martedì 6 luglio 2010

Quella mia interrogazione a Bondi

Mi scrive un caro amico, forse imbarazzato di farlo pubblicamente: ma come, con la crisi economica che in Sardegna diminuisce a ritmi lentissimi, tu vai ad occuparti di archeologia? L'amico si riferisce all'interrogazione che ho presentato al ministro Sandro Bondi per chiedere conto di alcuni fatti messi in luce da un migliaio di persone firmatarie di una petizione, come si può leggere nel mio blog. Analoga questione è stata sollevata, in maniera più brusca, in una discussione nella mia pagina su Facebook.
Credo che il problema posto meriti una risposta pubblica. Dicendo, prima di tutto, che non si tratta di uno sfizio intellettuale ma di cose che hanno una valenza di grande portata economica, oltre che di questioni che, se fondate, potrebbero portare la Sardegna all'attenzione della comunità scientifica internazionale. Dispiace, sia detto per inciso, che i giornali abbiano ignorato la mia interrogazione e le questioni che essa solleva.
Che cosa chiedono i firmatari di quella petizione e il gruppo di intellettuali che la ha appoggiata? Detto in breve, domandano se sia vero che esistono antichissimi reperti archeologici, trovati in Sardegna, da cui risulterebbe che già alcuni secoli prima dell'arrivo dei Fenici nel IX secolo avanti Cristo, i nuragici avevano appreso a scrivere e scrivevano. Io non so e comunque non ho alcuna certezza che così sia; ed è per questo che lo chiedo all'amico Sandro Bondi che per rispondere si potrà avvalere della competenza delle due Soprintendenze della Sardegna, fino ad ora restie a dare risposte alle domande poste dalla petizione.
Questa – assicurano i promotori dell'iniziativa – è stata spedita a tutti i parlamentari eletti in Sardegna, ai presidenti dei gruppi in Consiglio regionale e ai due soprintendenti: io del resto così ne ho avuto notizia. Voi capite che cosa significherebbe dal punto di vista culturale, acclarare che davvero, come suggerisce la petizione, nel XIV secolo nostri progenitori abbiano usato dei caratteri cuneiformi di Ugarit per scrivere qualcosa su una brocca o un vaso di cui resta un coccio, trovato a Senorbì. E che cosa significherebbe acclarare che davvero un coccio trovato a Pozzomaggiore (la cui foto è arrivata a me come a tutti gli altri destinatari della petizione e che qui pubblico) sopporta una iscrizione ben più antica di quell'VIII secolo in cui, secondo quanto sappiamo, comparve la scrittura fenicia, attraverso la quale la Sardegna uscì dalla preistoria per entrare nella storia.
Sarebbe una rivoluzione culturale di enorme portata che porrebbe la nostra Isola al centro di nuovi studi e di nuovi interessi. E l'economia che cosa c'entra? Certo, nulla cambierebbe nel sistema industriale, frutto di scelte errate che tutti siamo chiamati a sopportare, i lavoratori in primo luogo. Ma cambierebbe la qualità e la quantità del turismo, attratto non più quasi esclusivamente dalle coste. Questo comporterebbe la costruzione di strutture di appoggio, il potenziamento delle ricerche con la messa al lavoro di giovani e attempati studiosi, la pubblicazione e la diffusione dei risultati, una inversione della tendenza dei piccoli centri al loro spopolamento. Insomma, si metterebbe in modo un virtuoso circolo economico.
Naturalmente se tutto ciò fosse vero. Ma per saperlo, l'unica cosa da fare è chiedere a chi possa dare risposte scientificamente fondate. Ecco perché l'ho fatto; ognuno naturalmente ha la propria sensibilità di fronte a determinate questioni, io constato che la cultura ha spesso cambiato le sorti di tanti territori che parevano destinati al degrado.

10 commenti:

Atropa belladonna ha detto...

Grazie senatore.

Panurk ha detto...

Sarebbe una rivoluzione culturale di enorme portata che porrebbe la nostra Isola al centro di nuovi studi e di nuovi interessi.


Ma scusi, egregio senatore, si tratta di una sciochezza e non di cose che hanno una valenza di grande portata economica, oltre che di questioni che, se fondate, potrebbero portare la Sardegna all'attenzione della comunità scientifica internazionale.

L'attenzione della comunità scientifica internazionale c'è già - oggi tanto quanto ai tempi delle Carte d'Arborea. Solo che a differenza della situazione di 150 anni fà (con l'intervento autorevole di un Theodor Mommsen) nel caso delle "scritture nuragiche" nessun scienzato serio ha il minimo interesse di vedere il suo nome citato
nell'ambito di tutta questa 'diarrhea cerebrale' basata sulla lettura di scritture nuragiche cuneiforme su delle tavolette altomedievali.

Come detto: L'attenzione della comunità scientifica internazionale c'è già. Ed è micidale.

piergiorgio massidda ha detto...

@ Atropa Belladonna
Sono prima di tutto un medico e spero tanto che la Atropa belladonna che conosco io sia in contraddizione netta con il suo animo gentile. La ringrazio io, e molto, della sua attenzione.

@ Parurk
Avessi saputo della sua esistenza, mi sarei risparmiato di presentare la mia interrogazione al ministro Bondi: lo avrei chiesto direttamente a lei. Noto, però, che, al di là del sarcasmo, lei non risponde alle questioni che ho posto e divaga fra Carte di Arborea e tavolette medioevali che non so che cosa siano. E mi convinco sempre di più di due cose: che devo aver disturbato qualche manovratore e che sarà davvero meglio attendere la risposta di Bondi. Spero non le dispiaccia.
In ogni caso, gradirei conoscere i miei interlocutori,

zuannefrantziscu ha detto...

Caro senatore, come avrà notato, la sua prudentissima interrogazione comincia a dare i suoi primi frutti: per ora è solo l'isterica reazione di un anonimo che è come le vacche di Mussolini, si sposta qui e là per apparire tanta gente.
Mano a mano che si avvicinerà il momento in cui Bondi le risponderà - credo non sarà prestissimo perché il ministro dovrà mettere le mani in un verminaio incredibile - il panico si impadronirà di chi sa di sa di aver commesso gravi reati. La sparizione o l'occultamento di reperti lo sono, immagino. Per ora, i responsabili tacciono: parleranno, sempre anonimamente, altri, magari non colpevoli diretti nelle sparizioni, ma correi, questo sì, nella corruzione delle coscienze.
Si chiede se abbia disturbato il manovratore. Eccome se lo ha fatto. Vedrà che alla fine, le toccherà promuovere una commissione di inchiesta per capire come in Sardegna si sono spesi denari pubblici destinati alla ricerca e alla cultura. Stipendi a persone che raccolgono firme sotto un appello perché sia messo a tacere un ricercatore come Sergio Frau; altri stipendi dati a coloro che hanno fatto sparire un prezioso coccio preistorico; soldi dati per un expertise su reperti considerati etruschi a chi di etruscologia sa poco più di quel che lei ed io sappiamo; e si potrebbe continuare.
Sicuramente ci sarà del marcio in Danimarca, ma anche molto più a sud. Forse anche per questo che alcuni importanti docenti cominciano a prendere le distanze e a tirarsi fuori dal verminaio.

Gianfranco Pintore

Panurk ha detto...

@piergiorgio massidda

Avessi saputo della sua esistenza, mi sarei risparmiato di presentare la mia interrogazione al ministro Bondi: lo avrei chiesto direttamente a lei.

Mai troppo tardi:
bauer.xaver@gmail.com

Altrimenti: Perché non chiede ai sostenitori della petizione di pubblicare le reazioni della communità scientifica internazionale a loro note?

zuannefrantziscu ha detto...

Se posso osare darle un consiglio, caro senatore, chieda al suo anonimo interlocutore come dove e quando la "comunità scientifica internazionale" si è occupata dei reperti elencati nella sua interrogazione. Le pago il caffè se le arriverà una segnalazione in più di quella di un testo sconclusionato di uno studioso sardo che vede longobardi ovunque.
Eviti si sapere chi è la persona che si nasconde dentro quella mail. Rischierebbe di trovarsi davanti al video di un giovane che gioca con un assorbente femminile. Tanto per darle il segno della serietà e attendibilità del suo interlocutore.


Ganfranco Pintore

Panurk ha detto...

ZFP scrive: Eviti di sapere chi è la persona che si nasconde dentro quella mail. Rischierebbe di trovarsi davanti al video di un giovane che gioca con un assorbente femminile. Tanto per darle il segno della serietà e attendibilità del suo interlocutore.

Tanto per illustrare la serietà ed attendibilità di un ZFP. Tanto anche per illustrare una delle ragioni perché ASSOLUTAMENTE NESSUN SCIENZATO di fama internazionale ha voglia di vedere il suo nome impiastricciatto da tali ignoranti incolti. Per altri ragioni si veda sotto.

Forse è utile di richiamare in mente la vecchia storia delle Carte d'Arborea. Il PRO era stato formulato non da ignoranti dilettanti ma da un Alberto della Marmora ed un Carlo Baudi di Vesme dell'Accademia di Torino ed era quest'ultimo a chiedere il Mommsen dell'Accademia di Berlino il suo parere sulle pergamene medievali.

Mi sembra opportuno di precisare di nuovo che (1) l'attenzione della comunità scientifica internazionale sulle presunte 'scritture nuragiche' c'è già e che (2) le sperienze di Mommsen coi nazionalisti sardi sono ancora oggi ben presenti fuori dell'isola (cfr. e.g. http://www.degruyter.de/cont/fb/ge/detail.cfm?isbn=9783110177664). L'attualità è sorprendente:

Se queste mie poche parole potranno contribuire a far capire ai veri patrioti sardi che il primo loro
dovere è di smascherare qualunque frode che viene ad imbrattare la santa e schietta Storia antica, e di combattere coraggiosamente quella camorra erudita, che non soffre neanche l’opposizione a qualunque frottola, perché è frottola patria, non saranno scritte invano. Chi le scrisse, lo fece, perché ebbe occasione di convincersi del danno immenso che questo sistema reca agli studj sardi e perfino all’onore del paese, e perché la cortesia usatagli lo spinge e moralmente lo costringe di parlar chiaro, senza badare a ciò che ne sarà la conseguenza, che saprà sopportare.
(da una lettera del Mommsen scritta nel 1877 al direttore di un giornale sardo).

@piergiorgio massidda: Sono professore universitario e di solito non spreco il mio tempo giocando con assorbenti femminili.

piergiorgio massidda ha detto...

Caro professor Panurk
continuo a rilevare che lei non entra in merito alle questioni che ho sollevato io nella mia interrogazione. E queste a me interessano, al di là di ogni disquisizione sulle Carte di Arborea, di Mommsen e degli avvertimenti ai patriotti sardi, che per altro condivido ma che nulla c'entrano.
Quanto al resto, questo è uno spazio libero, in cui scrive sia chi firma e ci mette la faccia sia chi non lo fa. Diventa inevitabile che cercando di risalire a chi si nasconda dietro un nomignolo si possano fare curiosi incontri. Lei docente universitario, io senatore della Repubblica credo non abbiamo il diritto di nasconderci. Le pare?

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Signor Panurk,
ma non si rende conto di quanto disdicevole possa essere il suo atteggiamento? Lei dice di essere un prof Universitario? Ammettiamo che lo sia (è certo che nella vostra cricca di dileggiatori anonimi ve ne sia più d'uno), ma le pare che un docente universitario debba ricorrere all'anonimato e al dileggio per contrastare tesi che non condivide?
Lei cita il caso delle carte false d'Arborea, ma non le pare di voler fare l'azzeccagarbugli?
Se lei fosse una persona seria ci direbbe chi è, e si adopererebbe per dare una risposta seria ai firmatari dell'appello!

Io non so se quegli oggetti esistono realmente o se sono dei falsi, a chi di dovere rispondere.

Per capire quanto la questione posta dai firmatari dell'appello sia importante le segnalo che alcuni mesi fa Paolo Bernardini (già direttore archeoogo della soprintendenza di Cagliari, ora docente di Fenico - punico all'Università di Sassari), in un convegno in quel di Senorbì ha mostrato uno spillone nuragico (dell'età del ferro) con una incisione scrittoria.
La cosa destò grande attenzione scientifica tra i convenuti.
Ma ciò che reputo scandaloso e che quel reperto fu rivenuto 20 anni fa! Ma le sembra normale che di una tal reperto se ne parli vent'anni dopo il rinvenimento?
Questo caso mi pare assai più emblematico e pertinente della sua azzeggarbugliesca citazione delle carte false d'Arborea!

Non so se gli oggetti di cui (nella petizione) si chiedono lumi esistono o non esistono, ma credo che i lettori di questo blog possono capire che la richiesta dei petenti ha piena legittimità, mentre il suo modo di criticarli aumenta il discredito verso l'istituzione a cui dice di appartenere?

Nel blog anonimo-chimerico di cui lei è sostenitore, nel quale in pieno anonimato si dileggiano (ne ha fatto le spese anche il senatore Massidda) le persone senza dare a queste nessun diritto di replica le pare un atteggiamento civile? Che in quel blog demenziale vi siano dei docenti universitari (con una mentalità da Ainis ultimi della classe goliardi perdigiorno) come anche lei dice d'essere, è confermato dal fatto che Roberto Coroneo (Preside della Facoltà di lettere e Filosofia l'ha già ammesso!), suvvia signor Panurk ci sveli anche lei con quale sommo professore abbiamo dialogato!

O forse si vergogna dei commenti che ha postato come Panurk?

Quando vent'anni fa presentai i miei studi archeoastronomici sui nuraghi agli archeologi sardi constatai che non erano assolutamente in grado di capirli. Vista la loro inadeguatezza, mi rivolsi ad altri lidi, li presentai a prestigiosi profossori di archeoastronomia dell'Università di Cambridge (uno dei quali era il direttore del dipartimento di storia della Scienza di quell'Università), ho pubblicato (anche assieme a loro) sul significato astronomico dei nuraghi in prestigiose riviste scientifiche internazionali.

Mi fa sorridire caro Panurk quando vedo lei, ed altri archeologi, che per contrastare le mie teorie si nascondono dietro stupidi nomignoli e usare l'arma anonima del dileggio?
ma non si vergogna!?

Sardonicamente le sorrido!


PS: sono a disposizione del Senatore Massidda, nell'eventualità voglia conoscere la mia opinione su chi si nasconda dietro l'identità dell'"anonimo" Ainis che l'ha criticato.

piergiorgio massidda ha detto...

@ Mauro Zedda
La ringrazio signor Zedda e mi complimento per i suoi studi che mi farò premura di leggere, convinto che, nel campo della scienza e proprio per l'essenza stessa della scienza, ben poco si possa dire assodato una volta per sempre. Sono d'accordo con lei che l'uso dei nomignoli da parte di dipendenti pubblici sia quanto di meno appropriato si possa immaginare. La mia curiosità nel sapere che volto celi la maschera di uno che vuol restare sconosciuto è, però, pari a zero. Né l'aumenta il fatto che mi si insulti – come lei mi annuncia – da dietro un muretto a secco.
PS – La ringrazio anche per avermi segnalato l'esistenza di quello spillone nuragico tenuto nascosto per vent'anni. Farò tesoro anche di questo fatto.