lunedì 15 marzo 2010

Furtei e le vittime dell'inganno dorato

Io spero vivamente che il governo regionale trovi le risorse necessarie a metter riparo ad un altro dei danni combinati nel passato dal centrosinistra. Disinnescare la “bomba ecologica di Santu Miali”, come è chiamato il bacino lasciato in eredità a Furtei non senza rispetto della realtà, è qualcosa che è dovuto non solo e non tanto alla quarantina di disoccupati, ma all'intera Sardegna.
Ancor più delle foto pubblicate in internet e sui giornali, una visita al laghetto di Santu Miali dà il segno della incoscienza con cui negli anni della giunta Palomba fu accettata l'apertura della miniera “d'oro” di Furtei. Non si poteva chiedere certo ai disoccupati della zona di informarsi su che cosa comportasse quella miniera in fatto di sconquasso ambientale e, soprattutto, in fatto di inquinamento. Ma il governo sardo che l'accettò, esso sì aveva l'obbligo di saperlo e di accertarlo. O non lo fece o non vigilò. Resta il fatto che lanciò nel futuro un ordigno pronto a scoppiare e ad avvelenare acque e terre.
Oggi siamo tutti solidali con gli operai di Furtei che rivendicano al proprio senso di responsabilità il controllo del lago avvelenato e che chiedono di poter essere essi a bonificarlo. Solidarietà piena e incondizionata. Ma nessuno può far finta di credere che quanto sta succedendo sia senza responsabilità precise. Rendersene conto e prenderne coscienza non serve solo a condannare gli apprendisti stregoni dei tempi passati, serve, soprattutto, a non ripetere qui ed altrove l'errore del voler accettare tutto ciò che promettono quelle che il grande poeta sardo Ciccitto Masala chiamò “fabbriche bugiarde”.

6 commenti:

Giuanne Masala ha detto...

Egregio on. Massidda,

oltre a Palomba mi sembra che anche Cappellacci non sia un santo:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cappellacci-due-volte-presidente/2108393

Un cordiale saluto.

Anonimo ha detto...

"Io spero vivamente che il governo regionale trovi le risorse necessarie a metter riparo ad un altro dei danni combinati nel passato dal centrosinistra."
Io invece spero che a pagare, una volta tanto, siano i responsabili. Cappellacci era presidente della sardinia gold mining la quale dovrebbe provvedere al risanamento dello scempio fatto, invece ora sembra che dobbiamo pagare noi cittadini con soldi pubblici, e a deciderlo chi è? Cappellacci. Questa si che è libertà.
Giulia Parisi

piergiorgio massidda ha detto...

Cari Giulia e Giuanne
Sono d'accordo che dovrebbe essere la SGM a pagare i danni fatti. Se Furtei e tutta la zona interessata allo scempio hanno il tempo di aspettare che la SGM sia condannata, non so bene da chi, a pagare, potrebbe essere una soluzione. Ma temo che, nel frattempo, il disastro sarebbe irreparabile. Vuole sostenere, cara Parisi, la sua giusta petizione di principio? O vuole che il lago sia bonificato subito dagli operai che hanno bisogno subito di lavorare? Se sì, tenga conto che l'unica soluzione è che il governo sardo ripari ai danni fatti nel passato dalla giunta di centrosinistra.
Quanto all'articolo dell'Espresso, sbaglio o nell'indignazione a senso unico il giornalista si è dimenticato di dire che Ugo Cappellacci era allora un commercialista e svolgeva quella professione? E che, dato che c'era, ha anche dimenticato che si è dimesso non appena si è reso conto delle cose che non andavano? Sentire una sola campana, per di più interessata, non è mai l'anticamera della conoscenza. Serve solo a tranciare giudizi.

Daniele Addis ha detto...

Cosa significa che "si è dimesso non appena si è reso conto delle cose che non andavano"? Cosa non andava? C'era qualcosa di illecito o altro? E se si è dimesso perché si è reso conto che avvelanava il territorio, cosa ha fatto dopo, forte delle sue informazioni, per porre fine all'avvelenamento? Cosa ha fatto da presidente della regione o anche prima, quando aveva incarichi in regione (giunta Masala). Vi è stata una qualche denuncia pubblica da parte sua? Io ho provato a cercare qualcosa, ma non hon trovato nulla a riguardo.

Saluti

piergiorgio massidda ha detto...

Caro Addis
io non faccio di mestiere il portavoce del mio caro amico Ugo Cappellacci. Ho segnalato che egli ha spiegato (e non era tenuto a farlo) i suoi rapporti con la SMG. Lei è libero di prenderne atto o di lanciarsi in dietrologie, mi perdoni, alquanto sopra le righe. Resta il fatto che la scelta politica di aprire quella miniera non è sua ma di altri e che lui si trova a dover riparare ai danni gravissimi fatti da un precedente governo di centrosinistra.

Daniele Addis ha detto...

Senatore,
ma di quali dietrologie va parlando? Lei ha definito la situazione creata dalla SGM una "bomba ambientale" e Cappellacci a suo tempo precisò: "Sono stato Presidente della Sardinia Gold Mining per circa un anno e mi dimisi dalla suddetta carica nel 2003 denunciando con le mie dimissioni che la compagine sociale non assicurava adeguate garanzie per il ripristino e per la salvaguardia ambientale."

Non è forse dovere di chi governa la regione o ha incarichi politici quello di salvaguardare l'ambiente? Io ho semplicemente chiesto se Cappellacci, forte della sua esperienza e delle sue maggiori informazioni, avesse intrapreso qualche iniziativa precisa per affrontare il problema di un'industria che avvelenava la sua terra.
Che la scelta (sbagliata) di dare i permessi a quell'azienda sia stata di altri non fatico per nulla ad accettarlo, ma mi riservo di rinfacciarlo ai cari "autonomisti" di sinistra o dell'idV chetentano di ergersi a paladini dell'ambiente e di dire che i problemi della Sardegna non derivano dall'autonomia che ha ampiamente fallito, ma dal fatto che a governarla siano i cattivoni cementificatori di centro destra.

A Lei bastava rispondere che non è al corrente di iniziative concrete da parte di Cappellacci, dopo le dimissioni, per porre rimedio al disastro ambientale. Mica c'è nulla di male.
La SGM non è altro che l'ennesimo parto della politica autonomista.