Un lettore-collaboratore di questo blog ha sollevato un problema di non poco conto circa l’abitudine della sinistra di attuare quando vince lo spoil system e del centro destra di non farlo. L’origine dell’espressione spoil system non è decisamente nobile (to the victor go the spoils, ai vincitori tutto il bottino), ma l’attuazione americana del principio gli ha dato connotati meno bellici e più funzionali. I vincitori delle elezioni, negli Stati uniti normalmente si circondano di collaboratori di cui è sicura la lealtà, la bravura, l’adesione convinta al programma che si vuole attuare. Il rischio di avere, all’interno dell’amministrazione, una talpa che lavori per il re di Prussia è, insomma, così limitato al massimo.
Il contrario di questo modo di fare è il merit system, sulla base del quale chi vince si circonda di persone di cui si valuta solo ed esclusivamente il merito. Mentre ogni volta che vince, la sinistra provvede a cambiare i collaboratori facendo tabula rasa, il centro destra solitamente continua a utilizzare i collaboratori ereditati dalla sinistra, badando esclusivamente ai loro meriti professionali. È un errore, suggerisce il lettore che ha scritto in questo blog. Ed io sono incline a dargli ragione.
Sono ovviamente contrario, decisamente contrario, alla lettura volgare dello spoil system (il vincitore si prende tutto il bottino), ma credo che abbiano ragione gli americani a pretendere dai collaboratori di chi vince certo la competenza professionale, ma anche la lealtà e l’adesione al programma delle cose da fare. Soprattutto se si tratta non di semplici impiegati che devono essere (e quasi sempre sono) leali all’istituzione quale che ne sia il colore, ma di persone che sono incaricate di attuare un programma, questo sì diverso a seconda di chi governa.
Non riesco a contare le volte che in un qualsiasi ministero ho sentito alti funzionari dire: “Il ministro va e viene, ma io resto”. La banalità della constatazione nasconde una verità, quella che con il sistema attuale esiste l’impunità del funzionario, ma non quella del ministro o dell’assessore che l’opinione pubblica ritiene responsabile di tutto, ignorando che tanto più alto è un funzionario tanto più pesante è la possibilità che egli si metta di traverso all’azione di governo, rispondendo al partito di appartenenza.
Se non impossibile certo è difficile che una persona, educata alla politica da una visione statalista dell’economia, sia in grado di portare avanti un programma liberale, ovviamente contraria allo statalismo. Chi ha della tutela ambientale una visione contemplativa e assolutamente conservativa non può svolgere serenamente e lealmente la sua azione di promozione dell’ambiente in cui la scupolosa tutela si coniughi con l’uso dell’ambiente per la creazione di ricchezza per coloro i quali quell’ambiente hanno conservato per secoli.
In una società normale, nella quale venga al primo posto il bene comune e non il bene del partito, la questione si porrebbe in maniera meno acuta di come si ponga in una società in cui l’opposizione ha il solo obiettivo di rovesciare, comunque e con tutti i mezzi, il governo. Fra questi mezzi c’è spesso, e al di là della lealtà istituzionale, quello del lavorare per il re di Prussia, per l’avversario, cioè, del governo che si dovrebbe difendere. Ma la società italiana e quella sarda non sono “normali”, al loro interno non si svolge una “normale” dialettica fra chi governa e chi si oppone al governo.
Si va dall’eversivo proclama di Di Pietro pubblicato su un giornale estero al tentativo dell’ex presidente della Sardegna di rompere l’unità delle forze politiche e sociali raggiunta per contrastare il declino industriale della Sardegna. In una società segnata da simili comportamenti patologici, il governo ha necessità di avere collaboratori leali al di sopra di ogni possibile sospetto. Parlo di lealtà, non di fedeltà, concetto che si addice a chi ha della politica una visione fideistica.
Tanto più – continuo a dar ragione al lettore – che il centro destra ha fior di tecnici, di professionisti, di intellettuali capaci non solo di assicurare lealtà ad un programma ma anche, e direi soprattutto, meritevoli.
9 commenti:
Condivido, caro PG.
Sono il lettore che credo ti abbia indotto a questo post (v. festival di Gavoi). L'esempio che fai sulla politica ambientale è uno dei tanti possibili che sono certo anche tu hai in mente (più di quelli che conosco io).
Speriamo che in questi primi mesi di Governo, il Governatore Cappellacci e la sua giunta la pensino come te.
C'è davvero tanta voglia di lavorare per la Sardegna e sarebbe un peccato non sfruttare tante intelligenze, note a Cagliari e dintorni ma magari silenti perchè senza un "padrino" politico che le segnali al potente di turno, e poco avvezze all'intrallazzo. So che è un discorso lungo, ma almeno è un inizio.
Il centro destra ha spesso timore del giudizio spietato della sinistra: ecco sono arrivati gli "intrallazzeris", i fascisti, adesso faranno manbassa, manderanno tutti a casa per fare "i loro porci comodi"!
Anche io sono per lo "spoil system". Non ci si può permettere il lusso di aver in barca chi rema contro.
A me lo spoil system va benissimo, basta che ci sia massima trasparenza nelle scelte. Oltretutto i dirigenti scelti dovrebbero presentare dei progetti a corto, medio e lungo termine consultabili da tutti, di modo che i cittadini abbiano poi a disposizione un criterio oggettivo per giudicare il loro operato.
A me basta che sia ben chiaro di chi siano le responsabilitá o i meriti, poi possono prendere o cacciare chi vogliono.
Nel caso di Gavoi, ad esempio (anche se non mi sembra che sia cosi attinente con lo spoil system, ma prendiamolo per buono), l'assessore Baire si sarebbe dovuta assumere la piena responsabilitá del mancato finanziamento per finanziare qualcos'altro... a suo rischio e pericolo, perché l'altro progetto avrebbe dovuto riscuotere maggior successo di pubblico ed incassi per giustificare lo "spostamento" di risorse. Certo, si sarebbe anche attratta il rancore della comunitá gavoese, ma questi sono i rischi del suo mestiere.
Addis, non esiste spoil system per Gavoi. Gavoi non è un'organismo regionale, ma una associazione di volontari di vari fede politica dove per fortuna il potere non può mettere bocca, di qualunque colore sia. Certo, può smettere di finanziarlo in favore di altre progettualità, ma dovrebbe averne, se non altro per pararsi dall'accusa di star facendo solo una vendetta politica, che è cosa ben diversa dallo spoil system.
Quanto alle considerazioni di Massidda, a giudicare dalle sostituzioni che si sono avvicendate nei posti chiave in Sardegna nel dopo elezioni, direi che più che mettere teste di serie fidate state premiando complici.
Ma la differenza è sempre sottile.
Salaris,
lo so, infatti ho detto che Gavoi con lo spoil system non è molto attinente, ma visto che l'argomento è nato mentre si parlava di Gavoi ho provato a rimanere piú o meno sulla stessa linea facendo questo esempio. Sull'argomento tra l'altro mi pare che la pensiamo in maniera simile.
La pensiamo diversamente quando dici che "stanno premiando i complici". Io, come ho giá detto, sono perfettamente d'accordo con lo spoil system, che peró si deve accompagnare a trasparenza e assunzione di responsabilitá.
Per intenderci: se un assessore cambia un dirigente con un altro che poi si rivela essere un incapace (sulla base di criteri oggettivi, ossia numeri, bilanci, obiettivi non raggiunti ecc...) allora deve essere chiaro che, oltre al dirigente, è l'assessore che ha compiuto una scelta sbagliata. Allo stesso modo gli deve essere riconosciuto il merito qualora il dirigente si riveli capace.
A me basta che siano chiare (chiarissime) le responsabilitá. Mi sono stufato del fatto che quando le cose vanno "a donne di facili costumi" la responsabilitá non sia di nessuno, oppure è di tutti, oppure non si capisce niente perché, non essendoci trasparenza, si gioca sempre a scaricare le colpe addosso all'avversario di turno.
Il punto non è la sostituzione dei dirigenti, che comunque avviene all'interno di una pubblica amministrazione, ma l'individuazione e la nomina di presidenti di enti piccoli, medi e grandi regionali.
Sono i posti "di sottogoverno", che insieme a incarichi, incarichetti, poltrone e poltroncine fanno la differenza.
Ve ne anticipo una: tra qualche giorno la Giunta farà delle nomine, alcune in enti molto grossi.
Bene si dice che - in uno di questi enti - molto importante per l'economia sarda, la Giunta Cappellacci sta per nominare un professionista, degna persona, con un curriculum lungo così, ma che non ha i requisiti previsti dalla legge per chi deve ricoprire quel posto.
Solo che nessuno si prenderà la briga (d'altra parte chi lo sa?) di andare a vedere cosa chiede la legge per quel posto là. E, meno che mai, nessuno oserà alzare il dito per dire che no, quel signore non ha i requisiti.
Forse PG ha capito di cosa e di chi parlo. Spero tanto che i fatti mi smentiscano.
Se no, ne parleremo qui.
L'anonimo ammiratore di PG (quello che vuole lo spoil system anche del centrodestra)
La cosa che ho detto dei dirigenti per me vale anche per gli enti piccoli, grossi e medi. Chi si assume la responsabilitá di quella nomina? LA giunta?
Eh no, il responsabilizzare tutti e nessuno non mi sta bene. La responsabilitá deve essere personale. Se si dice "la giunta" per me è cappellacci che della giunta è a capo, quindi è Cappellacci il responsabile della nomina di una persona priva dei requisiti di legge. Se non se la vuole prendere lui allora se la prenderá un suo assessore, facciano come vogliono. Ci deve essere trasparenza e le responsabilitá di qualsiasi atto dei nostri rappresentanti devono essere ben chiare.
D'accordo con Daniele Addis: a Cappellacci gli onori e gli oneri di qualsiasi scelta, specie dei nominati negli enti regionali.
Ma - d'altra parte - mi risulta che, specie in fatto di nomine, agli assessori il giovane commercialista lasci molto poco spazio.
Non so ora se cambierà qualcosa con l'ingresso di Oppi in giunta, ma finora qualunque nomina è passata per Cappellacci, comprese quelle dei dirigenti poi revocati in tutta fretta perchè si trattava, in un caso, di un noto soriano (tra l'altro non giudicato capace manco dai suoi amici) e di una persona implicata nel processo Saatchi&Saatchi.
Semplicemente, a qualcuno questi particolari erano sfuggiti...
il sistema a mio avviso andrebbe "istituzionalizzato". mi spiego: la sinistra applica lo spoil system con una scientificità impressionante, e guai a farglielo notare: sono i più bravi, i più capaci,i più integerrimi,i più moralmente ineccepibili, insomma unti dal Signore.guai a volerne discutere. il centro destra ha troppo spesso quasi una paura reverenziale nei confronti dei "polically correct" della sinistra. essere tacciati di chissà quali nefandezze, dopo la nomina di funzionari che danno garanzie per l'azione di governo e per una efficiente amministrazione, ci spaventa! è ora di finirla! facciamo anche noi quello che loro ci hanno fatto vedere ogni volta che hanno ne avuto la possibilità: occupazione ragionata di tutti i posti di potere! non ci sono più possibilità di giustificare la loro permanenza con doti di capacità, efficienza etc: il centro destra ha dimostrato di avere uomini e donne capaci e sicuramente non inferiori a nessuno!
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