venerdì 15 maggio 2009

Perché sì in Continente e no in Sardegna

Mentre sono stato costretto a cancellare dal mio blog altri due articoli, al solito anonimi, pieni di insulti e di denigrazioni nei confronti di chi non è d’accordo con loro, sono felice di ragionare con chi, come voi, esprime con raziocinio le sue argomentazioni. Non credo che raggiungeremo un accordo, ma spero di dare a voi gli stimoli che date a me.
Non ne sono così certo, ma non ho difficoltà a credere la parola di Marina secondo cui l’ultima centrale negli Usa sia del 1978. Ma vicinissimo a casa nostra, la Francia ne ha costruito anche nel 1999. Lei può pensare seriamente che mentre negli Usa sono preoccupati, e perciò non costruirebbero più centrali, in Francia siano degli sconsiderati? Mi perdoni, ma questo del timore per catastrofi nucleari è argomento assai debole. Anche l’ultimo incidente a una centrale francese si è tradotto nell’invito alla popolazione di non bere l’acqua per un paio di giorni. Né più né meno di come i sindaci di comuni a valle di qualche diga, invitano a non consumare acqua “per usi umani” nei giorni in cui, per dire, più alta è la concentrazione di una particolare alga.
Marina dubita che le centrali “si costruiranno per davvero così come il ponte sullo stretto”. E allora perché protestare, perché sprecare intelligenza e passione contro qualcosa che non si farà?
Il signor Porcu trova una contraddizione fra la mia opposizione alla centrale in Sardegna e il mio sì alle centrali nella Penisola. “Sì, ma non nel mio giardino”, “Not in my back yard”, sarebbe, insomma ciò che mi ispira. Ma non è così. A lui che si dichiara indipendentista, vorrei scherzosamente chiedere, che diritto ha a ingerirsi negli affari di uno “Stato estero”. La questione è però seria e parte, per me che in Senato rappresento la Sardegna ma che sono un parlamentare della Repubblica, dalla considerazione che il tabu nucleare è caduto in larghissimi strati dei cittadini di regioni che vorrebbero l’energia nucleare. E sta lentamente cadendo in mezzo alla totalità dei cittadini.
Secondo un sondaggio di Eurobarometro, i contrari al nucleare in Italia sono passati dal 55% nel 2005 al 45% attuale. Sempre più dei favorevoli, che rappresentano il 43 per cento, ma la tendenza a non allarmarsi è in crescita. Secondo, invece, una ricerca demoscopica della Demos, i risultati sono capovolti: il 47% è favorevole all’energia nucleare e il 44 per cento le è contrario. Interessante è vedere dove si è più favorevoli e dove si è più contrari. Nel Nord-ovest la percentuale dei favorevoli sale al 54 per cento. La stessa percentuale, per altro, che un sondaggio della Confesercenti attribuisce agli italiani favorevoli all’energia nucleare.
Non solo, ma – è notizia di avantieri – il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato la mozione proposta da Rifondazione, Verdi, Pd e Sinistra democratica che chiedeva alla Regione di dichiararsi contraria all’installazione di impianti nucleari sul suo territorio. È nota, del resto, la propensione del Veneto e della Lombardia ad ospitarne uno per regione.
Mi chiedo e chiedo a Porcu: con quale diritto, ammesso che fossi contrario per principio all’energia nucleare, il che non è, potrei dire di no a regioni che, a larga maggioranza, decidono di ospitare una centrale nucleare? Come sempre faccio, per cultura e indole personale, io ho un profondo rispetto delle opinioni altrui, soprattutto se espresse con civiltà. Posso chiedere che con altrettanto rispetto siano accolte le opinioni mie e di chi la pensa come me?
Si potrebbe obiettare: ma la decisione del Parlamento mette a rischio non solo chi è favorevole al nucleare, ma anche chi è contrario. Potrei rispondere che questa è la democrazia: decide chi ha la maggioranza dei consensi. Ma la questione è un'altra: si veda la cartina più sopra, è la mappa delle centrali francesi come l’ha pubblicata La Stampa qualche mese fa. Dalla centrale di Phénix in Francia alle prime coste sarde ci sono 390 chilometri; dal Veneto alla costa est della Sardegna oltre 540. La Sardegna avrebbe da temere più Phénix che una centrale in Veneto o Lombardia e non mi pare sia all'ordine del giorno la richiesta a Parigi di smantellare questa e altre centrali.
Come sardo, l’ho detto e lo ripeto, condivido la decisione del governo Cappellacci di dire no ad una centrale in Sardegna e sono pronto a battermi perché sia rispettata.

6 commenti:

wache ha detto...

Io sono favorevole al ritorno al nucleare, mi sono un poco informato a proposito e l'unico dubbio che mi è stato posto è sulla materia prima (prezzo, riserve, approviggionamenti).

Non mi reputo in Nimbi, se si arrivasse ad avere solo produzione nucleare in italia sarei favorevole ad avere una centrale in sardegna, ma visto ke anche da questo blog emerge che noi produciamo già il 35% in + di quanta energia effettivamente ci servirebbe, non capisco perchè ogni volta si nomina la sardegna e non regioni come la lombardia o il lazio che sicuramente hanno fabbisogni energetici ben diversi dai nostri (il tutto nei limiti delle possibilità ambientali e geografiche) e non capisco come mai anche lei onorevole, pare velatamente favorevole ad un eventuale centrale in sardegna.

Noi la nostra energia la produciamo, paghiamo già i nostri " dazi " (portoscuso, macchiareddu, petrolchimico, gasdotto) perchè dobbiamo sempre essere gli unici a pensare all'interesse nazionale ?

Anonimo ha detto...

Ennesimo incidente a tricastin avete notizie al senato? Leggere il francese mi crea qualche difficolta': asn france

Anonimo ha detto...

Scusi , l'ho trovato sull'ansa ma se lei
Ha notizie ci faccia sapere dispiace per i francesi. Un' altra domanda: lei si riferisce ai 75 kg di uranio sempre a Triscastin finiti nel fiume? Dice che e' sufficiente bere acqua minerale per qualche giorno? Pfiu.. Adesso mi sento piu' tranquilla. Valeria

Anonimo ha detto...

Cosa sta accadendo nella zona di Teulada dal 10 Maggio ?mednet registra scosse che sfiorano il quarto grado richter. Valeria

Anonimo ha detto...

Io credo siano esercitazioni militari. E' mai stato a cala zafferano? Io si, ho visto lo scempio sott'acqua che e' stato compiuto ho visto sott'acqua dei rottami metallici e le rocce le ha viste? Crede sia possibile bonificare i quel disastro? Non siamo in guerra non la vogliamo la guerra eppure di fatto la Sardegna e' come se lo fosse. Valeria

Anonimo ha detto...

La rigrazio On.le per la risposta. Vorrei dirle che io non esercito nessuna ingerenza in uno "stato estero" visto che non esiste uno stato sardo al quale appartenere; non ostante io sia di nazionalità sarda, sono cittadino dello stato italiano con tutti i diritti e doveri che ne conseguono, per cui, le politiche attuate dal governo italiano hanno gli stesi effetti sulla mia vita alla pari di tutti gli altri cittadini dello stato, quindi sono molto interessato a cio' che succede. Non sono contrario alle centrali in Veneto piuttosto che in Lombardia se lo vogliono; io sono contrario alle centrali e ai depositi di scorie in Sardegna perchè vedo tali sistemi in antitesi con quello che dovrebbe essere lo sviluppo dell'isola basato esclusivamente sullo "sfruttamento" delle risorse ambientali sia ai fini energetici che di produzione che turistici. Non concordo con la sua idea che "È impensabile che Regioni, come la Sardegna o la Sicilia, che attraversano grandi difficoltà e sulle quali si abbattono, con conseguenze gravi sulla concorrenza, i costi legati alla produzione di energia, non debbano beneficiare delle agevolazioni che deriverebbero da una moderna politica energetica nucleare." perchè esistono altri sistemi di produzione energetica molto meno impattanti a cui fare ricorso. Non dobbiamo neanche dimenticare che la Sardegna è energeticamente "indipendente" (spero mi passi il termine!) per cui non vedo la necessità di costruire centrali in Sardegna a meno che si voglia produrre da noi l'energia per trasferirla in Italia, ma sicuramente non è cosi, vero On.le? Concordo con lei quando dice che il costo dell'energia, sopratutto per le aziende è particolarmente alto ma sono contrario alla soluzione da lei proposta. Quello che le chiedo, da sardo a sardo, è di agire nell'interesse dell'isola con coraggio, andando anche contro, quando è necessario, alle decisioni del governo italiano il cui interesse primario, ci piaccia o meno, non è certo la Sardegna. Riguardo al nucleare in sè, lei saprà certamente che l'uranio è in via di esaurimento, che i costi di costruzione, manutenzione, spegnimento e gestione delle scorie di una centrale nucleare sono i più elevati, che le centrali di terza generazione sebbene intrinsecamente più sicure sono molto più pericolose in caso di fuoriuscita di radioattività, che hanno bisogno di un'enorme quantità di acqua per il raffreddamento del nucleo, che le scorie si esauriscono in migliaia di anni e il loro stoccaggio non è sicuro ( è come si i neanderthal ci avessero lasciato i loro rifiuti mortali ), che il mercato immobiliare crolla attorno alle centrali, che gli abitanti, sebbene le centrali siano dichiarate sicure, sono a conoscenza dei piani di evacuazione e delle misure da predere in caso di incidente; gli abitanti attorno alla centrale di Triscastin appena avvertiti devono chiudersi in casa, sigillare porte e finestre, non bere, hanno in dotazione delle compresse da assumere in caso di incidente. Ecco onorevole io anche per questi motivi sono contrario al nucleare in Sardegna.
Alessandro porcu