Credo sia dovere di tutti prendere atto di una cosa che suonerà sgradevole al nostro amor proprio di sardi: le soluzioni delle vertenze con l'Alcoa e con Rynair (la prima forse alla viste, la seconda più problematica) scontano il fatto che questo nostro orgoglio dovrà fare un passo indietro. Per convincere Alcoa a non attuare il suo piano di smantellamento, tutti, forze politiche, i sindacati, le istituzioni sarde e italiane hanno dovuto cedere a una minaccia. Per convincere Rynair a non lasciare l'aeroporto di Alghero, la Sardegna potrebbe essere costretta a soggiacere alla volontà della compagnia aerea.
Dico questo non per piegarci addosso, ma per trovare in queste vicende un impulso a non ripetere gli errori che, è meglio affermarlo subito, non sono della maggioranza che governa oggi la Sardegna e l'Italia. Maggioranza che si trova a dover riparare guasti molto grossi sui quali i responsabili, forse per memoria corta forse per protervia, preferiscono stendere un velo. Che non intendo sollevare ora che abbiamo l'obbligo di restare uniti, come sardi, ignorando le voci stonate di chi preferisce fare campagna elettorale.
Ieri, la Corte dei conti ha fatto un bilancio disastroso dei frutti dei soldi concessi in Sardegna ad imprese spesso mordi e fuggi. Nel 2009 sono stati erogati 15 milioni di multe per “ indebita percezione di contributi e di agevolazioni, nazionali e regionali, per promuovere lo sviluppo e l’occupazione in aree depresse”. Il miliardo e 400 milioni di euro, dati dalla Regione fra il 1996 e il 2007, furono stanziati per la crescita economica, ma questa “non si è registrata e le erogazioni sembrano essersi risolte in regalie a imprese e imprenditori”
Non è una relazione rassicurante quella del procuratore regionale, Tommaso Cottone, che ha parlato di “assalto alla finanza pubblica” e di “soldi in fumo”. La politica avrà certo la responsabilità, prima di tutto culturale, di non aver vigilato adeguatamente sulle richieste pressanti di finanziamenti per creare lavoro. Ma nessun altra componente della vita sociale ed economica si può tirare indietro. Né gli amministratori locali che hanno premuto perché si finanziasse chiunque promettesse lavoro, né i sindacati presi da un “purché si crei lavoro” non responsabile, né gli imprenditori che non hanno vigilato sull'operato dei loro colleghi che prendevano i finanziamenti, né le banche che non hanno fatto i necessari controlli.
In molti casi, ha detto il dr Cottone, “vi è stata o la totale appropriazione del contributo senza alcuna realizzazione o la parziale realizzazione del progetto senza impiego di capitali propri”. Qua e là vedo emergere la tentazione di mettere sotto accusa la politica. Ecco un modo pilatesco di sviare la sostanza delle cose. Anche dalla relazione della Corte dei conti per la Sardegna, dovremmo prender spunto perché nel futuro non si commettano più tanti errori. Tutti: la politica, le amministrazioni locali, i sindacati, gli imprenditori, quella, insomma, che si chiama classe dirigente.
1 commento:
Marcello Lella
se la regione sarda continua a dare i soldi a questi imprenditori di m... che dopo averci spremuto e preso per c.o se ne vanno la colpa di chi e' ? se non dei politici sardi??attaccati alla poltrona...e ai loro interessi familiari, mi spiace che proprio tu una persona che io considero onesta fino a prova contraria faccia un'affermazione simile....... Mostra tuttosi vede che adesso sei a roma e non conosci piu la realta' sarda
basta vedere cosa combina la regione e l'asl con le sue convenzioni negando per esempio a chi ha svolto con serieta ' e professionalita' il volontariato come autista di ambulanza nella croce rossa o avis o misericordia reAlta' riconosciute dallo stato e ai fini di concorso acquisiscono punteggio , solo in sardegna no...come mai?? altre cose non vanno, il comune di monserrato e altri comuni sardi stabilizzano i precari in base anche alla corte dei conti che dopo aver vagliato la copertura finanziaria dei rispettivi comuni autorizza l'assunzione , mentre il
tuo collega forzista in comune di cagliari nega le assunzioni dop aver votato in consiglio e giunta una delibera congiunta che in base alla corte dei conti si potevano stabilizzare solo una parte di essi almeno il 45 %, cosa di questi tempi preziosa...e mi fermo qui sarei troppo prolisso ...non vlio essere noioso e polemico
52 minuti fa ·
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