mercoledì 3 febbraio 2010

Turismo tutto l'anno: cominciamo dai buoni vacanza

Circa 700 persone hanno partecipato sabato al convegno sul turismo organizzato dalla Associazione Pro Sardegna che mi onoro di aver ispirato. Nella foto un momento del convegno.








La necessità di non concentrare i flussi turistici nei mesi d'estate è presente nei progetti di qualunque governo. Spesso si tratta di nobili intenti dalle conseguenze non sempre apprezzabili, visto che alla loro realizzazione concorrono (o meglio contrastano) elementi che non sono controllabili dai governi, siano essi regionali siano dello Stato: crisi economiche, disponibilità e prezzi dei trasporti, preferenze di chi viaggia.
Su questi due ultimi fattori, trasporti e preferenze, il governo della Regione sarda, che pure ha meno di un anno di vita, ha efficacemente influito, tanto per fare degli esempi, attraverso una intelligente campagna mediatica di promozione dell'immagine di una Sardegna non solo fatta di splendide spiagge e di limpidi mari. E lo ha fatto anche con un fermo contrasto della decisione di Raynair, che sembrava irrevocabile, di cancellare i voli da e per la Sardegna.
Ma c'è un elemento, quello economico delle famiglie, che non si può risolvere con una bacchetta magica e, tanto meno, con la retorica e la demagogia di chi, stando all'opposizione, può lanciarsi nelle più spericolate proposte che non tengono conto delle finanze dello Stato e della Regione, l'uno e l'altra tenuti a non accrescere a dismisura la spesa pubblica e, per scelta, decisi a non mettere le mani nelle tasche dei contribuenti per accrescere i propri bilanci.
Eppure, tutti siamo convinti che il turismo non è solo una risorsa economica decisiva per regioni, come la Sardegna, in cui le scelte industriali del passato rischiano di fare il deserto. È anche un diritto per centinaia di migliaia di cittadini che, nella temperie economica di oggi, non si possono permettere una vacanza. L'idea della ministro Brambilla, idea già in corso di realizzazione, è insieme semplice e straordinaria: sto parlando dei Buoni Vacanza di cui migliaia di cittadini hanno cominciato ad usufruire da qualche giorno.
Si tratta di un contributo che lo Stato dà alle famiglie a basso reddito che vogliano esercitare il loro diritto a un periodo di vacanza. Un contributo che può arrivare, per le famiglie con più di quattro componenti, ai 550 euro, il 45% della spesa sostenuta per fare turismo. Naturalmente, le famiglie possono spendere i loro buoni vacanza in qualsiasi momento dell'anno, ma è logico pensare che le famiglie a basso reddito vogliano utilizzarli nella bassa stagione, quando i prezzi sono più bassi e i tempi di soggiorno possono essere dilatati.
Ecco che così, con uno strumento che costerà allo Stato 5 milioni di euro, si metterà in moto l'economia delle vacanze anche nei tempi fino ad ora considerati morti.

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