giovedì 4 giugno 2009

Dopo il Friuli la Sardegna, a meno che...

Già dimissionario, qualche minuto prima di consegnare le chiavi di Palazzo Chigi a Silvio Berlusconi, l’allora primo ministro Romano Prodi ha voluto fare un regalo al sistema delle autonomie italiane. Ha bocciato la legge di politica linguistica per il friulano, approvata l’anno prima dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. E bocciando l’ha inviato alla Corte costituzione che in questi giorni gli ha dato ragione, dichiarando la incostituzionalità di una parte della legge friulana.
Quello di mortificare le autonomie era il passatempo preferito dell’ex premier: solo per quanto la Sardegna è riuscito a bocciare ben sei leggi nei due anni e mezzo di governo, come dire due all’anno, record mica male. È una sentenza inusitatamente lunga, quella della Consulta contro la politica linguistica friulana e nientaffatto pacifica, se è vero che il giudice relatore, alla fine, non ha firmato il pronunciamento e che si è dovuto far ricorso ad un altro giudice pronto alla firma.
Ci si potrebbe chiedere che c’entriamo noi con questa decisione, perché, insomma, ne parlo. Per tre ragioni principali.
Una è che la Sardegna rischiava la stessa fine del Friuli. Qualche giorno prima dello scioglimento del Consiglio regione, il presidente Soru fece approvare dalla giunta un Disegno di legge sulla politica linguistica sarda che non solo non aveva alcuna possibilità, dati i tempi, di approdare al Consiglio regionale, ma era stato scritto su imitazione della legge friulana. Entrambe, perché non si dica che ho pregiudizi, leggi certo perfettibili, ma non male. L’una, quella friulana, fondata su competenze in materia di lingua che il Friuli ha; l’altra, quella sarda, fondata sulla speranza che nessuno si accorgesse che la Sardegna non ha nel suo Statuto alcun riferimento alla lingua sarda. Il Ddl del governo di centro sinistra naufragò insieme alla giunta che lo aveva approvato. Con un pizzico di malignità, si potrebbe pensare che Soru non l’abbia presentato in tempo utile, sapendo della bocciatura della legge friulana decisa dal suo amico Prodi.
L’altra ragione per cui siamo interessati alla vicenda della legge friulana è che il precedente di questi giorni depone a sfavore di una possibile e urgente legge di politica linguistica della Sardegna. La nostra Isola è di fronte a un bivio: fare una legge che, raccogliendo le impicite argomentazioni della Corte costituzionale, snaturi il senso della legge stessa o stabilire con il governo italiano un percorso che porti alla piena attuazione in Sardegna dell’articolo 6 della Costituzione (“La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”).
L’altra ragione sta nella necessità e urgenza di riscrivere il nostro Statuto di autonomia, prevedendo la costituzionalizzazione della lingua sarda. Come fa il progetto “Carta de Logu noa de sa natzione sarda” elaborato dal Comitato per lo Statuto, da me presentato al Senato.

18 commenti:

Daniele Addis ha detto...

Sen. Massidda, potrebbe per favore elencare le 6 leggi regionali bocciate dal governo Prodi? Capirà che, essendo io indipendentista, l'argomento mi interessa non poco, anche perché, come ben saprà, la sinistra ha la tendenza a dare tutte le colpe a Berlusconi, quindi spesso mi capita di avere interlocutori di sinistra che cercano di sviare dalle mie argomentazioni dicendo che i problemi si risolverebbero automaticamente senza il Berlusca (non è che dicono proprio così, ma il succo è quello).

Anche il premier attuale comunque mi pare che si diletti nella mortificazione delle autonomie... la bocciatura della statutaria non la dobbiamo a lui?

Saluti

Unknown ha detto...

Caro Addis,
questo è l’elenco delle leggi sarde bocciate dal governo Prodi dal luglio 2006 al marzo 2008, in venti mesi dunque e non trenta mesi come avevo scritto nel mio articolo.
1. LEGGE REGIONALE 5 marzo 2008, N. 3 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della regione (Legge finanziaria 2008).
2. LEGGE REGIONALE 7 agosto 2007, N. 5 - Procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva comunitaria n. 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto.
3. LEGGE REGIONALE 29 maggio 2007, N. 2 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2007).
4. LEGGE REGIONALE 1 giugno 2006, N. 8 - Integrazioni alla legge regionale 17 gennaio 2005, n. 2 (Indizione elezioni comunali e provinciali) e alla legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13 (Scioglimento organi enti locali). Interventi per la partecipazione elettorale.
5. LEGGE REGIONALE 23 maggio 2006, N. 7 - Istituzione, attribuzioni e disciplina della Consulta per il nuovo statuto di autonomia e sovranità del popolo sardo.
6. LEGGE REGIONALE 11 maggio 2006, N. 4 - Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo.
Quanto al resto della sua richiesta, è vero che il governo Berlusconi ha bocciato e rinviato alla Corte costituzionale un provvedimento del presidente della Regione, Renato Soru. Ma non si trattava di una legge: era l’Atto di promulgazione della legge statutaria che è stato ritenuto illegittimo perché in contrasto con lo Statuto sardo. La legge statutaria era stata bocciata dagli elettori chiamati a referendum e il governo prima e la Consulta poi hanno teso a ristabilire la legalità (derivata dallo stesso Statuto sardo), violata con un atto di prepotenza.

Daniele Addis ha detto...

Certo, ricordiamo anche che quel referendum è stato chiesto da ben 19 persone, consiglieri regionali... a furor di popolo insomma. Ma per favore!

1. LEGGE REGIONALE 5 marzo 2008, N. 3 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della regione (Legge finanziaria 2008).

Credevo che fosse stata un'iniziativa delle corte dei conti, cosa c'entra il governo prodi?

Carlo M. ha detto...

Ammiro e invidio la sua pazienza, senatore, nel suo dialogo con il signor Addis. Neppure l'evidenza incontrovertibile dei fatti riesce a scalfire le sue certezze.
Mi permetta di aiutarla nell'impresa disperata di farlo almeno ragionare. Ogni referendum nasce per iniziativa di qualcuno e quello sulla statutaria ha per promotori, come previsto, consiglieri regionali. Il "furor di popolo" è quello con cui gli elettori hanno spazzato via la statutaria, poi illegittimamente promulgata da Soru.
Quanto all'invenzione secondo cui a bocciare la legge regionale 5 marzo 2008 è stata la Corte dei conti, sarebbe bastato ad Addis guardare il sito del Consiglio regionale: è stata bocciata su "RICORSO del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 aprile 2008 – depositato il 6 maggio 2008 – pubblicato sul Buras n. 19 del 30 maggio 2008". Il presidente del Consiglio era Prodi

Daniele Addis ha detto...

"Furor di popolo" sarebbe niente popò di meno che il 20% degli aventi diritto... allora anche la legge sulla fecondazione assistita sarebbe dovuto essere abrogata "a furor di popolo".

Comunque sulla legge finanziaria del 2008 ha ragione, e la ringrazio per avermi fornito la fonte che sono potuto andare a verificare. Si trovano cose interessanti nella pagina delle leggi impugnate, ad esempio che neppure il presidente del consiglio che ha preceduto e succeduto Romano Prodi è lo stinco di santo che si cerca di dipingere:

LEGGE REGIONALE 24 febbraio 2006, N. 1 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2006).
(RICORSO del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 57 - depositato il 2 maggio 2006 - pubblicato sul Buras n. 16 del 23 maggio 2006)
(SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE n. 275 del 04.07.2007 - pubblicata sul Buras n. 26 del 11 agosto 2007)

LEGGE REGIONALE 23 dicembre 2005, N. 23 - Sistema integrato dei servizi alla persona. Abrogazione della legge regionale n. 4 del 1998 (Riordino delle funzioni socio-assistenziali).
(RICORSO del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 44 - depositato il 7 marzo 2006 - pubblicato sul Buras n. 12 del 15 aprile 2006 - Il Governo ha rinunciato all'impugnativa con delibera del 21.07.2006, pertanto la Corte Costituzionale ha dichiarato estinto il processo il 22.05.2007 - pubblicato sul Buras n. 21 del 23 giugno 2007)

LEGGE REGIONALE 5 dicembre 2005, N. 20 - Norme in materia di promozione dell'occupazione, sicurezza e qualità del lavoro. Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Abrogazione della legge regionale 14 luglio 2003, n. 9, in materia di lavoro e servizi all'impiego.
(RICORSO del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 21 - depositato il 14 febbraio 2006 - pubblicato sul Buras n. 9 del 17 marzo 2006)
(SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE n. 21 del 22.01.2007 - pubblicata sul Buras n. 4 del 17 febbraio 2007)

LEGGE REGIONALE 7 ottobre 2005, N. 13 - Scioglimento degli organi degli enti locali e nomina dei commissari. Modifica alla legge regionale 2 agosto 2005, n. 12 (Norme per le unioni di comuni e le comunità montane).
(RICORSO del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 95 - depositato il 13 dicembre 2005 - pubblicato sul Buras n. 2 del 17 gennaio 2006)
(SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE n. 396 del 20.11.2006 - pubblicata sul Buras n. 42 del 23 dicembre 2006)

LEGGE REGIONALE 2 agosto 2005, N. 12 - Norme per le unioni di comuni e le comunità montane. Ambiti adeguati per l'esercizio associato di funzioni. Misure di sostegno per i piccoli comuni.
(RICORSO del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 87 - depositato il 19 ottobre 2005 - pubblicato sul Buras n. 37 del 9 dicembre 2006)

LEGGE REGIONALE 17 gennaio 2005, N. 1 - Istituzione del Consiglio delle autonomie locali e della Conferenza permanente Regione-enti locali.
(RICORSO del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 39 - depositato il 24 marzo 2005)
(SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE n. 175 del 20.4.2006 - pubblicata sul Buras n. 16 del 23 maggio 2006)

Queste sono le leggi impugnate da lui, quello "buono" che non violo le autonomie.

p.atzori ha detto...

Io invece invidio e ammiro, oltre alla disponibilità del sen. Massidda, anche l'impegno di Daniele Addis che vuole vederci chiaro. Condivido anche la sua equidistanza tra le parti, nell'interesse della Sadegna. In questo momento dalla Sicilia giungono chiari messaggi su come anche noi potremmo tutelare gli interessi della Sardegna, con, senza, contro le logiche partitocratiche. Occorre davvero un movimento territoriale, il psd'az ha purtroppo per lui fatto il suo tempo.

piergiorgio massidda ha detto...

Al sig Atzori,
lei avrà capito che anche io ho apprezzato la passione del signor Addis (e dico di più, la sua volontà di sapere e di capire), altrimenti non avrei perso tempo ad interloquire con lui. Sono d’accordo con lei che in Sardegna abbiamo bisogno di un forte movimento territoriale e a questo anche io guardo con grande partecipazione. Il suo giudizio sul Psd’az, con cui ho avuto buoni rapporti anche quando non eravamo alleati, mi pare piuttosto ingeneroso, ma non spetta a me prenderne le difese.
A Carlo M,
la ringrazio per il supplemento di informazioni che ha voluto fornire ad Addis, ma se avremo modo di scambiarci altre opinioni, vedrà che non solo di pazienza sono armato, ma di tolleranza e di rispetto per le posizioni altrui.
A Daniele Addis,
mi attribuisce informazioni che non io ma Carlo M, le ha fornito. In quanto al “furor di popolo” di cui Carlo parla, ha ragione lui e basta leggere le motivazioni con cui la Consulta prende le difese dello Statuto sardo contro un atto di prepotenza dell’ex presidente della Giunta. Il fatto che solo il 20 per cento degli elettori abbia preso parte al referendum significa, non solo che neppure la maggioranza degli elettori di centrosinistra se l’è sentita di appoggiare le scelte della Giunta che, non è un dettaglio, nel referendum non solo non è stata neutra, ma ha appoggiato il “sì” alla conferma della statutaria: una doppia sconfitta. Badi che non lo dico io, lo dicono gli oppositori interni al centrosinistra.
Lei ha visto, e correttamente riportato, le volte che anche il precedente governo Berlusconi ha bocciato leggi sarde. Mai mi avrà sentito gioire per il fatto che anche un governo a me congeniale abbia bocciato una legge sarda, anzi, se vuole, può leggere su questo blog come la penso a riguardo (vedi E adesso prima lo Statuto, poi la Statutaria del 6 maggio). Questo del rinvio delle leggi è il segno di un non risolto rapporto tra Regione e Stato, rapporto che si risolverà solo se si avrà il coraggio e la capacità unitaria di scrivere un nuovo statuto. Come quello del Comitato per lo statuto che io ho adottato e presentato al Senato. Lo legga, signor Addis. Lo trova anche a questo indirizzo del mio sito: http://www.piergiorgiomassidda.it/index.php?option=com_content&view=article&id=52:lo-statuto-proposto-dal-comitato-firma-per-la-tua-sardegna&catid=38:scegli&Itemid=28.

Daniele Addis ha detto...

"A Daniele Addis,
mi attribuisce informazioni che non io ma Carlo M, le ha fornito."

No, ho sbagliato a non mettere il soggetto (mi sembrava chiaro che stavo rispondendo a Carlo M.), ma non si preoccupi, non le ho attribuito nessuna informazione non sua.

Per quanto riguarda il referendum, mi perdoni, ma proprio non riesco a considerare una bocciatura "a furor di popolo" il verdetto derivante dall'iniziativa di 19 persone che ha portato alla partecipazione del 20% dei sardi. Avrei accettato senza tanti problemi la modifica o anche l'abrogazione della statutaria da parte delle nuova maggioranza, ma il modo in cui è stato ottenuta, attraverso il ricorso alla corte costituzionale italiana, non mi è piaciuto per niente.

Ho poi letto ed apprezzato il fatto che Lei non gioisca per le violazioni dell'autonomia, infatti mai mi sono sognato di attribuirle un atteggiamento del genere.
Ho solo fatto notare che, magari per distrazione, Lei, nel presente articolo, ha sostenuto che "Quello di mortificare le autonomie era il passatempo preferito dell’ex premier", ma si è dimenticato di ricordare che è un passatempo che vede molto attivo, se non di piú, almeno in maniera uguale, il premier attuale che vi si è dilettato non poco.

A me pare solo che sia uno sport molto praticato dai presidenti del consiglio italiani.

Le faccio i miei migliori auguri per la riscrittura dello statuto che, nella situazione attuale, non dovrebbe essere cosí difficile... siete maggioranza in Regione ed al governo italiano, cosa vi potrebbe fermare?

Solo un consiglio: non andate per favore in ginocchio chiedendo al "governo amico" di approvarlo, presentatelo decisi dicendo che quello è il nuovo statuto voluto dai sardi e che il governo italiano si deve solo limitare a prenderne atto.

Per conto mio lo leggeró piú in lá con calma e le diró cosa ne penso.

Saluti

Anonimo ha detto...

Le spiace se le faccio notare delle cose che almeno per me sono errori? Lei usa il termine Nazione ...poi scrive che dipende dallo stato centrale...poi che e' regione che non ha competenza su cose fondamentali per una Nazione compresa difesa e rapporti con altri Stati..la chiama Carta de Logu per evocare l'illusione di liberta' e pone come base il Regno dei Savoia. Se c'e' una cosa che non sopporto e' la manipolazione dei significati originali. Cosa avrebbe in comune la sua carta de logu con l'originale ? Valeria

p.atzori ha detto...

Vorrei sottoporre all'attenzione del sen. Massidda, che lavora sul nuovo Statuto sardo, Sa Carta De Logu Noa, il breve saggio di Pietro Di Muccio de Quattro "Una Costituzione liberale per l'Italia" da cui trarre qualche spunto utile per eventualmente estirpare, qualora ci fosse, qualche radice di tipo togliattiana. Il togliattismo, è noto, è la versione italica dello stalinismo.

p.atzori ha detto...

http://www.iltamburinosardo.it/costituzione_liberale.html

Anonimo ha detto...

ho trovato la proposta che Cossiga denominò «Noa carta de logu de sa comunidade autonoma de Sardigna» e in altri siti"Noa carta de logu" ma forse si trattò di abbreviazione giornalistica

Il ddl costituzionale di Cossiga prevede che organi della "Comunità autonoma di Sardegna" siano il presidente di Sardegna, il parlamento sardo, denominato "stamenti generali della Sardegna" e il Consiglio esecutivo. Nel disegno di Cossiga alla Sardegna viene attribuita una propria Polizia, anche con ordinamento militare esercitando funzioni amministrative, di sicurezza e di polizia giudiziaria. Alle forze di polizia dello Stato verrebbero comunque riservate le attività relative alla sicurezza internazionale, alla sorveglianza di porti, aeroporti e frontiere e all'immigrazione.

Ma nessuna traccia di Majore :)
Non avendo letto il commento del comitato giuridico, non avevo capito che lei si riferisse al Regno del 1328 .

Cossiga scrisse anche:
Secondo questo storico costituzionalista, insomma, la Sardegna politica dovrebbe ritornare al punto zero: a prima dell'unificazione con il Piemonte.
«Il punto zero è del 1328 quando a Cagliari fu proclamato il regno di Sardegna"

Quindi dovrebbe essere più esatto che sia stato il Regno di Sardegna e Piemonte a influire sul Regno d'Italia.

Non insisto su questo perchè non ne so abbastanza magari verrà fuori da commenti di altri lettori.

http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2002_giugno_8.pdf

Non ho capito se la proposta di Cossiga fu solo provocazione per capire le reali politiche della Lega Nord.

mah

Valeria

La prego di cancellare il messaggio precedente

Anonimo ha detto...

Questa e' da incorniciare , e' troppo bella pag. 3 Gerolamo Sotgiu. Par noi non ci ha migliori ne' importa qual ha vinto sia ellu Filippo Quinto o Carulu imperadori. Valeria

piergiorgio massidda ha detto...

Cara Valeria, rispondo, come sempre volentieri anche se in questa circostanza con ritardo, alle sue domande. Circa la questione Nazione e Stato, c’è una confusione di termini e di concetti, che deriva da una cattiva scuola di cultura politica. Ci sono nazioni che vivono all’interno di uno Stato, come la Sardegna, il Sud Tirolo, la Catalogna, la Corsica, il Galles, etc e ci sono nazioni che coincidono con lo Stato, di regola quando questo è piccolo e, appunto, mononazionale: il Lussemburgo, per dire.
Questa confusione porta a dire, per esempio, che è una nazione ad avere competenza sulla difesa che è, invece, competenza di uno stato. Si può essere nazioni, come quelle basca, scozzese, sarda senza avere competenza in materia di difesa, rapporti diplomatici, moneta, giustizia.
Quanto al regno dei Savoia, ma di questo mi pare si sia accorta, sbaglia a definirlo così. Si tratta del Regno di Sardegna, nato nel 1328 a Bonaria e nome immutato di vari governanti e ragnanti, compresi i Savoia. Era Regno di Sardegna anche nei pochi mesi di governo dell’Isola da parte degli stamenti dopo la cacciata dei Piemontesi. Il Regno d’Italia, e poi la Repubblica italiana, non è che la continuazione del Regno di Sardegna. Se non ha ancora letto La Terza via della Storia, di Francesco Cesare Casula, la consiglio di farlo. C’è una prospettiva nuova della storia della Sardegna e dei suoi rapporti con gli altri stati di Terraferma e non solo.
Per dire, lei sa che ai bambini piemontesi si insegnava che i fiumi della Sardegna erano il Po, la Dora Baltea, il Tirso? E che le città principali della Sardegna erano Torino, Chambery, Cagliari, Sassari… E ancora, che la Sardegna confina a nord con la Francia? Ma se leggerà il libro di Casula, scoprirà un bel po’ di cose che la storia insegnata a me, a lei e a tutti è stata piegata ad esigenze che con la storia ha solo qualcosa da spartire.
Conosco, naturalmente, la proposta di nuovo Statuto sardo presentata in Parlamento da Francesco Cossiga e da Mariolino Floris in Consiglio regionale. Si tratta di una salutare provocazione, visto che quel testo è la traduzione in italiano (con qualche modifica) del vecchio Statuto catalano. Ma la proposta di Carta de Logu noa fatta dal Comitato per lo Statuto, appoggiata dal presidente emerito Cossiga e da me presentata al Senato, la supera concettualmente. Se vuole la può trovare anche nel mio sito a questo indirizzo http://www.piergiorgiomassidda.it/index.php?option=com_content&view=article&id=52:lo-statuto-proposto-dal-comitato-firma-per-la-tua-sardegna&catid=38:scegli&Itemid=28, veda soprattutto all’articolo 10.
Il verso che lei cita (l’autentico è “Pa’ noi non v’ha middori, non impolta lu ch’ha vintu, o sia Filippu Quintu o Càrralu imperadori”) è uno splendido canto in lingua gallurese. Ma s’è un modo malizioso per attualizzarlo, tenga conto che lì si trattava della guerra di successione spagnola e i due monarchi non si erano certo proposti di vincere elezioni democratiche.

Anonimo ha detto...

Buonasera,
"Circa la questione Nazione e Stato, c’è una confusione di termini e di concetti, che deriva da una cattiva scuola di cultura politica. Ci sono nazioni che vivono all’interno di uno Stato, come la Sardegna, il Sud Tirolo, la Catalogna, la Corsica, il Galles, etc e ci sono nazioni che coincidono con lo Stato, di regola quando questo è piccolo e, appunto, mononazionale: il Lussemburgo, per dire.
Questa confusione porta a dire, per esempio, che è una nazione ad avere competenza sulla difesa che è, invece, competenza di uno stato. Si può essere nazioni, come quelle basca, scozzese, sarda senza avere competenza in materia di difesa, rapporti diplomatici, moneta, giustizia."

Vero , sono andata a leggere dopo aver scritto le prime impressioni a caldo e per il diritto è così.
E riconfermo la mia impressione a caldo “La carta de Logu” originale era Nazione-Stato ecco perché pur avendo sbagliato scrivendo il pensiero è esattamente quello. Nessuno statuto che non porti con se il pensiero di Mariano e dei Figli è per me un abuso se riporta il titolo esattamente uguale. Non c’è un filo conduttore che li possa unire.

"Quanto al regno dei Savoia, ma di questo mi pare si sia accorta, sbaglia a definirlo così. Si tratta del Regno di Sardegna, nato nel 1328 a Bonaria e nome immutato di vari governanti e ragnanti, compresi i Savoia. Era Regno di Sardegna anche nei pochi mesi di governo dell’Isola da parte degli stamenti dopo la cacciata dei Piemontesi."
Devo ancora studiare parecchie cose ma sicuramente la Sardegna fu pedina di scambio e i Savoia erano duchi e non re …anche quello secondo le mie conoscenze attuali fu un regalo.
"Se non ha ancora letto La Terza via della Storia, di Francesco Cesare Casula, la consiglio di farlo."
Prima leggerò Girolamo Sotgiu e la Sardegna sabauda poi Casula.

"Conosco, naturalmente, la proposta di nuovo Statuto sardo presentata in Parlamento da Francesco Cossiga e da Mariolino Floris in Consiglio regionale. Si tratta di una salutare provocazione, visto che quel testo è la traduzione in italiano (con qualche modifica) del vecchio Statuto catalano."
Ho escluso Mariolino Floris perché finora non ho trovato affermazioni come quelle di Cossiga: “ Non sarà mai approvata”
Chi voleva provocare? è un’ Emerito Stratega e va un po’ qui un po’ li…
"Il verso che lei cita (l’autentico è “Pa’ noi non v’ha middori, non impolta lu ch’ha vintu, o sia Filippu Quintu o Càrralu imperadori”) è uno splendido canto in lingua gallurese. "
Si è splendido e si potrebbe continuare dopo Càrralu imperatori.
Valeria

Anonimo ha detto...

Senatore urge un chiarimento sulle date:

Su internet ho trovato un articolo di Francesco Casula che riporta 19 giugno 1324.
Nel 1328 Ugone assistette all'incoronazione del Re e ottenne la conferma dei suoi diritti su numerosi compresi la trasmissione dei titoli comitali, viscomitali marchionali.

Valeria

piergiorgio massidda ha detto...

Valeria, ha ragione. E' stata una mia svista. L'anno è naturalmente 1324

Anonimo ha detto...

Lo so perchè sono andata a leggere la data che lei ha inserito nella sua proposta di statuto.

Mi interessa invece la svista di Cossiga 1328.
Non capisco se è un errore e se può avere un significato particolare il viaggio di Ugone II Cappai de Bas (+ 5-4-1335), Giudice d'Arborea dal 1321.

Valeria