martedì 16 giugno 2009

La luna e il dito come paravento

Due lettori di questo blog, che ringrazio di cuore per la loro attenzione, pongono nei loro commenti a due miei articoli una serie di questioni di rilievo. Mariano Solinas commenta "Scossa o spallata, attenti alla violenza", Piero Fancello ritorna sull'articolo "Insisto: non basta avere una Circoscrizione sarda" che aveva già commentato.

Caro Solinas, vorrei davvero poter parlare della luna e trascurare il dito che la indica, ma purtroppo è più urgente, per la convivenza pacifica, occuparsi del dito. Il dibattito aereo sugli astri del cielo non tiene conto che, spesso, abbiamo a che fare con le miserie di una certa concezione della politica. Lei, che ha evidentemente un filo diretto con Berlusconi e con D’Alema, è convinto che il presidente del Consiglio pensi a un complotto interno alla maggioranza e che D’Alema prepari la sinistra a cavalcare la “scossa” provocata dal complotto intestino al centrodestra.
Invidio le sue certezze e la sua capacità di guardare gli astri, mentre qui, su quella porzione di terra che è l’Italia, noi poveri sciocchi siamo costretti ad occuparci di cianfrusaglie come il tentativo di delegittimare un primo ministro eletto dai cittadini. Sui giornali si annuncia lo scoppio di uno scandalo per i giorni del G8. Gli organizzatori dello scandalo non devono essere ancora pronti, attendono il momento più opportuno per fare i maggiori danni possibili alla vittima e all’immagine dell’Italia, ma sono certamente estimatori di Vico e dei suoi corsi e ricorsi della storia. Nel 1994, anche allora in pieno G8, riuscirono ad infangare Berlusconi che dovette attendere anni per vederee vanificate le accuse. Il danno era comunque fatto e il suo governo dimesso.
Lei chiede: come mai i rumors sul dopo Berlusconi? Sa com’è, noi piccoli uomini poco adusi a colloquiare con gli astri abbiamo orecchie e sentiamo montare giorno dopo giorno le voci dei nostri avversari che assistono, solo spettatori?, forse, al montaggio dei pezzi di Meccano per una costruzione che dovrebbe essere pronta alla vigilia del G8 dell’Aquila. Contano molto sul botto, che non c’è stato con le prove di delegittimazione attraverso pettegolezzi, teoremi giudiziari, gossip, scaldaletti da tre soldi montati intorno a legittimi e legali viaggi degli aerei di stato.
C’è qualcosa di più eversivo della costruzione lenta e progressiva, dosata attraverso annunci di “scosse” e di scandali in progress, di una bomba mediatica ad orologeria?


Signor Fancello, la cosiddetta proposta Calderoli sembrò a me, ciascuno risponde delle proprie azioni, una buona cosa, che andava incontro alla richiesta di un vasto movimento che in maniera trasversale chiedeva una circoscrizione per la sola Sardegna. Le confido che anche io, nel momento della battaglia, ero convinto che ciò bastasse. E siccome sembrava una cosa buona, ovviamente l’idea della circoscrizione sarda fu oggetto di campagna elettorale, sia da parte del Pdl sia da parte del Pd. In maniera ovviamente diversa, ma la questione fu allora dibattuta.
Come lei sa, il governo non fece a tempo a presentare l’inserimento dello scorporo nel ddl che fu poi approvato il 29 febbraio. Francamente non penso che Calderoli, nell’elaborare la sua proposta di scorporo senza una contestuale modifica delle norme per l’attribuzione dei seggi, abbia pensato di fare uno sgarbo alla Sardegna: non è nell’interesse della Lega aprire un conflitto con la Sardegna. Può essere capitato, molto più semplicemente, che non si pensasse allora al rischio di un astensionismo che passasse, come è successo, dal fisiologico al patologico.
Per mio conto, leggendo con maggiore attenzione il testo che poi è diventato legge il 29 febbraio, mi sono accorto che, in caso di forte astensione, il sistema di attribuzione dei seggi attraverso la determinazione di un quorum nazionale, avrebbe reso vano lo scorporo e, peggio, avrebbe potuto avere l’effetto di impedire l’elezione di un europarlamentare sardo. Per questo non ho personalmente insistito sulla necessità di una circoscrizione sarda.
Ero cosciente del fatto che da un lato c’era la mancata attuazione di una promessa fatta ai sardi e dall’altro la possibilità concreta di eleggere almeno un eurodeputato sardo. Ma vorrei porle una domanda paradossale. Mettiamo che un governo, questo o un altro, prometta agli elettori un provvedimento che sicuramente li danneggerà. Il giorno che quel governo non dovesse mantenere la promessa, lei che fa: gioisce per lo scampato pericolo o protesta perché il governo non ha mantenuto la promessa di danneggiare lei e i suoi conterranei?

17 commenti:

Carlo M. ha detto...

Caro senatore,
le invio questo commento alle elezioni europee, scritto dall'indipendentista corso Jean-Guy Talamoni sul suo sito. Solo per segnalarle come possono ragionare anche gli indipendentisti.

"Corsica Libera non aveva dato indicazioni di voto, poiché i molti contatti annodati non hanno permesso di raggiungere un accordo politico. Malgrado ciò, gli indipendentisti non si sono disinteressati dello scrutinio, posto che l’Europa contribuisce a determinare l’avvenire della Corsica.
Al momento del bilancio, ci si può dispiacere che il risultato del Nouveau Parti Anticapitaliste non permette ad Alain Mosconi di essere eletto.
Va anche salutata l’elezione di Jean-Luc Bennahmias, che ha spesso difeso i prigionieri corsi anche nel Parlamento europeo. Bisogna anche, e soprattutto, congratularsi con François Alfonsi per il suo brillante risultato. Ha manifestamente beneficiato fo un apporto di voti esterni alla sua famiglia politica. Non è senza interesse constatare che numerosi elettori hanno voluto dare il loro suffragio a colui che appariva loro il solo corso capace di essere eletto. Questo comportamento, consistente nel dare la priorità agli interessi corsi piuttosto che ad altre considerazioni, è forse il segnale di una presa di coscienza delle minacce che pesano sulla nostra comunità. Se questo episodio potesse essere il preludio a uno sforzo di solidarietà fra tutti coloro che difendono la Corsica…"
L'eletto corso era in lista Rassemblement Europe Ecologie di Daniel Cohn-Bendit, responsabile di un partito che i nostri cari indipendentisti definirebbero "francesista"

Daniele Addis ha detto...

Carlo, prova a fare un piccolo sforzo, su! Vedrai che ci puoi arrivare anche da solo a capire le differenza tra il caso corso e quello sardo.
Io te lo spiegherei anche, il problema è che tu non rimani mai a vedere come procedono le discussioni dopo i tuoi interventi, o se lo fai ti guardi bene dal replicare ulteriormente.
Fammi un fischio nel caso in cui ti sevisse aiuto per capire la differenza.

Ciao

Anonimo ha detto...

Concordo con lei Onorevole, non penso la Lega sia intenzionata ad aprire un contenzioso con la Sardegna, soprattutto ora che vi sta aprendo delle sedi di partito. Come le ho gia detto, a me premeva insistere sulla mancata attuazione della promessa elettorale, poichè la cosa mi ha irritato non poco, e mi permetto di dirle che la sua "ammissione" le fa onore.
Quanto alla sua domanda, non posso che risponderle con un altro quesito: se un governo promette una cosa che certamente danneggerà noi e la nostra terra, perchè dovremo votarlo e dargli poi la possibilità di concretizzare la sua promessa?
Il paradosso è talmente assurdo da sembrare la realtà in cui ci troviamo.

Anonimo ha detto...

Come ieri, la firma.
Piero Fancello

Carlo M. ha detto...

Daniele, quella del dire "ma lì è diverso da qui" è la solita scappatoia di chi non sa come uscire da una contraddizione. Il giorno che per conoscere la situazione corsa avrò bisogno di un presuntuoso, non tema: mi rivolgerò a lei, unico concessionario per la Sardegna della corsitudine.
A me interessava segnalare che il leader indipendentista Talamoni, si congratula con il centrista francese Jean-Luc Bennahmias (esponente del MoDem di François Bayrou) e con il corso Alfonsi, eletto nelle liste del francese Cohn-Bendit.
La mia segnalazione era di apprezzamento per uno che sa che cosa sia la politica non fanatica.

Daniele Addis ha detto...

Carlo M.,
guardi che pure io, per quanto continui a considerarla come un'elemosina, sono contento dell'elezione di Uggias e non gioisco per la mancata elezione di Calia e Barracciu (che sono divertenti perché sembra che vi sia stato uno scambio di cervelli: la Barracciu si lamenta dell'astensionismo che, però, ha penalizzato soprattutto la Clia; invece la Calia si lamenta della mancata attribuzione di seggi che, invece, ha penalizzato la Barracciu), solo che mi dà piuttosto fastidio che i grandi partiti scarichino i propri fallimenti sui "pericolosissimi" indipendentisti che, con i loro potentissimi mezzi di comunicazione, hanno invitato i sardi ad inserire una lettera di protesta nell'urna (molti tra l'altro hanno messo la lettera, ma hanno comunque votato ed il loro voto è stato considerato valido).

Se fossi stato un indipendentista corso avrei fatto come Talamoni, oppure mi sarei sbilanciato ancora di più dando indicazione di votare le liste che mettono i corsi nelle posizioni migliori visto che in Francia le liste sono bloccate e dipende tutto dalla posizione dei candidati all'interno della lista.
Non sono l'unico concessionario della Sardegna per la corsitudine, infatti si sarebbe potuto informare facilmente anche da solo.

Saluti

Carlo M. ha detto...

Ecco che cosa riesce meno sopportabile in lei: quel voler essere titolare esclusivo di qualcosa. Meno sopportabile di una vena di vittimismo fuori luogo: ma chi mai ha accusato gli indipendentisti di aver fatto fallire le Europee? Esagerato. Al massimo è stato contestato loro di aver fatto una scelta inopportuna.
Lei ritiene veri, puri, sinceri e soli indipendentisti quelli che hanno annullato la scheda o allegato ad essa una lettera.
E quelli del Psd'az e di Sardigna natzione che si sono astenuti? Cos'è sig Addis, ha negato loro la patente di indipendentisti?
Mi stia bene... e, quando vuole, passi da me e le racconto le vicende corse dall'attacco di Aleria alla nascita di Corsica libera. Ma roba da matti...

Daniele Addis ha detto...

Titolare esclusivo di qualcosa? E di che cosa, di grazia?
Lo puó chiamare come vuole, anche "rimprovero di una scelta inopportuna, fatto sta è che si tratta di non volere affrontare il fallimento dei rappresentanti sardi militanti nei partiti italianim come testimoniato dal crollo dei suffragi.

Non sto dando la patente di indipendentista a nessuno, sta facendo tutto lei. Io ho citato il caso di IRS perché è la strada che ho sostenuto, ma non mi sono mai sognato di dire che quelli che si sono astenuti sono meno sinceri.

È lei che si sollazza nel dare patenti di indipendentisti bravi e cattivi, solo che cita esempi "ad minchiam", visto che il caso corso non c'entra nulla con quello sardo.

Carlo M. ha detto...

Mi invoco a Sardus Pater. Caro Babai, mi sai dire tu come si può dialogare con uno che dice una cosa e pretende che si capisca anche che cosa, nel segreto della sua mente, pensa? E si in...minchia pure se prendi sul serio quel che scrive

Daniele Addis ha detto...

Caro Carlo,

mi dica, soffre di qualche disturbo che non le permette di prendere le parole degli altri per quello che semplicemente sono?

Le elenco le sue deduzioni basate su ciò che non ho mai detto, nè insinuato:

1) "Il giorno che per conoscere la situazione corsa avrò bisogno di un presuntuoso, non tema: mi rivolgerò a lei, unico concessionario per la Sardegna della corsitudine."

Vede, la corsitudine non c'entrava un bel nulla, se l'è inventata Lei di sana pianta. Il mio era un semplice richiamo alla legge elettorale francese per le europee visto che Lei, nel suo paragone tra indipendentismi, ha omesso di ricordare la differenza tra i due sistemi... paragone "ad minchiam" insomma.

2) "Ecco che cosa riesce meno sopportabile in lei: quel voler essere titolare esclusivo di qualcosa."

Non ho ancora capito di cosa vorrei essere titolare esclusivo, ma tanto le sue sono parole in libertà, non ha bisogno di dare spiegazioni.

3) "Lei ritiene veri, puri, sinceri e soli indipendentisti quelli che hanno annullato la scheda o allegato ad essa una lettera."

Ma quando mai avrei detto o insinuato una cosa del genere? Questa cosa, visto che me l'ha messa in bocca Lei e che io non l'ho mai detta né pensata, se la può riprendere e mettere dove è più di suo gusto.

4) "E quelli del Psd'az e di Sardigna natzione che si sono astenuti? Cos'è sig Addis, ha negato loro la patente di indipendentisti?"

Ma quando mai! E' stata una loro scelta ed io, al contrario di quelli che gridano al "grande inganno" che ha determinato la bassa affluenza alle urne, la rispetto. Io ho fato una scelta diversa, quindi, molto semplicemente, parlo per me. Quelli di PSd'Az e SNI sono benissimo in grado di difendersi da soli.

5) "Caro Babai, mi sai dire tu come si può dialogare con uno che dice una cosa e pretende che si capisca anche che cosa, nel segreto della sua mente, pensa?"

Babai può stare tranquillo, non pretendo proprio un bel nulla, magari si potrebbe evitare di attribuirmi cose che non ho mai detto... ma vedo che, nel suo caso, è chiedere davvero troppo.

Saluti

Carlo M. ha detto...

Addis scrive: "Vedrai che ci puoi arrivare anche da solo a capire le differenza tra il caso corso e quello sardo".
Intende: "Il mio era un semplice richiamo alla legge elettorale francese per le europee visto che Lei, nel suo paragone tra indipendentismi, ha omesso di ricordare la differenza tra i due sistemi... paragone "ad minchiam" insomma."
Se vi capita di incontrarlo, dategli ragione, appena apre bocca. Non che sia pericoloso, ma è capace di straripare sostenendo che sì, è vero, ha detto nero ma intendeva bianco e che se non hai capito è colpa tua. E del fatto che ce l'hai con gli indipendentisti. Quelli buoni.
Quanto a me mi arrendo. Addis ha ragione per definizione.

Daniele Addis ha detto...

Bravo Carlo,
torni a riposare, vedrà che tutto andrà meglio. Tutto il discorso sulla "corsitudine" era semplicemente per dire che non conosceva la differenza tra i due casi? Allora ha ragione, mi scuso per non averlo capito, ma di solito le persone normali all'affermazione "ci puoi arrivare anche da solo a capire le differenza tra il caso corso e quello sardo"

se, bontà loro, non ci arrivano si limitano a chiedere quale sarà mai questa differenza, mica si attaccano a presunte "corsitudini" che "corsitudini" poi non sono.
Colpa mia che mi aspettavo una risposta normale, che illuso!

Tutto questo giro di parole poi per non dire che ho ragione io e che la differenza c'è? Cos'è, campione mondiale di arrampicata sugli specchi?

Saluti

Carlo M. ha detto...

Ho detto che mi arrendo. Ha ragione, non solo per quanto ha detto, ma anche per tutto ciò che dirà in futuro. Vita natural durante. Ma adesso stia calmo, eh.

Daniele Addis ha detto...

Bel modo di uscire da una discussione, ma, visto il suo abituale livello di dialogo, non mi stupisce piú di tanto.
Poi non si preoccupi, io sono calmissimo, non saranno certo le sue frustrazioni a farmi perdere la pazienza. Certo, un po' fa tristezza, ma niente di piú.

Mariano Solinas ha detto...

Caro Senatore,
Io non avrò un filo diretto con Berlusconi e d'Alema, ma lei ha una strana concezione della carta costituzionale. Il presidente del consiglio non lo eleggono i cittadini ma il parlamento. Forse le piacerebbe diversamente ma, per ora, non è così.
Resta il fatto che i rumors dentro il PDL ci sono e come, ad esempio ne parla Ferrara che non è certo un sodale di d'Alema, e lei cerca di sviare il discorso.
Berlusconi ha lanciato un chiaro segnale a chi lo attacca dall'interno del PDL, se lei non è interessato alla luna, tenga pure il dito.

piergiorgio massidda ha detto...

Caro sig. Solinas, ha ragione a dire che gli elettori non eleggono direttamente il premier. Ma fidavo comprendesse la sostanza delle cose: nei simboli elettorali del 2008 c’erano i nomi di Berlusconi, oltre a quelli di Di Pietro, Casini e gli elettori hanno scelto Berlusconi, il Capo dello Stato ha incaricato Berlusconi di formare il governo e il Parlamento ha eletto Berlusconi. Un’altra volta, le descriverò tutta la trafila. Così le eviterò lo sforzo di redaguirmi.
Quanto al resto, sa?, io da 15 anni frequento il Parlamento, avendo amici fra i dirigenti sia nel centro destra sia nel centro sinistra, parlo con gli uni e con gli altri e vivo direttamente lo svolgersi delle vicende. Spesso me le ritrovo sui giornali reinterpretate, a volta con malizia, altre con profusione di malafede, altre ancora con fantasia. Ciò che riferisce lei, scelga pure, appartiene a una di queste reinterpretazioni. Se le fa piacere crederci, faccia pure. Quanto all’articolo di Ferrara – che pure è qualcosa in meno di una verità rivelata – lo rilegga e mi segnali dove parla di complotti nati nel Pdl per rovesciare Berlusconi.

Mariano Solinas ha detto...

Caro senatore,
le potrà anche non piacere, ma la nostra non è una repubblica presidenziale. Le sue battute di spirito non mutano la 'sostanza', e precisamente che se Berlusconi fosse sfiduciato o rimettesse il mandato, il presidente della repubblica avrebbe il dovere di verificare la presenza di una maggioranza parlamentare per la formazione di un nuovo governo, fatto già avvenuto quando Bossi lo mandò a casa.
Quanto alle dichiarazioni di Ferrara, sono passate nel corso della sua trasmissione giornaliera su Radio24.
Immagino che lei sia troppo impegnato in senato per ascoltarla e la capisco.
Resto sempre in attesa della luna, quando si degnerà di lasciar perdere il dito.