Il segretario regionale del Pd, Silvio Lai, garantisce – chiedo scusa per il gioco di parole – che il suo partito è “responsabile e garantista”. Forse voleva dire che sarà nel futuro l'una e l'altra cosa e se questa è una promessa, essa va presa con l'attenzione che merita. Pur nell'incapacità di fare oggi una opposizione responsabile e pur nelle sue debolezze attuali nei confronti della sirena dipietrista, il Pd è pur sempre un importante partito che ho sempre rispettato come avversario e mai considerato nemico. Sto in fiduciosa attesa che un domani Lai e i suoi diventino, appunto, responsabili e garantisti.
Oggi non lo sono e, per il rispetto che ho dell'amico Lai, non ne sono affatto felice. Fosse responsabile, il Pd sardo non sarebbe in trepidante attesa che qualche pm risolva i problemi che esso incontra nella elaborazione di uno straccio di programma alternativo a quello del centrodestra. Fosse pienamente garantista, Lai non si sarebbe fatto scappare che “il presidente deve assumersi le proprie responsabilità, che prima di tutto è personale e individuale, al di là della consapevolezza di non aver commesso reati”. Traduco: non mi importa che lei, presidente Cappellacci, si senta e sia innocente di ciò di cui la si sospetta; a me interessa solo che ci sia il sospetto.
Naturalmente, questo ragionamento, degno del principe dei giustizialist più che di un uomo come Lai, funziona solo se ha di mira un nemico politico che è difficile combattere per vie non giustizialiste. Non vale per i compagni di partito. Basta dire, come nel caso del mio amico Milia, che il codice etico del Pd non contempla la fattispecie del reato per cui ha ricevuto una condanna. Per me, che sono davvero garantista, Milia è innocente perché è condannato in un solo grado di giudizio. Per Lai sembra esserlo perché membro del partito dei migliori. Lo stesso io penso di Renato Soru, non solo indagato, ma anche formalmente accusato e oggi sotto processo. È innocente fino a che i giudici non decidano altrimenti. Lo stesso penso dell'ex presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu, anche egli alle prese con sospetti che gli auguro decadano.
Forse è perché non si può essere garantisti a convenienza. Però aspettiamo, forse Lai dimostrerà che il suo partito è responsabile e garantista non solo con i suoi, ma anche con gli avversari. So che i miei amici mi chiederanno se, arrivato alla mia età, creda ancora alla Befana. Ma correrò il rischio.
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