mercoledì 28 ottobre 2009

La minoranza linguistica sarda ritrovata

La minoranza linguistica sarda è da ieri di nuovo riconosciuta nelle schede che il Ministero dell'interno invia periodicamente al segretario del Consiglio d'Europa. L'invio, come ho ricordato nella interrogazione al ministro Maroni pubblicata su questo blog, è un atto conseguente all'adozione da parte dell'Italia della “Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali”. Per ragioni ancora da chiarire, nel Terzo rapporto inviato quest'anno, la scheda riguardante la lingua sarda non era stata pubblicata fra quelle che concernono le altre minoranze: albanese, catalana, cimbra, croata, francofona, francoprovenzale, friulana, germanofona, ladina, mochena, occitana, slovena, walzer.
Sulla questione, oltre alla mia interrogazione, erano intervenuti su Comitadu pro sa limba sarda, il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga e Sardigna natzione. Credo sia giusto segnalare la sensibilità che ha animato il ministro Roberto Maroni di fronte a queste segnalazioni che, comunque, hanno raggiunto l'obiettivo di restituire alla minoranza linguistica il rilievo comunitario che le spetta.
Permettetemi, da membro di su Comitadu, di segnalare un altra importante avvenimento. Per la prima volta nella storia dell'autonomia la Regione sarda ha considerato la lingua sarda come componente importante dell'economia. Lo ha fatto inserendola nel Piano regionale di sviluppo affermando che “l’attenzione alla cultura delle persone è rappresentata anche dalla volontà di mantenere e rafforzare la promozione dell’insegnamento della lingua sarda, da inserire nell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche. Obiettivo principale è quello di favorire l’insegnamento della lingua sarda, all’interno dell’orario curricolare laddove ciò sia possibile, in relazione alle singole autonomie scolastiche, per raggiungere in tal modo la piena crescita identitaria dei sardi con l’inserimento di materie specifi che come l’archeologia, la storia dell’arte e delle tradizioni popolari in Sardegna”.
Di fronte a questi due importanti riconoscimenti istituzionali della nostra lingua, devo rimarcare con inquitudine, che la stampa sarda ha del tutto ignorato sia le iniziative prese sia la felice conclusione di una vicenda che aveva oggettivamente emarginato la lingua sarda nella sua proiezione europea.

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