Le statistiche sull'andamento dell'economia in Sardegna, pubblicate oggi da La Nuova Sardegna, sono preoccupanti, non c'è dubbio. Oggi stesso, ho sentito voci di amici del centrosinistra ammiccanti per il colpo che questi numeri darebbero al governo. Il fatto è che dovrebbero essere letti meglio, perché dalla loro lettura viene un consiglio ad essere molto prudenti nel gioirne troppo: vi emerge, infatti, con grande chiarezza che la Giunta Cappellacci ha ricevuto dalla passata amministrazione di centrosinistra una pesantissima eredità.
Vediamoli questi dati. Al 31 dicembre del 2009 (dopo otto mesi di nuovo governo) i lavoratori in cassa integrazione erano 9.714 e quelli in mobilità 2.908; il tasso di disoccupazione (dopo un paio di mesi di vigenza della Giunta Cappellacci) era del 12,7 per cento e 87.000 erano le persone in cerca di occupazione. Nel 2008 (ultimo anno di Giunta Soru) il tasso di disoccupazione giovanile era del 36,8 per cento (21,3 in Italia), il reddito medio pro capite dei sardi era di 16.200 euro contro i 17.839 in Italia, il Pil pro capite di 20.627 (26.276 in Italia), il Pil ai prezzi di base era diminuito di 430 milioni di euro. Gli effetti della politica di centrosinistra hanno fatto sì che l'anno scorso 350 mila famiglie si trovassero sotto la soglia della povertà e che le esportazioni siano diminuite del 42,9 per cento.
A queste cifre, fredde come tutti i numeri, vanno aggiunte le vicende umane e i drammi di migliaia di lavoratori (da Alcoa a Vinyls, da Euroallumia a Rockwool) che ancora non sanno quale sarà la loro sorte e che sono vittime di scelte fatte nel passato più o meno prossimo. È questa mole impressionante di problemi che il governo sardo ha ereditato e che tenta di affrontare e di risolvere. Con una novità importantissima: intorno alle questioni aperte si è creata, e resiste non ostante la ricerca spasmodica di visibilità mediatica da parte di alcuni oppositori, una grande unità di intenti.
Io credo che questa unità vada coltivata come bene prezioso, anche lasciando da parte la considerazione che i dati economici a nostra disposizione certificano di una inconsistenza progettuale della giunta di centrosinistra, dimessasi improvvisamente alla fine del 2009, quasi una confessione di insufficienza. I dati economici, come quelli che ho citato, sappiamo leggerli anche noi e dicono cose molto diverse da quelle che vi leggono certi avversari del governo sardo. Senso di responsabilità vorrebbe che la loro conoscenza servisse a tutti per superare, in unità, i gravi problemi che sono oggi sul tavolo. Usare quelle cifre in maniera impropria si ritorcerebbe contro chi lo fa.
1 commento:
' Che bella eredità ha lasciato la giunta Masala e quanto bella sarà quella che lascerà l'attuale giunta Cappellacci'. Questo potrebbe essere invece il titolo di un altro post.
Leggendo il suo articolo mi sono chiesto se Lei abbia l'onestà intellettuale di fare lo stesso tipo di analisi sui bilanci della sanità sarda. Potrebbe così smentire, anche pubblicamente, l'assessore Liori che ormai va dicendo da tempo che le colpe dei disavanzi sono imputabili agli anni di governo della giunta Soru.
Grazie per lo spazio,
Cordiali saluti.
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