di Mariano Solinas
Caro Senatore,
Berlusconi ha basato gran parte della propria fortuna politica sull'ostentazione del privato (carriera da imprenditore, sposo felice, presidente del Milan). Non si lamenti allora quando il privato si rivela per quello che è: col privato si può vincere (se gira bene) e si può perdere (se gira male). Prenda ad esempio le decine di migliaia di schede annullate nel milanese con la scritta "Questo è per Kakà": col Milan ha guadagnato voti, adesso ne ha persi. Nulla di particolarmente eclatante.
Riguardo l'attribuzione della 'scossa' a d'Alema (che mi sta cordialmente antipatico quasi quanto Berlusconi), mi pare una scusa patetica. Le ho già chiesto, ironicamente, di guardare la luna, ma non mi permetto di replicare la battuta. Però le chiedo di darci una sua opinione/spiegazione in merito all'evidente contrasto dentro il PDL per quanto riguarda il dopo-Berlusconi (chiaramente visibile, ad esempio, dal progressivo distacco delle posizioni di Fini). A meno che non voglia ignorare anche queste e dirmi che la stampa non ne parla.
Grazie
Caro Solinas, C’è una differenza sostanziale tra lei e me: lei usa le categorie “simpatia” e “antipatia” in un ragionamento che vorrebbe essere politico, io mi rifiuto di pensare alla politica con il setaccio di queste due categorie. Ci mancherebbe altro. Ma vengo alle sue argomentazioni, una per una, non per convincerla, naturalmente, ma per segnalarle che si può discutere con rispetto reciproco, cosa che le evidentemente estranea, come si evince dal fatto che definisce “scusa patetica” un mio giudizio. E come, anche, viene fuori dalla metafora orientale (“Il saggio indica la luna, l’imbecille guarda il dito”) in cui lei sarebbe il saggio e io l’imbecille. “Berlusconi ha basato gran parte della propria fortuna politica sull'ostentazione del privato (carriera da imprenditore, sposo felice, presidente del Milan). Non si lamenti allora quando il privato si rivela per quello che è: col privato si può vincere (se gira bene) e si può perdere (se gira male)”. Naturalmente me ne guardo bene dal disprezzare questa sua opinione che resta, comunque, una sua opinione. Se lei, oltre alle approssimazioni mediatiche, leggesse qualcuno dei saggi scritti intorno al “fenomeno Berlusconi” da suoi avversari, non in balia di urgenze propagandiste, si renderebbe conto che la questione è assai più complessa. Per dire, tutti gli riconoscono che ha dato una svolta al sistema politico italiano e ne ha reso possibile la semplificazione. Tutte cose che con il privato non c’entrano. Ma la seguo sul terreno che ha scelto: chi di privato ferisce, di privato… Lei pensa sinceramente che la supposta “ostentazione del privato” autorizzi qualcuno a frugare furtivamente nell’intimità di una casa? Fotografare, registrare, carpire informazioni in occasioni pubbliche, per poi criticarne i comportamenti è legittimo, spiarlo dentro le mura domestiche è illegittimo. Fra le foto che avrebbero colto il presidente del Consiglio in “atteggiamenti compromettenti” ce n’è una, ripresa con un potentissimo teleobiettivo attraverso la luce di una finestra socchiusa, che ritrae Berlusconi seduto sul water. Le pare esercizio del diritto di cronaca? Se non a me e. mi auguro, al fondo della sua coscienza, può dare almeno ragione a sentenze della magistratura e a provvedimenti del Garante della privacy? “Prenda ad esempio le decine di migliaia di schede annullate nel milanese con la scritta "Questo è per Kakà": col Milan ha guadagnato voti, adesso ne ha persi.”. Decine di migliaia? Le ha contate lei o ha bevuto senza alcun filtro critico una informazione quasi impossibile da controllare? Lei sa che, quando un presidente di seggio si trova di fronte ad una scheda nulla, non dice che cosa c’è scritto? Lo dirà chi ha annullato la scheda, è un suo diritto. E lei pensa che “decine di migliaia” di elettori abbiano riferito a qualche giornalista di aver punito il presidente del Milan? Ma se anche fosse, come fa un cittadino appena appena responsabile, a gioire di questo poujadismo calcistico che non attiene minimamente ad una legittima critica all’operato del governo? “Riguardo l'attribuzione della 'scossa' a d'Alema (che mi sta cordialmente antipatico quasi quanto Berlusconi), mi pare una scusa patetica”. Vogliamo ripercorrere che cosa è successo? Massimo D’Alema ha annunciato in una intervista televisiva che sta per arrivare una scossa per Berlusconi. Non dice altro, ma l’intervistatrice (e molti giornali in seguito dicono lo stesso) pensa che D’Alema abbia in mente la possibilità che di lì a poco scoppi uno scandalo. E to’, di lì a poco ecco “lo scandalo”. L’ex premier è un indovino o sa? E se sa, è questo un comportamento consono a un grande dirigente politico? Permetterà che un qualche dubbio sia legittimo. Non lo dico io, lo dicono molti giornali “non collusi” con Berlusconi, probabilmente non quello che legge lei. “Le chiedo di darci una sua opinione/spiegazione in merito all'evidente contrasto dentro il PDL per quanto riguarda il dopo-Berlusconi (chiaramente visibile, ad esempio, dal progressivo distacco delle posizioni di Fini)”. Non so nel suo, se ne ha, ma nel mio partito, il centralismo democratico non ha mai avuto cittadinanza. E le discussioni, franche e a volte anche aspre, quelle sì hanno diritto di uscire fuori dalle stanze dei dirigenti. C’è una curiosità, però, che vorrei mi aiutasse a esaudire: perché quelle che in altri partiti sono discussioni, nel Pdl sono “evidenti contrasti”? Quanto al “dopo Berlusconi”, vorrei considerasse un fatto: il dopo Berlusconi si aprirà solo dopo Berlusconi, visto che la carica di responsabile del partito non è un fatto dinastico. Stimo molto il presidente Fini, vedo che sa fare il suo “mestiere” di presidente della Camera con equilibrio e terziarità, apprezzo – anche se non sempre condivido – le sue esternazioni e lo considero patrimonio del centro destra. Inutilmente e per ragioni strumentali, il centro sinistra tenta (qui sì pateticamente) di accreditare l’idea che Gianfranco Fini possa essere terreno di caccia per la sua battaglia di delegittimazione di Berlusconi. Certo, Fini è giovane, brillante, uomo di grandi capacità intellettuali e pienamente legittimato ad aspirare, un giorno, alla guida del Pdl. Per ora, e da molto tempo, continua a ribadire che il leader naturale del partito è Belusconi. Le parrà curioso, ma mi fido più delle sue parole (dette personalmente anche a me che godo della sua amicizia) e dei suoi atti che delle ciance mediatiche. E infine, l’ultima questione: “Le ho già chiesto, ironicamente, di guardare la luna”. Come avrà letto in questa lunga rispettosa risposta, le ho mostrato che, sia pure da una prospettiva diversa dalla sua, guardo la luna. Mi resta una domanda non evasa: chi è il saggio della metafora cinese e, soprattutto, chi ha continuato a guardare il dito, con ciò che consegue?
2 commenti:
Caro senatore,
prima di tutto la ringrazio per l’attenzione.
Di seguito rimarco la mancanza della necessità di inasprire i toni (per ciò che mi riguarda).
Le spiego: per il termine “patetico” che tanto la urta, ho verificato il significato sul Devoto Oli, e non mi pare offensivo. Se per lei lo fosse, me ne scuso e lo sostituisco con “debole”. Spero vada meglio. Non essendo un letterato non sono in possesso della sua proprietà di linguaggio, ma confido che i lettori del suo blog abbiano capito il senso di quello che dico. Come può vedere non sono abituato a pesare le parole col bilancino (attività che lascio volentieri politici).
Per la battuta sul “dito e la luna”, mi stupisce che si accorga di un significato che io non gli ho evidentemente dato. Come mai non me lo ha fatto notare in precedenza, quando l’ho adoperato per la prima volta? Pensavo fosse ovvio a tutti i lettori del blog (e credo lo sia ancora) come non abbia certamente inteso darle dello stupido. La frase si riferiva al fatto che (a mio personale avviso) lei cercava (e cerca anche ora) di sviare l’attenzione (indicando appunto il dito quando si parla della luna). Secondo me il senso è sempre stato chiarissimo, ma spero che ora le cose si siano comunque chiarite. Si tratta di un artificio usato spesso nei dibattiti e più che lecito. Il che non mi impedisce di farglielo notare (sottolineando ancora una volta che si tratta di una mia opinione, ma ciò credo sia ovvio, altrimenti di che si parlerebbe?).
Pertanto mi consenta di rimandarle le critiche, che leggo volentieri ma non posso accettare visto che non mi pare di averla offesa né di averci provato.
Per entrare nel merito della sua risposta, mi ricollego a quello che le ho appena detto: ho l’impressione (e la sottopongo al giudizio dei lettori del blog per i quali lei mette gentilmente a disposizione le sue idee politiche) che lei cerchi di sviare il discorso sia sul tema della vita privata del presidente del consiglio (che lui per primo ha usato - lecitamente - come strumento di lotta politica), che su quello dei contrasti che l’impatto del privato sul pubblico hanno creato anche nella maggioranza.
Per il fatto che ci sia in atto una persecuzione, mi permetta di dissentire, e lo faccio in compagnia di persone che con difficoltà potrà tacciare di “comunismo” (riprendo da Berlusconi) o “faziosità”: ad esempio l’ambasciatore Sergio Romano (ne ha parlato anche questa mattina nella trasmissione radiofonica Primapagina) e il direttore dell’Osservatore Romano. Entrambi hanno stigmatizzato la commistione di pubblico e privato del presidente del consiglio, con ovvio riferimento agli scandali sessuali (se non le piacciono i termini li corregga pure senza problemi, spero si capisca a cosa mi riferisco, alle vicende della quasi-minorenne e delle escort). Mi paiono tutto fuorché faziosi o comunisti. Potrebbe anche darsi che si interroghino su quanto accade, e devo anche dire che Romano ha manifestato una certa perplessità proprio sull’uso del privato in politica, criticando tale abitudine e facendo l’esempio della politica americana che, a suo dire, dovrebbe ripensarci (ricorda Clinton come venne attaccato? Non parlò mai di congiura.)
Infine sull’influenza della vicenda Milan, non c’è bisogno che se la prenda tanto: riporto il parere liberamente espresso dal dottor S. Berlusconi. Ciascuno può verificarlo sulla stampa e sui media. Così come sui contrasti interni al PDL le pongo una domanda in bsae a quanto ascolto dai media.
Prima di salutarla e ringraziarla, vorrei pregarla, se può e lo ritiene opportuno, di moderare i toni delle risposte: non c’è alcun bisogno di essere aggressivi anche con chi dissente, soprattutto se non ha manifestato alcuna animosità nei suoi confronti. Non sono d’accordo con lei (credo si veda) e glielo sto dicendo sul suo blog: niente di più.
Di nuov grazie e buona serata
Caro Solinas
Lei non immagina con quanta soddisfazione accolgo la sua assicurazione che, con l’utilizzo dell’espressione “scusa patetica”, non intendeva irridermi. A volte le parole fanno più male di un colpo fisico e io non potevo immaginare che lei pensasse ad una scusa commovente piuttosto che ridicola, sulla quale non vale la pena di perder tempo, come mi è parso di capire.
Per il resto, lei rimane, com’è nel suo diritto, del suo parere. Certo, avrei gradito sapere se per lei è normale esercizio del diritto di cronaca, fotografare di nascosto una persona in gabinetto e diffonderne l’immagine. Pazienza.
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