Neppure per un momento ho avuto la tentazione di vestire i panni di un giustizialista, difronte alla condanna del mio amico e avversario Graziano Milia. Il presidente della Provincia di Cagliari è stato ieri condannato per abuso di ufficio che, secondo i giudici della Corte d'appello, avrebbe commesso quando era sindaco di Quartu.
Non ho mai pensato, voglio dire, di utilizzare questa condanna nella prossima campagna elettorale che sta per cominciare in vista del rinnovo del Consiglio provinciale. Ma mi chiedo, e chiedo ai giustizialisti quale sarà il loro atteggiamento davanti a questa condanna. Si arruoleranno, per l'occasione, nell'armata dei garantisti, quelli che come me ritengono innocente chi non sia stato condannato nei tre gradi di giudizio, o insisteranno nelle loro voglia di giustizia sommaria, sempre agitata come una bandiera contro il nemico?
I precedenti depongono a favore di quest'ultima soluzione: chi ha gridato “Mai con De Luca, il plurinquisito” candidato Pd alla presidenza della Regione Campania, non ha avuto difficoltà a voltare gabbana e ad appoggiarlo con entusiasmo. Milia, insomma, credo possa contare sulla vocazione di Di Pietro allo strabismo e al giusitizialismo secondo convenienza. L'unica cosa che potrebbe temere è, semmai, la sete di potere di gente così: guai se si dovesse accorgere che la delegittimazione di Milia potrebbe aprire la strada a un candidato presidente fedele all'Idv.
Per quanto mi riguarda, lo ripeto, Milia non è colpevole perché condannato in uno dei tre gradi di giudizio. Le sue responsabilità sono altre e di ordine politico: quelle di avere amministrato molto male la Provincia di Cagliari. Del resto, i sondaggi fatti per conto del centrodestra e del centrosinistra, conosciuti credo anche da Milia, bocciano l'operato della Provincia di Cagliari alla quale si contesta assenza dai problemi reali dei cittadini e inadeguatezza.
I sondaggi contano quel contano in termini di cifre assolute, ma danno il segno di quale sia il pensiero dell'opinione pubblica. Graziano Milia è un amico personale ma anche un avversario politico al quale non farò sconti, soprattutto se dovessi esser candidato alla Presidenza della Provincia. Ripeto, per me, e così dovrebbe essere per tutte le persone civili, Milia è innocente e lo sarà fino a quando non dovesse essere condannato in tutti i tre gradi di giudizio. Durante la prossima campagna elettorale lo combatterò, ma sempre e solo politicamente, mai umanamente.
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