Passate le elezioni, molti degli intellettuali che hanno cercato invano di far vincere Renato Soru, sottopongono l’ex presidente a critiche al cui confronto le nostre paiono carezze. In una conversazione con un giornalista dell’Unione sarda, il professor Aldo Accardo rimprovera a Soru, in successione, il dirigismo, i metodi autocratici, lo spazio dato “a costosi festival letterari gestiti dalla pattuglia di scrittori amici (in prima fila nella campagna elettorale), occupazione manu militari di spazi sdemanializzati” e altre scelleratezze del genere.
Ci sarebbe da chiedersi, ma apparirebbe una malignità, dove erano gli intellettuali di sinistra, oggi critici, quando altri (dagli intellettuali “non organici” ai promotori infedeli di manifestazioni e agli editori sardi) denunciavano questi metodi autocratici dell’ex presidente. Più interessante è sapere se queste stesse critiche feroci ci sarebbero state anche nella malaugurata ipotesi che il centro sinistra avesse vinto le elezioni. E' proprio vero il detto sardo: dall'albero caduto ognuno fa fascine.
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