mercoledì 27 maggio 2009

Sarroch: ripensiamo ai subappalti

Tragedie come quella di Sarroch dovrebbero lasciare chi ha responsabilità politiche senza parole che non siano quelle capaci esprimere vicinanza alle famiglie colpite e immenso dolore. Entrambi moti d’animo che sento profondamente, insieme alla rabbia per il fatto che all’alba del terzo Millennio ci sia ancora chi perde la vita lavorando. Ma il silenzio, per rispettoso che sia, non è in grado di rendere onore ai morti né alle famiglie.
Le inchieste che sono state aperte appureranno i fatti e eventuali responsabilità, colpe che non possono, oggi, essere attribuite se non da parte di coloro che ideologicamente sono convinti che il “padrone” sia antropologicamente un assassino. Gentaglia, i portatori di furori ideologici e di certezze apodittiche, insensibile al dolore e sensibile solo ad un remoto beneficio per i propri dogma.
Ma questo è, soprattutto, tempo di riflettere sul metodo dei subappalti e la cessione di parti dei lavori ad aziende più piccole, metodo che costringe queste ultime a tempi e costi di realizzazione dimezzati a scapito della sicurezza e la salute dei lavoratori. Questo è un meccanismo perverso che può portare ad altre tragedie sul lavoro. Lavorare con serietà alla cancellazione delle norme che rendono possibili tragedie come quelle di Sarroch non restituirà ai propri cari né questi morti né le centinaia di altri caduti sul lavoro. Significa, però, avere la capacità di trarre lezioni da quanto succede e, in definitiva, rendere onore ai morti da lavoro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Ormai anche l'ultimo dei cittadini ha capito che non bisogna più avere paura del nucleare e delle conseguenze che possono derivare dal suo utilizzo, come è accaduto per Chernobyl"

L'ultimo dei cittadini DEVE aver PAURA anche della chimica sia civile che di stato (basi militari) figuriamoci del nucleare (civile e militare)

Valeria

Unknown ha detto...

Io colgo l'occasione per esprimere rammarico circa la sorte della chimica sarda.
Facile andare contro la chimica per chi non sa nemmeno che sta scrivendo su una tastiera fatta con la chimica o che quando cammina per strada lo puo fare perche la chimica gli permette di farlo o che quando ha bisogno non di un aspirina ma di un rimedio omeopatico la chimica gli permette di farlo.
Ma non voglio concentrarmi sull'intervento di Valeria perche grazie a Dio non son cosi estremista sulle cose.
Sono ingegnere chimico e faccio l'ingegnere chimico e conosco le problematiche ambientali di processo legate alla chimica.
So cosa e necessario fare, meglio dire cosa sarebbe meglio fare, per limitare i danni alla salute globale di un impianto chimico sia esso di raffinazione che di trasformazione.
In questa sede voglio solo ribadire l'amarezza di un "emigrato" per la caduta delle industrie sarde. Caduta che a quanto pare a nessuno importa visto come si e agito con eurAllumina ad esempio.
Tante promesse che (solo un folle poteva crederci) sono cadute nel vuoto.
Nel vuoto di trent'anni di assenza di coloro i quali avrebbero dovuto programmare le attivita industriali con piani industriali che invece non esistono.
Ora mi trovo a dover vivere e lavorare in "continente", come si dice da noi...in Sardegna.
L'industria sarda e stata destinata al macero e non so se si risollevera mai senza un piano pluriennale.
Il fatto e che non si vede un alternativa, e non prendiamoci in giro con il turismo perche non siamo strutturati per fare gli albergatori!
Turismo si, ben venga. Assolutamente d'accordo...anzi totalmente d'accordo.
Ma e un po come fare i conti senza l'oste.
Per arrivare a Oristano un turista deve affrontare un calvario (e cito Oristano come esempio).
Si parla di turismo ma non di quello che serve a contorno come una strada che mi porti a Olbia senza rischiare la vita ad esempio o un aeroporto servito come si deve.
Certo e che le buste paga della chimica - dell'industria in generale - sono la stragrande maggioranza come introiti.
La Sardegna ha lasciato morire l'industria per buttarsi in non si sa bene cosa. Per carita tutto va bene ma si fanno discorsi di un futuro piu o meno lontano senza occuparsi del transitorio.
Come dire: da domani mangiamo patate. Ok, ma le patate crescono fra tre mesi e nel mentre noi che mangiamo? La risposta del politico D.O.C. sarebbe: dobbiamo fare tutto quello che e necessario per mangiare patate al piu presto. Intanto apriamo un tavolo di confronto per..bla bla bla...e nel mentre la pancia borbotta...e l'eurAllumina chiude.

Fausto da Pauli