giovedì 14 maggio 2009

Parlamento europeo: ecco perché ce la possiamo fare

Nei miei precedenti articoli sulle imminenti elezioni europee ho scritto (e confermo) che la Sardegna ha serie possibilità di inviare al Parlamento europeo un suo rappresentante. Paradossalmente, ma neppure tanto, è più facile ottenere questo risultato senza la legge che prevedeva lo scorporo della Sardegna dalla Sicilia. Essendo previsto da quella legge che la Sardegna potesse esprimere due candidati per lista, si sarebbe potuto verificare che nessuna lista raggiungesse il quorum che, si sa, è uguale per tutte le circoscrizioni, indipendentemente dalla loro popolazione.
La ipotizzata circoscrizione sarda ha un milione e quattrocento mila con diritto di voto. Con la percentuale delle scorse politiche (73%), i votanti sarebbero stati 978 mila. Con la partecipazione al voto europeo di una percentuale vicina a quella sarda, il 70%, il quorum necessario per la elezione di un deputato sardo sarebbe stato quasi 470 mila: neppure gli elettori del Pdl, che ottenne alle politiche 421 mila voti, sarebbero stati sufficienti di eleggere un deputato europeo. Figurarsi gli altri partiti, il più votato dei quali, il Pd, ottenne 393 mila voti. I due seggi destinati alla Sardegna, insomma, sarebbero andati a regioni continentali o alla Sicilia.
Il fatto è che il conteggio dei voti, e l'assegnazione dei seggi, non avvengono come per il senato, ma come per la camera. Mentre per il senato ogni regione elegge i propri rappresentanti all'interno della stessa regione (9 in Sardegna), alla camera il conteggio avviene su base statale. Per esempio, nel 2006 al Molise spettavano 3 deputati ma ne sono stati eletti soltanto 2 con una perdita secca di un terzo della rappresentanza. Il conteggio su base statale comporta che il quoziente sia unico in tutta Italia, qualunque sia il numero di voti validi nelle diverse zone della penisola, e, conseguentemente è logico che minore è la circoscrizione elettorale e più difficile è ottenere seggi.
Ma allora i sardi possono eleggere qualcuno con la legge ora in vigore? Certo che sì, fosse anche per via del resto più alto, meccanismo possibile proprio perché la Sardegna è insieme alla Sicilia. E, soprattutto, in conseguenza del fatto che gli elettori possono esprimere fino a tre preferenze: si può votare il capolista e, insieme, un candidato sardo. Diventa chiaro, a questo punto, che la maggiore possibilità l’ha chi è il solo sardo candidato nella lista.
Per essere il più chiari possibile, la candidata Maddalena Calia non deve dividere il consenso con nessun altro sardo presente nella lista del Pdl. Teoricamente, avendo anche gli elettori del Pd tre preferenze a disposizione, potrebbero assegnarne una a ciascuno dei suoi candidati sardi e dare lo stesso consenso numerico ad entrambi: poniamo, per stare ai risultati delle politiche del 2008, 393.078 all’una e 393.078 all’altro. Ma i due candidati sono in concorrenza l’uno con l’altra e i reciproci sostenitori sanno che un voto in più o un voto in meno determina la vicinanza ad un possibile ripescaggio con i resti.
Si parla di uomini (e donne): e voi pensate che questa concorrenza non abbia riflessi su chi, magari deciso a votare, di fronte alla lotta per la cattura del consenso, si inquieti e decida di votare solo il capolista, l’ottima signora Borsellino, che già si è impegnata a rappresentare, se eletta, sia la sua Sicilia sia la Sardegna degli altri? Dico se eletta, perché tutto questo ragionamento è fondato su una cosa che, dicono i sondaggi più o meno segreti, è alquanto improbabile: che il Pd conservi i voti delle ultime politiche.
Del resto, se dovessimo riferirci al passato e a un’esperienza personale, se nel 2004 ci fosse stata la possibilità di dare le preferenze come oggi, e se anche solo la metà degli elettori di Forza Italia (quasi 195 mila) avesse voluto esprimere le preferenze, Maddalena Calia ed io avremmo potuto essere eletti. Avremmo avuto più voti dell’on. Musotto, eletto con 84 mila preferenze, e dell’on Castiglione, eletto con 85 mila preferenze. Oggi che, secondo tutte le previsioni, i voti del Pdl saranno molti di più di allora, volendo gli elettori sardi, quelli del Pdl certamente, potrebbero eleggere facilmente Maddalena Calia. È vero che i se non valgono nella costruzione di una storia, ma l’esperienza sì che vale. Insomma: non è vero che con questa legge elettorale, non possiamo mandare un sardo a rappresentarci in Europa.
A questo punto, le domande sono due sole: riteniamo che avere la Sardegna rappresentata in Europa sia un valore aggiunto per la nostra autonomia? o la cosa è indifferente? Perché se la risposta è sì alla prima domanda, la possibilità esiste. Ed è quella che, appunto, offre il Pdl, candidando per la Sardegna la sola Maddalena Calia.
Certo, la legge elettorale europea va cambiata. Basterebbe che alle elezioni europee, una volta scorporata la Sardegna (e perché no? le altre regioni speciali come la Valle d’Aosta) e costituita in circoscrizione unica, il voto avvenisse secondo i criteri usati per la elezione del Senato, su base regionale. Io, per mio conto, ho intenzione di chiedere a tutti i parlamentari sardi, di ogni schieramento, di valutare insieme se sia possibile presentare una proposta di legge in questo senso. Lasciando da parte, la ricerca di responsabilità pregresse.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Gira e rigira signor Massidda, lei ci dice che la legge elettorale Europea va cambiata: Basta e avanza. Che cosa ne pensa piuttosto sul nucleare in Sardegna? Grazie. - Europeista

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Daniele Addis ha detto...

"Del resto, se dovessimo riferirci al passato e a un’esperienza personale, se nel 2004 ci fosse stata la possibilità di dare le preferenze come oggi, e se anche solo la metà degli elettori di Forza Italia (quasi 195 mila) avesse voluto esprimere le preferenze, Maddalena Calia ed io avremmo potuto essere eletti. Avremmo avuto più voti dell’on. Musotto, eletto con 84 mila preferenze, e dell’on Castiglione, eletto con 85 mila preferenze. Oggi che, secondo tutte le previsioni, i voti del Pdl saranno molti di più di allora, volendo gli elettori sardi, quelli del Pdl certamente, potrebbero eleggere facilmente Maddalena Calia."

On. Massidda, non è che voglio dire che lei sia bugiardo, è che secondo me Lei si sbaglia in buona fede: NEL 2004 LE PREFERENZE PER IL COLLEGIO SARDEGNA-SICILIA ERANO 3, PROPRIO COME SARANNO IN QUELLE DEL 2009. 3 sono le preferenze che possono esprimere i Sardi ed i Siciliani, quindi NON CAMBIA ASSOLUTAMENTE NULLA RISPETTO ALLE PASSATE ELEZIONI.

http://www.repubblica.it/speciale/2004/elezioni/europee/vademecum.html

Clicchi sul link, contiene la guida al voto per le elezioni europee del 2004 e legga
"Accanto al simbolo è possibile inserire fino a tre nomi tra quelli presenti nella lista per indicare le proprie "preferenze" (ma non è obbligatorio: è possibile votare anche solo il simbolo)".

Questo significa che i calcoli da me postati nel primo intervento non cambiano di una virgola, i suoi invece cambiano, e di molto.

Passando al suo ragionamento sulla "ipotizzata circoscrizione sarda", ci potrebbe postare il link alla legge a cui fa riferimento? Io sinceramente non è che ci abbia capito molto. Se avesse ragione sarebbe la prova provata che il piú grande ostacolo per l'elezione di 2 rappresentanti sardi è la mera appartenenza della Sardegna all'Italia... un bel regalo per noi indipendentisti, grazie.

Si rilegga come si votava nel 2004 e corregga, non vorrei che qualcuno fosse indotto in errore da calcoli sbagliati.

Saluti

Unknown ha detto...

On. Massidda,
lasci perdere chi ha una visione ideologica della politica, chi sogna un futuro lontano e dimentica i bisogni quotidiani della gente; vada avanti per la sua strada insieme a Maddalena Calia per avere nuovamente un parlamentare sardo in Europa.

marco p

Anonimo ha detto...

Gentile Senatore,
le scrivo su questo blog, aiutata da mio nipote, per ringraziala della sua attività di parlamentare. Premetto che non sono una elettrice del Pdl né del centrodestra, ho votato da quella parte solo perché c’era lei. Grazie alla legge sua e del senatore Saia ho potuto avere un farmaco che mi ha salvato la vita: l’interferone beta, che prima costava milioni, e ho potuto avere gratis.
Mio nipote, emofilico, avvelenato da una trasfusione (in un ospedale pubblico) di sangue infetto è riuscito ad avere i rimborsi dallo stato solo per un Suo interessamento.
Non si faccia intimidire da chi, con posizioni ideologiche, attacca il suo operato, Lei ha dato risposte a tanti Sardi. Non sono sicura della reale necessità di avere un parlamentare europeo in Sardegna, sono sicura però che c’è bisogno di gente come Lei nelle istituzioni.
Spero che oltre alle vicende del parlamento europeo possa presto occuparsi di sanità e sociale, due campi dove tanto si è speso e ha avuto grandi risultati. Campi che maggiormente condizionano la vita della gente giorno per giorno.
Un grazie sincero.
Luisa

Davide ha detto...

Certo, come no! Poi se casomai non ce la si dovesse fare i voti al partito arriveranno comunque, l' importante è questo.
Signor Massidda faccia una cosa, onde massimizzare le probabilità di elezione di un rappresentante sardo: inviti l' elettorato sardo del PDL a votare in massa la candidata del PD Barracciu!

piergiorgio massidda ha detto...

Ho cancellato un bel po' di messaggi della AIMALPSV (Anonima intanto mandalo al rogo poi si vedrà) che nella sua furia settaria, nemmeno si cura di sapere che cosa io pensi del nucleare in Sardegna. Riesco a discutere con tutti, salvo che con gli imbecilli.

piergiorgio massidda ha detto...

Sig Addis,
evidentemente c'è un cortocircuito di comunicazione fra lei e me. Forse è solo colpa mia, ma intendevo dire (la conquista delle tre preferenze nel 2004 è anche opera mia, non me lo sono dimenticato) che nella disabitudine dei sardi alle preferenze, la loro introduzione non ha dato risultati conseguenti.
Rileggendo, ammetto che l'errore di poca chiarezza è mio.

Daniele Addis ha detto...

Va bene onorevole, ora si è corretto ed è piú chiaro.
La disabitudine dei sardi era anche la disabitudine dei siciliani (ricordiamo anche che si sono recati in percentuale piuttosto minore alle urne nel 2004).
Tenendo conto delle preferenze poi non esiste nessuna ragione logica per cui un unico candidato dovrebbe ottenere piú voti di due candidati, a meno che non si voglia insinuare che gli elettori di altri partiti che non siano PDL sono stupidi.
È convinto che i sardi ora siano "abituati" alle 3 preferenze? Ed è sicuro che la Calia sia cosí conosciuta da passare da 33000 voti a piú di 150000 (ne servono piú o meno cosí)?
Certo, c'è sempre da fare affidamento sulla scarsa partecipazione dei siciliani rispetto ai sardi e sul fatto che loro si dimentichino di avere 3 preferenze a disposizione.

Poi, veramente, ci puó postare il link alla legge cui fa riferimento? Saró tonto io, ma non capisco come sia arrivato a concludere che, in una ipotetica circoscrizione sarda, con il 70% di partecipazione sarebbe necessario dare 470000 voti ad un'unica persona o partito.

Saluti.

Daniele Addis ha detto...

Ok onorevole, ieri sera mi son messo di impegno e ce l'ho fatta a capire il suo discorso. Ha ragione, è proprio la legge italiana in sè che impedisce alla Sardegna di essere rappresentata. Questo rappresenta un doppio ostacolo per avere una rappresentanza sarda in Europa, motivo in più per protestare.
Questo inoltre vanifica le passate promesse delle campagne elettorali che finalmente appaiono per quello che sono: inganni per attirare voti e prendere in giro i sardi, con la complicità dei politici sardi.

Ci ha fornito un bell'argomento in più per dipingere l'Italia per quello che è: una zavorra violenta e dannosa per la Sardegna.