro. L’abbandono di uno stereotipo che ha troppo a lungo ingabbiato la Sardegna (e la Sicilia) è, dunque, il presupposto dell’opera di convincimento nei confronti dei Siciliani che, con l’adozione del provvedimento, perderebbero due rappresentanti a Strasburgo.
Non per spirito polemico, ma per restituire verità alle cose, non posso infine non ricordare che già da anni a questa ingiustizia il Parlamento avrebbe posto rimedio, se alla soluzione allora trovata non si fosse messo di traverso un parlamentare di sinistra, il sardo Gavino Angius. Fu infatti il suo voto a renderla vana.

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