giovedì 12 febbraio 2009

La lingua sarda censurata nel programma di Soru

Il grande battage elettorale di Soru sulla lingua sarda, si è rilevato alla fine per quel che è: uno specchietto per attirare gli amanti di sa limba, fra i quali io sono. Nelle ultime ore di vita del suo governo ha fatto approvare un Disegno di legge che mai avrebbe potuto arrivare al Consiglio regionale, ormai in via di scioglimento. Si tratta, a proposito delle accuse rivolte a Cappellacci di aver copiato parti del suo programma, di una scopiazzatura della legge sulla lingua approvata in Friuli.
In queste ore, il colpo finale. Il programma pubblicato da Soru in Internet ha censurato persino la parola “lingua sarda”. Sino alla fine di gennaio vi si leggeva: "Una terra è il suo paesaggio, la sua cultura, la sua lingua, la sua storia, la sua musica. Lo sviluppo della Sardegna non può che partire dall’identità...". Oggi si legge: "Una terra è il suo paesaggio, la sua cultura, la sua storia. Lo sviluppo della Sardegna che vogliamo parte da un progetto identitario...". La lingua è stata cancellata.
E anche nel programma che è scaricabile dal suo sito, la questione della lingua è ridotta alla ripetizione di cose già approvate dalla passata giunta nel Piano triennale. Addio all’impegno di una legge di politica linguistica, agitata solo strumentalmente in campagna elettorale.
Trovo in questa maniera di comportarsi un insopportabile e cinico strumentalismo: Soru sa benissimo che la sua sardità avrebbe impattato contro il centralismo degli uomini di Veltroni nell’Isola. Ma ha fatto finta di nulla.
Nella foto: la lingua sarda censurata nel programma di Soru

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