sabato 27 febbraio 2010

Cerchi casa? Attento alle intercettazioni

I quotidiani continuano a pubblicare testi di intercettazioni telefoniche, alcuni pertinenti gli aspetti giudiziari della annosa vicenda di Tuvixeddu, altri che, con questi, hanno assolutamente nulla a che fare. Si dirà: i giornalisti fanno il loro dovere, hanno notizie e le pubblicano. Certo. Mi chiedo però perché siano state lasciate, nelle trascrizioni, parti che non solo non hanno alcuna rilevanza penale, ma riportano conversazioni del tutto normali che si svolgono nella quotidianità di una normale vita di relazioni private. Questo, naturalmente, in uno stato di diritto, non in uno in cui tutto si intercetta, persino una banale telefonata di chi, cercando casa, si rivolge non a un ristoratore ma a un impresario edile.
Me lo chiedo perché, inopinatamente, un giornalista ha oggi messo in moto un ventilatore spargitore di melma dirigendolo verso di me. Il fango neppure mi ha sfiorato, ma la vicenda è esemplare dell'uso che si può fare delle intercettazioni erga omnes.
La storia in sé è banalissima: avevo pensato di acquistare una casa più grande di quella che ho è, senza pensare che un pm potesse essere interessato alla mia ricerca, ho telefonato a diversi imprenditori edili, alcuni miei amici, per chiedere disponibilità e prezzi. Gli altri no, ma uno di questi era oggetto di intercettazioni e non sto certo qui a discutere il provvedimento della Procura. E' così che una innocente richiesta di informazioni è entrata nel tritatutto, da cui, chi di dovere, avrebbe dovuto toglierla, data la sua irrilevanza penale. (Nessun giudice, infatti, mi ha chiesto conto di quella telefonata). Poi non se ne è fatto di niente. Punto e basta. Cosa normalissima.
Ciò che normale non è, ed è anzi maliziosamente insinuante, è che io abbia scritto due articoli La necropoli e gli agit-prop e Lo stupore degli indignati su Tuvixeddu per ingraziarmi il mio amico Gualtiero Cualbu da cui, però, avevo deciso di non comprare alcun appartamento. Ma quando mai? Chi mi conosce e chi conosce le mie posizioni circa l'affaire Tuvixeddu (incagliatosi in sentenze e contro sentenze per colpa delle approssimazioni e degli ideologismi dell'ex presidente della Regione) sa che non ho atteso l'aprile dello scorso anno per esternarle. Insinuazioni maliziose e irrispettose della mia dirittura morale, dunque.
L'amico giornalista della Nuova, che conosco da quando era giovanissimo, sa benissimo che i tentativi di screditarmi, anche quando coordinavo Forza Italia, mi sono scivolati addosso senza lasciare traccia nella mia onorabilità. E sa che in una piccola città come Cagliari le insinuazioni malevole e maliziose possono colpire tutti, anche nel suo ambiente.
Che cosa avrebbe potuto insinuare, se – è pur sempre possibile, con questo sistema di ascolto diffuso delle telefonate – fossi stato intercettato mentre prenotavo un tavolo in un ristorante cinese, che stavo trassando con la Triade? O se fossi stato “colto sul fatto” mentre prenotavo una cena in un ristorante magrebino, che mi accingevo ad organizzare una tratta di clandestini?
Può continuare un sistema di intercettazioni erga omnes come questo in uno Stato appena appena democratico? Che cosa hanno aggiunto la divulgazione prima e la pubblicazione poi di una telefonata di un tipo che cerca casa, se non il fatto che quel tipo è un senatore, per di più del partito di Berlusconi?

PS - Nel forum dell'Irs, sul quale mi è proibito scrivere alcunché, qualcuno ha pubblicato l'articolo della Nuova e, naturalmente, ha preso come oro colato le insinuazioni del giornalista fondate sul niente, dando la stura ad altre sciocche malevolenze. Poco interessa, essendo io considerato un nemico, che esista una versione dei fatti assolutamente diversa da quella insinuata. E soprattutto poco interessa conoscerla. Io non sono un nemico degli indipendentisti, non ne condivido alcune delle idee, ma da avversario, non nemico. Alcuni di loro hanno patito sulle loro spalle il peso delle insinuazioni, della caccia alle streghe. Che altri di loro si trasformino in giustizialisti perché hanno letto su un giornale una personale interpretazione del giornalista di innocue intercettazioni è cosa inedita e preoccupante.

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