Abbiamo la possibilità concreta di far rappresentare la Sardegna nel prossimo Parlamento europeo. Naturalmente, per sfruttare questa opportunità, è necessario mettere da parte una certa tentazione a piangerci addosso. E decidere se è una cosa buona che la Sardegna sia rappresentata a Strasburgo e a Bruxelles con almeno un deputato o se è meglio dare un voto al partito del cuore, pur sapendo che questi consensi andranno ad eleggere un siciliano.
Il partito che meglio degli altri ha puntato alla sostanza, alla possibilità di eleggere un sardo, è il Pdl che per la Sardegna ha indicato l’amica Maddalena Calia, deputato uscente, unica candidato sardo. L’altro partito che, teoricamente, avrebbe avuto una qualche chance, il Partito democratico, ha indicato due candidati, con ciò dimostrando che ai suoi dirigenti non interessa la elezione di un sardo, ma solo rastrellare voti per una sorta di rivincita elettorale.
Gran parte dei commentatori e dei politologi ha avvertito, in questi giorni, che il voto europeo rischia di trasformarsi in prova elettorale tutta interna allo Stato italiano e che la funzione del Parlamento europeo sia l’ultima delle preoccupazioni. Un rischio che è presente al Pdl il quale, infatti, ha puntato a rinnovare le sue liste, a mettere insieme l’esperienza di chi in Europa sa come muoversi e la necessità di far crescere una nuova generazione colta, interessata alla battaglia europea. Dall’altra parte, nel centro sinistra, c’è solo un disperato tentativo di frenare la sua marginalità e di raccogliere più voti possibile.
La vicenda sarda è emblematica. A meno che il Pd sardo non creda ai miracoli, è difficile pensare che due candidati sardi riescano a battere quelli siciliani, destinati come sono i due a dividersi i voti. Di qui il sospetto, direi la certezza, che ci sia una corsa a portare il maggior numero di voti possibile al bottino elettorale del partito: la Sardegna può attendere.
Certo, tutto avviene in un quadro legislativo assai sfavorevole alla Sardegna che ha un quarto degli elettori che votano in Sicilia. La sinistra ha perso la memoria delle responsabilità che un suo uomo ha avuto nel bocciare una riforma che oggi avrebbe consentito la creazione di un collegio sardo e tende a gettare le colpe all’attuale maggioranza che si è trovata nella impossibilità di mettere rimedio a quell’errore.
Ma, ripeto, oggi noi sardi abbiamo una concreta opportunità. Anzi, una sola concreta possibilità: quella di concentrare i nostri consensi su Maddalena Calia.
2 commenti:
O Massidda, perché non scrivi che è il tuo PDL che non ha fatto la modifica alla Legge che avrebbe scisso il collegio elettorale? Non prendiamo per il culo ancora i Sardi. Se voleste far passare un candidato dovreste concordarlo con la sinistra, propononendo magari un candidato trasversale. Ovviamente lungi da centrodestra e centrosinistra. L'unica alternativa è dire "Cara Europa, vorrei ma non posso" come ha proposto iRS. Un gesto puramente civile.
io trovo ridicolo continuare ad usare ogni confronto elettorale come termometro nazionale, sopratutto le elezioni europee.. Abbiamo un governo legittimamente eletto, i tempi in cui i governi si facevano nello studio di scalfaro sono finiti e non abbiamo bisogno di legittimazioni da parte di nessuno !!
per quanto riguarda il parlamentare sardo, è vergognoso e senza colori che un popolo di 1.600.000 persone debba elemosinare 1 europarlamentare quando proporzionalmente ce ne spetterebbero 2 di diritto, non è possibile fare i collegi in base alle singole regioni con assegnazione di un numero di europarlamentari in proporzione alla popolazione ?
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