lunedì 22 febbraio 2010

Un inquietante scontro fra settori della magistratura

Le notizie di stampa e i rumors interessati stanno (devono stare) fuori dagli uffici in cui si amministra la giustizia. Ma si può pretendere che i pubblici ministeri non vivano il clima che li circonda? Se, come è capitato e capita, la martellante dietrologia politica e mediatica insiste sul fatto che dietro la formazione di un governo ci sia un complotto, si può escludere del tutto che un simile clima mefitico si insinui nella mente anche di chi deve lavorare sui dati concreti.
Riflettevo su questo, davanti alla esplosione pubblica di un contrasto fra i giudici del Tar sardo e i pm della Procura di Cagliari, alla quale ho assistito qualche giorno fa ad Oristano e di cui la stampa si sta occupando. In rapida sintesi, la questione sta nel rammarico espresso dal presidente del Tar i cui giudici sono stati sospettati dalla Procura di comportamenti “opachi”. Il fatto che sia il rammarico del Tar sia l'autodifesa della Procura siano stati espressi in toni soft, come si conviene ai ruoli, non sminuisce la gravità di quanto è accaduto.
Gli amici che mi leggono in questo blog ricorderanno quale quadro da satrapia orientale sia stato dipinto alla vigilia del voto regionale e subito dopo la formazione del governo Cappellacci. Dietro i due eventi, hanno raccontato i dietrologi di professione e quelli per convenienza, c'era una combine i cui attori erano le lobby massoniche, clericali, dei “poteri forti” e, insieme a loro, gli immancabili “mattonari” che, nell'immaginario collettivo dei dietrologi, sono capaci di governare decine di migliaia di consensi, quanti bastano a far vincere le elezioni. Con tanti saluti al rispetto dei cittadini elettori.
Recentemente, ne ho dato conto in questo blog, c'è stato chi ha sospettato che un importante imprenditore sardo abbia subornato il governo della Repubblica fino a tal punto da indurlo a sottrarre competenze ad organismi dello Stato, le soprintendenze, per affidarle alle Regioni e ai comuni. E perché? Semplice, per darle al Comune di Cagliari in modo che questo possa favorire un costruttore edile. Costruttore edile che, secondo la Procura di Cagliari, ha avuto contatti con giudici del Tar, tali da gettare “una luce piuttosto opaca sull'intera vicenda Tuvixeddu”.
Un settore della magistratura che ne delegittima tanto pesantemente un altro non è cosa normale in una democrazia. Non so, né sono incline a crederlo, che sia stato il clima provocato dai dietrologi a innescare questo scontro, ma di una cosa sono certo: quel clima, provocato artatamente e senza altro se non un furore ideologico, non ha favorito sereni giudizi.

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