mercoledì 13 maggio 2009

Risposta ad avversari non fanatici

Cari Europeista, Nicola e Rita Ruggiu,
è legittimo che voi aspiriate all’indipendenza ed è legittimo che io la ritenga dannosa alla Sardegna. Ne potremmo parlare pacatamente uno di questi giorni. Ma questo reciproco rispetto è il minimo indispensabile perché il dialogo continui e si faccia non solo stimolante ma anche utile.
Sono contento, signora Ruggiu, che lei non si senta né sia una fan di qualcuno. Ma difendere chi ha sollecitato moti di disprezzo nei miei confronti o ne ha goduto, non va a suo onore. Vuole che le ricordi alcuni commenti di fan del sig. Addis? “Mi sembri un pastore fonnese: hai dato un bel morso e ora non lasci la presa”, D'ASI FATTU A SALI...”, “Ora l'hai messo per bene con le spalle al muro”, “Hai chiuso una ad una tutte le uscite di sicurezza lasciando aperta all'Onorevole solo l'uscita principale”, “Probabilmente avrà già sguinzagliato il suo pool di consulenti e tirapiedi, e aspetta le loro conclusioni per replicare più seriamente”. Dove “replicare più seriamente”, immagino, stia per “dar ragione a noi”.
Ribadisco la mia critica all’appello ad annullare il voto e quello all’astensione. Ne avrò diritto, senza essere accusato di essere sprezzante e, magari, contrario ai diritti del popolo sardo? Voi ponete, però, ciascuno naturalmente per proprio conto, una serie di questioni che attengono alle elezioni europee e da altro. Europeista parla di elezioni-farsa, affermando che “sono solo una fucina di interessi per partiti centralisti i quali devono parcheggiare dei signori da qualche parte”. Gli andrebbe meglio se fossero “una fucina di interessi per partiti nazionalisti o indipendentisti?”
Mi pare di capire, dal suo soprannome di Europeista, che non sia contrario alla elezione di sardi al Parlamento europeo (lasciamo stare per ora come e con quale legge). Vorrebbe parcheggiare chi? Solo chi supera il suo rigoroso esame su che cosa? Si affiderebbe a quella stramaledetta democrazia che consente la elezione di qualcuno solo con il voto popolare, o comunque manderebbe a Bruxelles (il Parlamento siede anche lì, non solo a Strasburgo), qualcuno che non gode di consenso popolare, ma si dichiara indipendentista? Europeista è contento anche del fatto che i sardisti hanno scelto di “non svergognare ulteriormente il senso del partito solidarizzando con la Calia”. Che finezza.
Pone, invero, un problema serio, quando si chiede “che vantaggi nei rapporti con la comunità europea possiamo avere se non siamo rappresentati?”. Vantaggi ce ne sarebbero, e ce ne sono, comunque, posto che anche la Sardegna ho goduto dell’essere stata nel cosiddetto “Obiettivo 1” e gode di non pochi finanziamenti. Ma non è tanto questo il problema: una soggettività internazionale, piccola o sostanziale, della Sardegna sarebbe cosa ben diversa. Che si può ottenere attraverso un nuovo Statuto fortemente voluto da tutti i sardi, anche da quelli che non ritengono necessaria l’indipendenza. L’elezione di uno o più parlamentari sardi sarebbe un segno che alla Sardegna questa soggettività interessa, anche al di là delle recriminazioni sulla mancata concessione del collegio unico.
Ma come si fa, chiede Nicola, “a votare la rappresentante di uno schieramento politico che rifiuta l'asilo politico a dei disperati che fuggono dalle guerre, muoiono di fame e stenti nei deserti e sulle navi per raggiungere il nostro paese”? Una questione di metodo e una di sostanza. Lei ha mai chiesto a Maddalena Calia che ne pensa del cosiddetto “respingimento” e che cosa, per dire, farebbe al Parlamento europeo? Lei condanna a prescindere, per partito preso.
Ma veniamo alla questione di sostanza, con una domanda. Nella Sardegna indipendente, lei accetterebbe che sulle sue coste sbarchino tutti i dannati della terra in fuga dal mondo dei disperati? Se no, quanti? Uno per sardo residente, due, tre? Un milione e mezzo, tre o cinque? Con la retorica e l’ipocrisia, certo che sì. Ma con realismo no. Ma, dice, sono stati respinti (in acque internazionali, ma questo lo ha rimosso) possibili rifugiati. Questi rifugiati (che comunque potranno far valere il loro eventuale status anche se respinti) è sicuro che si siano trovati in un certo punto della Libia per un loro passaparola, o è pensabile che siano stati intruppati dai mercanti di carne umana che così si guadagnano la loro sporca esistenza?
Da sardo, ho orrore del razzismo e della xenofobia (non saremmo la nazione che siamo se non come risultato un infinito meticciato), e non esiterei un secondo a denunciarlo se queste metastasi dell’animo umano stessero alla base dei “respingimenti”. La mia idea di Europa non è diversa dalla sua, caro Nicola, ma non penso la si possa costruire consentendo ai mercanti di schiavi di sbarcare nel punto a loro più comodo i disperati in fuga, dopo aver fatto loro pagare un salatissimo passaggio in una carretta. Purtroppo, l’Europa, in questo momento, non considera sue frontiere quelle italiane e non resiste alla tentazione di dire: arrangiati.

PS – Scrivo questo post in un intervallo dei lavori del Senato, dove si discute della cosiddetta influenza suina. È noto che è notevolmente sopravalutata, mentre – se ne discute in Senato – sono sottovalutati due fenomeni davvero preoccupanti: l’aumento della tubercolosi che ci trova impreparati e, soprattutto, irrompere di malattie tropicali che, se non proprio disarmati, ci trova sguarniti di difese. Ricordate l’insorgere dei molti oppositori ai controlli sanitari ai confini? Anche quella normale precauzione fu fatta passare per razzismo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Apprezzo signor Massidda la sua replica ma in democrazia ho il diritto di non considerare "Onorevole" sul piano simbolico chi viene eletto per poi sostenere una legge elettorale che in questa competizione favorisce la Sicilia e molto meno la nostra isola (che l'ha eletto). Per questo, nel rispetto reciproco, ritengo l'appellativo di signore più idoneo rispetto al ruolo da lei ricoperto. La frammentazione partitica del passato è stata certamente una delle causali che ha inibito alla Sardegna l'elezione di uno o più europarlamentari ed oggi non si può negare che con il PDL e l'IDV questa sia venuta meno (per citare alcuni partiti di punta). Rimane il nodo del divario demografico e quindi della popolazione attiva a livello elettorale: Ne vale la pena? Considerando anche i trascorsi della Calia, ammesso e non concesso che qualcuno le conceda la sua seggiola...abbiamo veramente bisogno di un'Europarlamentare che parla degli immigrati di Lampedusa rispetto a tutti i problemi che abbiamo? Non ho citato Bruxelles per caso, la sede ufficiale del parlamento è Strasburgo ma ogni indipendentista punta alla Commissione e non tanto al Parlamento in sè che risiede pure a Bruxelles. Purtroppo alla Commissione ci si arriva solo se si è Stato e noi siamo ben lontani dal diventarlo. In quanto all'indipendenza infatti, anche io ritengo che questa sia dannosa se prima non ne costruiamo le condizioni strutturali come stanno facendo altri Paesi, tra cui Scozia e Catalogna (realtà diverse ma politicamente più floride sul versante delle riforme). Nel suo sito in costruzione lei chiede al lettore quali siano le priorità (dopo l'economia) tra ambiente, nuovo statuto, turismo, etc. Io ritengo che se si hanno le idee chiare lei sa certamente che dallo statuto dovrebbero dipendere buona parte delle diverse materie elencate. Per questo, molto umilmente, da semplice lettore la invito a rilanciare il giusto percorso della revisione statutaria ed a battersi affinché trovi i suoi spazi di attuazione. La Giunta Cappellacci in campagna elettorale ha preso impegni precisi e vanno rispettati. Se questi impegni non verranno rispettati poco male, l'indipendentismo crescerà lo stesso. Buon lavoro. - Europeista

Daniele Addis ha detto...

Lei mi da del fanatico, dice che ho sollecitato moti di disprezzo nei suoi confronti, ma, fra tutte le citazioni, si dimentica di citare le parole con cui avrei "sollecitato" quei moti. Mi sono limitato a dire, sul forum di IRS, che qui si stava parlando di elezioni europee. Spieghi meglio come IO Le avrei mancato di rispetto, non vorrei che l'etichetta di "fanatico" (ma fanatico di che poi?) le servisse da alibi per evitare di entrare nel merito delle mie risposte (le ricordo ancora i numeri, i calcoli sulle passate elezioni che le ho postato nel mio primo intervento e sto ancora aspettando che mis pieghi quali sarebbero i "salti di memoria funzionali").

Le chiedo scusa se le è sembrato che Le abbia mancato di rispetto, ma specifichi dove e come lo avrei fatto.

Saluti

Daniele Addis

Anonimo ha detto...

On. Massidda,
mi chiamo Piero Fancello e sono uno dei "piccoli fan adoranti" di Daniele Addis che peraltro non conosco. Anche io, come la signora Ruggiu, non adoro nessuno, nè l'ho fatto sul forum di iRS.
Sono abituato a prendere le responsabilità di ciò che dico e faccio, per cui esordisco ammettendo il mio errore quando ho parlato di "pool di consulenti e tirapiedi". Ho sbagliato e non ho problemi a venire nel suo blog per scusarmi, si tratta di un'affermazione qualunquista e priva di fondamento, in quanto i tirapiedi che ho conosciuto, una categoria che mi pare ben nota, non ronzavano attorno a lei.
Quando parlo di "replicare più seriamente" intendo entrare nel merito dei contenuti anzichè eluderli, distogliendo l'attenzione dalle domande che sono li, tante e senza risposta. Mi vengono in mente "i vuoti di memoria funzionali ad una tesi che vuol dimostrare"; mi viene in mente che dopo aver dato le colpe ad Angius per il mancato scorporo del collegio elettorale dal 2004 al 2009 nessuno, centrodestra o centrosinistra che fosse, si è dato da fare per risolvere il problema; mi viene in mente che lei dice che lo scorporo non garantisce l'elezione di parlamentari sardi, eppure se non sbaglio questo concetto è stato usato nella recente campagna elettorale per le regionali: perchè non ci ha avvertito, prima del 16 febbraio, che Calderoli proponeva l'ennesimo inganno ai danni sei Sardi? Un'altra domanda la aggiungo io qui: quali sono le legittime richieste che i Siciliani dovrebbero avanzare in seguito allo scorporo? Di cosa li si sta privando? Dopo che per trent'anni hanno potuto usufruire di una legge che gli ha permesso di decidere da soli il destino europeo loro e dei Sardi? Potrei sforzarmi nel capire il suo ragionamento ed apprezzare il fatto che non avete forzato la mano perchè avete pensato alle (possibili) richieste dei Siciliani: bel gesto ma qualcosa non torna. Lei non è stato eletto in Sardegna? Alle istanze dei Siciliani ci penseranno i loro deputati, no? Non è bella questa politica basata sulla paura delle richieste altrui, mi sembra più logico pensare prima alle necessità della propria terra e dei propri elettori.
Rispondere a tutte le domande, comprese quelle scomode, è, secondo me, rispondere seriamente.
E lei le responsabilità di quello che ha detto le vuol prendere? Questa bella discussione, a volte caratterizzata da toni aspri ma comunque in un ambito sempre civile mi pare, è nata dalla sua quantomeno provocatoria metafora del marito che si taglia gli attributi. Il marito è iRS, quindi è più che logico che sul sito di iRS se ne sia parlato, a quelli dell'Union Valdotaine (per dirne uno) non riguarda granchè. Ed è normale che molti non abbiano apprezzato, così si spiega la varietà di reazioni che lei enuncia e in cui comunque non riesco a vedere nessuna mancanza di rispetto nei suoi confronti, se non la mia per la quale mi son scusato sopra. Pensava forse che dentro iRS - io son solo un simpatizzante e preciso che parlo a titolo personale - qualcuno avrebbe seguito il suo consiglio sulla improvvisamente necessaria unità dei Sardi e pensato: "Cavoli, ci stiamo tagliando gli attributi! lasciamoli dove sono e votiamo la Calia". La mia idea di unità dei Sardi non coincide con la sua, le idee di chi frequenta il forum di iRS non possono andare d'accordo con le sue affermazioni riguardo una presunta autocastrazione. Cosa c'è di strano?
Mi chiedo: ma ero davvero io a volere la ragione?
Cordiali saluti,
Piero Fancello

Anonimo ha detto...

Egregio Onorevole Masidda,
non ci provi nemmeno a tirare in ballo il mio onore. Io non mi sono espressa con tali modi nei suoi confronti e vorrei che lei facesse altrettanto. Il dazio della buona creanza e del rispetto esigerei lo pagasse pure lei. Queste sono le basi che richiede un confronto civile.
Avrei voluto che lei mi rispondesse sulla questione del voto alle europee ma, forse, il modo ironico che ho usato nel porla l'ha fatta sembrare una cosa secondaria. Quindi le chiedo, citando lei stesso: perché accontentarci, riguardo al Parlamento europeo, di un "ecco perché ce la possiamo fare"?
Voglia gradire i miei saluti,
Rita Ruggiu