Basta che sul sito di un comico, molto seguito dall'Anonima indignati, compaia questo titolo: “Salviamo Santa Lucia da Cappellacci”, ed ecco decine e decine di persone partecipare al tiro al piccione. Gran parte di loro non conosce la splendida marina di Santa Lucia, minacciata dal cemento decretato dalla giunta di sinistra di Siniscola, ma di una cosa è certa: la colpa è di Cappellacci. Né queste persone sono turbate dalla precisazione della portavoce del Comitato che raccoglie firme contro il progetto: guardate che non c'entra il governo regionale di centrodestra, la decisione è tutta dell'amministrazione comunale di centrosinistra.
Imperterriti, i frequentatori del sito continuano a maledire il presidente della Regione e "i sardi (o pseudo tali)" che l'hanno votato e "che non si meritano la Sardegna". Qualche chilometro più a sud, ad Orosei, il centrosinistra ha appena approvato un Piano urbanistico che aumenterà di 50 mila metri cubi il cemento sulle coste della cittadina. A elaborarlo è stato Sandro Roggio, uno dei più inflessibili guardiani delle coste sarde che non siano gestite dal centrosinistra. Quando è il centrosinistra a decidere di costruire sulle coste, come dice l'ex assessore dell'Urbanistica Gian Valerio Sanna, il cemento valorizza il paesaggio.
Minicronanache della miseria umana, si dirà. Allo stato delle cose, il cemento che approda all'attenzione è irrimediabilmente di sinistra, deciso da amministrazioni di sinistra. Se non occultata, questa attività costruttrice, è circondata dalla amorevole comprensione del centrosinistra e dei suoi portavoce. Atteggiamento assai diverso quello nei confronti delle assicurazioni, date ieri dall'assessore Asunis, che non sarà approvato il progetto di Costa Turchese ad Olbia e che il piano per il rilancio dell'edilizia non comporterà alcun deturpamento delle coste. Così, tanto per gradire, ecco, da una cronaca di oggi, alcune espressioni mediatiche fatte passare per informazione.
Costa Turchese è “Berlusconiville”; “Forse Silvio si potrà consolare con un premio volumetrico nella sua villa Certosa”, “Il tour dell’assessore per convincere della bontà del piano cemento”; “forse l’assessore era convinto di essere a un congresso di geometri”; “dopo la dieta di volumi della giunta Soru il popolo del Pdl ha sete di cemento”. Ripeto: i pareri del cronista, più che legittimi in un commento, sono presentati come informazioni su cose reali.
Come si vede, è una ripetizione quasi pedissequa di quanto da tempo va ripetendo il Pd, con il non ininfluente dettaglio che un giornale di informazione è diverso da un organo di partito. Da questa confusione di ruoli e di strumenti nasce non solo la disinformazione ma la legittimazione dell'Anonima indignati. Per essa non conta la verità dei fatti, ma solo la loro virtualità mediatica, il fatto che qualcuno alimenti di mistificazioni la naturale propensione ad arruolarsi nell'armata del bene contro l'esercito del male, quel “popolo del Pdl che ha sete di cemento”.
Le improvvide e menzognere mozioni del Pd e dell'Idv, presentate alla Camera per sollecitare il governo ad impugnare la legge per l'edilizia davanti alla Corte costituzionale, sono state bocciate dal Parlamento, come è naturale che fosse. Altra legna sul sacro fuoco dell'indignazione politico-mediatica che, ancora una volta, fra verità delle cose e interesse di partito sceglierà questo. Il tutto nel mentre le giunte comunali di sinistra continuano a decidere di cementificare le coste. Ma si sa, il cemento di sinistra abbellisce il paesaggio.
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